martedì 27 marzo 2012

Le avventure di Gelsomino, feto birichino


Un bel giorno che si era un po' annoiato di stare dentro in pancia, Gelsomino, feto birichino, decise di approfittare del babbo separato che stava strangolando la mamma per amore e se ne uscì con un bel salto: hòòòòp!

- Ohi, budellodèva vant'è àrto, fra pòo mi stiaccio da solo! -, disse Gelsomino mentre la mamma rantolava e il babbo si faceva intervistare dalla Vita in Diretta; trovato fortunatamente un curioso arnese tagliente con sopra scritto Gott ist meine Treue (con il quale il babbo contava di completare l'opera), riuscì a tagliare il cordone ombelicale facendoci poi un nodo con le manine, e s'incamminò per il vasto mondo.

Com'era bello, il mondo! Gelsomino provava tanta gioja nel vedere le vetrine colorate, le macchine, i bimbi già nati, le merde di cane sul marciapiede e le fotografie di Justin Bieber mentre s'infilava un microfono nel culo; solo che doveva fare parecchia attenzione, perché era piccino picciò e rischiava d'essere spiaccicato a ogni pie' sospinto. Inoltre era parecchio brutto, e se ne rese conto quando sentì una bimba che diceva alla mamma: - Dé mamma, o cos'è quer troiaio che cammina? Sarà mìa ir fratello brutto der Tamagòcci? -

Cammina cammina, Gelsomino, feto birichino, arrivò a Firenze. Era una bella città, Firenze: grande grande, piena di monumenti, ricca di chiese e di palazzi. Arrivato che fu vicino allo stadio, che da poco aveva ripreso l'antico nome di "Giovanni Berta", gli prese voglia di fare una pisciatina; s'infilò in una strada laterale, guardò che non ci fosse nessuno, s'addossò a un portone e s'accinse a farla. Ebbe però un piccolo momento d'incertezza sul come; essendo un piccolo feto, ancora non sapeva bene se aveva la fessurina o il pisellino. Dopo qualche secondo, sentendosela scappare parecchio, si risolse comunque con una frase salomonica: - M'importa 'na sega, la farò dar culo che 'ntanto 'vello celò digià! -

Mentre era lì che la faceva con passione, Gelsomino sentì dei rumori e delle voci agitate sortir fuori dal portone. Alzò gli occhietti ancora allo stadio semiembrionale, e vide che sulla porta c'era una strana scritta, Casa qualcosa con un accento; dall'uscio vennero fuori cinque o sei ragazzotti urlando come ossessi: -O te, brutto bùho d'un comunista di merda, ettù ci sta' pisciando su i' portone! -

Gelsomino, sorpreso da tutta quella popo' di reazione a un'innocente pisciatina, abbozzò una timida e gentile risposta: - Dé, prima di tutto niente risposte sessiste che ancora ir sesso 'un celò, eppòi 'osa ciài te contro i 'comunisti, popo' d'un lezzume fascista..?!? -

I ragazzotti, esterrefatti, lì per lì non capirono da dove venisse quella vocina; poi uno di loro, chinandosi, vide quel cosino che, intanto, continuava a farsi la sua sacrosanta pisciatina. Farfugliando qualcosa, il tizio esclamò ai suoi compari: - Cazzo, hameràti...ma questo 'e gli è un FETO! Ciaveva ragione i' papa a dì che gli ènno già vivi! E voàrtri 'e un vu' ci volevi créde'! -

- Ciavète 'varcosa 'ontro i feti, voiàrtri? -, chiese Gelsomino ricomponendosi tutto soddisfatto, mentre un rigagnolo di piscio amniotico colava dans le caniveau. - No, no....anzi...noi s'è pe' la difesa della vita...un crìmine...ma dimmi, qualche sgualdrina antagonista, feccia delle zecche, t'ha forse abortito strappandoti dal suo ventre benedetto? -

Gelsomino ci stette un momento a pensare, poi gli disse:

