martedì 9 febbraio 2010

Itaglia, amore loro!


Dunque, era tutto vero.

E allora, come dire, mi sono premurato di riscrivere leggeremente il testo della canzoncina sanremese, in modo che rispecchiasse un po' di più la realtà delle cose. Poerannòi. E non voglio dire altro, non mi riesce.

(Pupo) Io credo sempre nelle bische, nel poker e nei casinò,
dove succede di trombarsi madre e figlia: evviva la famiglia!
Io credo nelle tradizioni di un popolo che si vende
a papi, duci, calciatori e butta a mare chi non ha niente.

(E. Filiberto) Io credo nella coca ma non disprezzo un bel razzone,
vendo scarpe, tifo Giuve, e ho una faccia da cazzone.
Sono l'immagine perfetta di quest'Itaglia merdaiola,
fatta di idioti, di veline, enalotti e gente forcaiola.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Io, io non mi stancherò di dire al mondo e a Dio, Itaglia e Ciancimìo!

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, ci davano dei boia,
chiudevo gli occhi e sentivo le grida: "A morte la casa Savoia!"

(Pupo) Ventennio e quel Beccaris, la fuga e il paparino
che traffica le armi e ammazza il ragazzino...

(L. Canonici) Sì stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Io, io non mi stancherò di dire al mondo e a Dio, Itaglia e Ciancimìo!

(Pupo) E noi crediamo nel denaro, nelle mafie e questi stronzi
Ci applaudono a Sanremo, proprio un popolo di gonzi!

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui per dire al mondo e a Dio, Itaglia e Padrepìo!
Su, Pupo, passa la cannuccia che mi faccio un tiro anch'io!