domenica 3 luglio 2011

La repressione, i "feriti" e l'elegia del nulla


Polizia, carabinieri, fozzedellòddine? Dalla Grecia alla Val di Susa, da un capo del mondo all'altro sempre e solo una funzione: reprimere ogni sollevazione sociale. Reprimerla per conto di ogni tipo di potere, governo, conventicola, lobby, consorteria, potentato. Certi, come sempre, della più totale impunità. Non so se qualcuno ha notato quel che sta succedendo in questi giorni, sia a Atene e nelle altre città greche, sia lassù in val di Susa: vengono riportati numeri impressionanti di "agenti feriti" (ed alcuni pure "gravemente") negli scontri con popolazioni attaccate selvaggiamente. Ci sarebbe da chiedersi come fanno a ferirsi così gravemente questi servi dei servi, armati fino ai denti e in tenute antisommossa pagate col denaro pubblico versato dai cittadini che poi vengono da loro assaltati ferocemente, di fronte a persone armate di niente o quasi, a parte la volontà di non cedere e di riprendersi un paese ammazzato dalle politiche neoliberiste e dalle banche o un territorio in procinto di essere devastato da un'opera colossale quanto inutile. I fatti sono due: o questi qua, oltre che ad essere dei servi, sono pure degli inetti; oppure, cosa che ritengo assai più probabile, si tratta di menzogne affidate agli ubbidienti media di regime. Tra pochi giorni sarà il decimo anniversario dai fatti di Genova, e la democrazia colpisce ancora. Colpisce non soltanto con le armi, coi manganelli, con la repressione poliziesca; ma anche con l'usuale coretto del nulla tra le quali spicca un'autentica elegia: e non mi stupisco chi ne sia l'autore.

Berlusconi? Bossi? Beh, su quest'ultimo ci sarebbe da dire parecchio. Qualcuno dovrebbe chiedergli dove si trovi la Val di Susa, visto che gli garba tanto il Nord. Non mi risulta peraltro che sia molto lontana dal Monviso, dove nasce il suo famoso Po e dove va a riempire le ampolline da gettare ogni anno nella laguna veneta. Però questo buffone, quando una popolazione di montanari del nord si ribella fattivamente ad uno scempio di portata europea, come se ne sta zitto. Come tace. E il suo compare Maroni, altro leghista di merda che fa il ministro dell'interno dello stato italiano nei giorni feriali mentre la domenica va a fare il pagliaccio a Pontida, come manda le sue truppe. Buffoni e assassini. E poi c'è il nulla del nulla, la sublimazione dell'idiozia, il campione indiscusso del vuoto pneumatico: Pierferdinando Casini.

Oggi quest'ultimo ha rilasciato una dichiarazione di cui si sentiva la mancanza, per "mr Famigghia", infatti, i veri "eroi" in Val di Susa sarebbero "gli operai e i poliziotti". Nessun dubbio che, tra non molto, lui o altri (ri)tireranno fuori la classicissima stronzata di monsignor Pierpaolo Pasolini. Ora, non penso che sia necessario soffermarsi troppo sulle dichiarazioni dei politicanti di questo regime in decomposizione; però mi premeva far notare come il caporione di una cosca mafiosa vaticana aggiunga il suo vomito a quello dei fassini, dei chiapparini e di tutti gli altri "oppositori". Altro non intendo dire. Per dire altro, e me ne rendo perfettamente conto, oggi sarei dovuto essere in Val di Susa assieme a tutti gli altri. Assai poco eroicamente, invece, fra tre ore dovrò essere a sgobbare per tutta la notte. Non esistono gli "eroi", esistono soltanto schiavi. Ma chi si rende servo armato del potere, sia con un'arma sia con una ruspa, non merita nessuna giustificazione. Si merita soltanto l'elegia del nulla di uno o cento politicanti. La morte sua.