Fatti del giorno, in un giorno in cui non avevo la benché minima voglia né di restare a casa, né tantomeno di starmene al computer (per lavoro o per altre cose).
Innanzitutto, sembra che il buontempone (o i buontemponi) che, qualche mese fa, hanno fabbricato una finta pagina Facebook a mio nome si siano rifatti vivi, almeno momentaneamente. A suo tempo ebbi una reazione piuttosto violenta e scomposta; stavolta il metabolismo ha fatto il suo dovere (sempre con la doverosa avvertenza, per chi mi legge, che se per caso incontrassero in rete una pagina Facebook a mio nome e con la mia fotografia, comunque non sono io e si tratta appunto di quella falsa pagina “va-e-vieni”. Inutile quindi contattarmi, dato che su quella pagina non ho alcun potere né accesso).
Parlo di metabolismo, perché quando mi è stata segnalata la cosa ero in tutt'altre faccende affaccendato. Ne accennerò brevemente. Avevo con me, sopra un furgone attrezzato, tre ragazzi disabili gravi che stavo riportando a casa da un istituto specializzato, dove sono tenuti il giorno. Alla notizia non ho avuto nemmeno un moto di disappunto; si vede che, per me, la scuola di pensiero non è ancora ricominciata, e che devo essere ancora in vacanza. I facebucchisti potranno dormire sonni tranquillissimi e addirittura continuare, se proprio così loro aggrada, a provare a far finta di essere Riccardo Venturi. Oh, si vede che si divertono così! Si ritroveranno magari mie ex fidanzate, miei antichi compagni di scuola e altra roba del genere; magari nasceranno strani intrecci, con il finto riccardoventuri che si sposa con la ex del riccardoventuri vero, oppure il mio vecchio compagno di classe che scopre alla fine che sua moglie è l'amante del riccardoventuri finto (sperando naturalmente che non venga in via dell'Argingrosso a pugnalare il riccardoventuri vero). Proprio forte 'sto Facebook, in fondo. Sono rimasto tra le 14 persone al mondo che non vi sono iscritte, però fo e disfo coppie lo stesso!
Il bello è che, a un certo punto, spinto da un moto di legittima curiosità e trovandomi sul luogo di lavoro di mio fratello, che ha una sua pagina Facebook, gli ho chiesto di accedere alla “mia” e di farmela vedere. Mi sarebbe, ebbene sì, garbato vedere cosa era stato messo come mio panino preferito, e magari anche se il mio alter ego sa che impazzisco per le croste di parmigiano fritte nell'olio. Nulla da fare: nemmeno un'ora e mezzo dopo, la pagina era stata già tolta. Sembra quasi la statua del rivoluzionario Max Hoelz, che periodicamente scompare e ricompare; ritroveranno anche la “mia” pagina Facebook, un giorno, in una casa di Hettstedt?
Ma avevo detto fatti del giorno, al plurale. Altri fatti del giorno abbastanza importanti sono stati l'avere imparato finalmente come funziona quella maledetta pedana mobile dell'auto 42 e una cena al CPA con delle meravigliose bistecchine di maiale fatte veramente a regola d'arte. Ben innaffiate. Volevo, anzi, restare addirittura lì a dormire; poi ho visto in quali condizioni erano i dormitori e ho preferito affrontare il lungo viaggio verso casa mia sfidando le minacce degli etilometri. Mi è andata bene; d'altronde, se non mi fosse andata bene non sarei qui a scriverne.
Ci sono stati altri fatti, certamente, oggi; ma non intendo parlarne molto. Non mi interessano i cordogli e le lagrime in nome di stipendi che variano da circa 4000 a circa 8000 euro al mese, neppure quelli delle famiglie che, se fossero state veramente tali, avrebbero almeno cercato di impedire ai loro cari di andare in guerra, volontariamente, come mercenari. E poi mi chiedono come mai io detesti l'istituzione della famiglia: non è buona veramente a nulla. Leggo qua e là, come sempre, persino di ragazzi mandati a morire: i ragazzi mandati a morire sono quelli che si trovano là attorno, per caso, e che non c'entrano un accidente. Quelli che passano armati fino ai denti, fanno la guerra; e in guerra ci sono soltanto obiettivi militari. Così funziona il cocktail tra “obbedienza” e soldi: ha un deciso sapore di bara. No, questo fatto del giorno mi interessa davvero poco per non dir punto. Molto meglio Facebook con le sue pagine, finte o vere che siano. Molto meglio le bistecchine di maiale. Molto meglio addirittura i dormitori lerci del CPA. Tutto questo è vita. Non mi attengono né la morte, né le patrie, né le lacrime napolitane.