- Senti 'n po', prima di tutto sgualdrina sarà quer popo' di budellone di tu' ma' che magari arzomiglia pure a donn'Assunta, 'vella 'e la 'iàmano donna perché sembra un òmo, e poi me ne so' andato io pe' conto mio perché m'ero annoiato di stà laddentro. Poi 'un ciò capito un cazzo di quer che ha' detto, sarà mìa' percaso ir Torzelli?... -

Ora, si dà il caso che lo fosse; e l'infradetto, non sapendo se esser lusingato dal fatto che lo conoscessero persino i feti o parecchio contrariato che lo si associasse alla più cupa incomprensibilità, gli rispose: - Oh...senti...noi 'e ti si perdona che ciài pisciato su i' portone di Casaggì, però che t'andrebbe d'iscrìvetti? Un feto autèntiho 'e ci farebbe parecchio comodo! -

Gelsomino, il quale sarà stato sí piccolino ma che non era per nulla scemo, subodorò immediatamente la propaganda; e fu così che proruppe in una decisa e fiera esclamazione:

- Dé, io 'scrìvemmi a 'sta banda di cialtroni?!? Ma 'un lo vedete come siete conciati, tipo 'vell'àrtro lì cogli spillini (nell'ordine) di Bobbisènz, della Vandea, delle Frecce Triolori, de' Palestinesi e di Adolf Eichmann mentre 'ni tirano ir collino? Io so' un feto serio! Già mi toccherà stàmmene vì ché la mamma ormai ir babbo la deve avé' marzagrata d'amore, e mi dovre' 'scrìve da voiàrtri? Ma piuttosto vo nell'Esercito della Sarvèzza (Sarvèscion Armi)! -

Del tutto indignato, un altro dei ragazzotti si rivolse ai camerati: - Oh, 'e ve l'avevo detto, io, che gli era un comunista! Sarà miha figliolo di quarcheduna di' Cippià? Ora ci si pensa noi, a te! - E, in men che non si dica, mentre il povero Gelsomino nemmeno aveva avuto il tempo di ripararsi sotto una Smart, su di lui si abbatté una gragnuola di pedate, stiacciòni, scaracchi burrini e altre simili vessazïoni e violente.

- Ohio! - gridava Gelsomino; - ma non potete! Io sono un feto, santa manifestazione della vita che sboccia, brutti sudiciumi! Ma che mi volete mandà subito a inaugurà ir cimitero de' feti di Renzi...?!? Mi dovete di-fèn-de, mìa spiacciàmmi co' piedi! Ahia! Uhi! Stiàcc' ! Aiuto! La scena der crìmi...."

Non poté finire la frase; giusto in quel momento, un calcione decisivo, quale nessun giocatore della Fiorentina 2011-2012 era mai stato capace di dare, sollevo da terra Gelsomino, facendolo innalzare per l'aria con un volteggio armonïoso e planare fino a quasi la sommità della torre di Maratona. Nel frattempo, fulmineamente, due dei ragazzotti s'erano già attaccati a i' compiùte' e stavano stylando una precisa denunzia della "vile aggressione dei centri sociali", alla quale sarebbe ovviamente seguita -il giorno dopo- un'interrogazione in Consiglio Comunale.

- Ma guarda te 'sti fasci, tutti fèti vì e fèti là, e poi un fèto vero 'un po' manco fassi una pisciatina in zanta pace che 'sti budiùli arrivano e ti fanno volà come ir Costa Concòrde...ma si pò'...?!? Ma quant'è veriddìo ne la fo pagà primoppòi! 'Ntanto 'omincio subito a raccontàllo a quello dell'Asocial Niuiòrche, poi si vedrà...brutti vigliacconi...pigliàssela 'co un quasi bimbo...! -

E Gelsomino, dotato fortunatamente -in quanto feto- di capacità autocuranti e rigenerative fuori dal comune, scese pian piano dalla torre dello stadio e s'incamminò nella notte oscura, deciso a vendicarsi.