Ci starebbe bene, a questo punto, un bel ripensamento. Sarebbero le serate giuste. Il bilancio, i ricordi, gli episodi, le considerazioni...ma non ce ne ho la minima voglia. Sto lì sulla soglia, a guardare i tre pini in quella specie di giardino pensile che ho sopra casa, il gatto è per gli affari suoi e la luna c'è e non c'è. E ci starebbe bene, allora, che scorressero le nuvole in un cielo mobile; ma le nuvole se ne stanno ferme, compatte. Fumo. Quasi quasi me ne accendo un'altra. Quasi quasi tiro giù i piedi dalla soglia e percorro l'universo cortile; mi accorgo che comincia ad esserci qualche finestra aperta. Me ne accorgo dall'aumento dei rumori di televisione; ondeggia un pino nell'assenza pressoché d'ogni cosa. Mi sorprendo a cercare d'individuare di che trasmissione si tratti, forse un film. Una voce grassa, sguaiata.
Avevo detto di voler essere un ponte di sogni, e sono in un cortile in mezzo a gigantesche pozzanghere che rifletterebbero la luna, se comparisse. Avevo sognato un sacco di cose e mi ritrovo qui, a desiderare uno squarcio nel cielo. Che non ci sarà. Non ci sarà nulla, almeno per stasera. Vedo accendersi una luce a una finestra, e poi spengersi dopo pochi attimi; percepisco qualche rumore piacevolmente sconosciuto. Magari, sulla Luna, c'è un altro me stesso su qualche soglia. Tutto coperto. Aspetta il suo gatto lunare, si fuma la sua sigaretta Selen Blu. I cortili della luna sono come questo, e tutti quanti siamo là, tutti noi mestessi, ad attendere primavera, bellezze e abbandoni che ora sono ricoperti da una coltre di nuvole.