Questo il classico e lungo preambolo alla Venturik. Quasi sempre la piglio molto larga. Fatto sta che stamani, uscito dal turno di notte a base di marocchino ai giardini che si è fatto sí una Heineken, ma sul viso, di vecchia d'anche più di ottantacinque chili cascata dal letto mentre andava a pisciare e d'altra vecchia che non respirava (quarto piano: le vecchie che non respirano non stanno mai al pianterreno), ci avevo una famuccia delle mie. Tornando a casa, e passando per un periferico quartiere e popolare, dotato di centro commerciale naturale (a mio modesto parere l'inventore di tale espressione meriterebbe di essere messo a remare a vita su una galea granducale, ma lasciamo stare), ho parcheggiato la macchina e sono entrato con piglio deciso nel bar. Ci ero già stato altre volte, i panini e il caffè sono buoni, e lì a due passi c'è una vecchia e meravigliosa lapide che ricorda la lotta del quartiere contro il nazzifascismo. Sí, con due zete e non state tanto a sottilizzare: in realtà, parole come nazista, nazismo eccetera si scrivono con una zeta ma si pronunciano con due. L'ortografia è una convenzione, e manco poco fascista.
Neanche faccio in tempo a entrare nel bar, che sento la seguente conversazione tra il barrista (stesso ambiente fonetico del nazzista) e un cliente non attempato:
- Ma fanno proprio bene a bastonàlli tutti in Vardisusa!
- Sí, ma poi icché vogliano 'sti bleck blocche...io li manderei a Napoli a spalà la spazzatura!
- Ma lì 'un ci vanno miha...lì c'è da lavorà, brutti pelandroni...e gliela dare' io la Vardisusa...!
- Sì come quell'artro che gni spararono a Genova...dovevano sparagni a tutti anche lì...
- Comunque a Napoli so' tutti una massa di zozzoni...vedrai se 'un gni piglia i' colera anche stavorta...!
Poco più in là c'è un tabaccaio che vende anche birra e bibite. Siccome mi mancavano le sigarette, ne ho approfittato per bermi un succo di mela bello fresco. Col bicchierino di carta e tutto quanto. Il succo di mela è buono e fa bene. E magari, se tutti quanti cominciassero a disertare i luoghi dove il popolo va a bere caffeini e idiozia, alternando forche e pallone, montolivi e black bloc, prìncipi di merda che vanno sposi e lacrimogeni, cervelli all'ammasso e televisioni, non sarebbe mala cosa. E me ne son tornato a casa col sapore del succo di mela in bocca, e quel succo sapeva di non poche altre cose, ed era alla salute di quella gente lassù. Chissà, forse un montanaro valsusino deciderà di andare, durante una gita a Firenze, a fare colazione in quel bar; e sarà düra. Non per lui, ma per il barista.