lunedì 18 novembre 2013
La rivendicazione per l'eliminazione dei due nazisti di Alba Dorata da parte delle Forze Combattenti Popolari Rivoluzionarie. 1° Capitolo.
Questa
è la Rivendicazione per l'esecuzione dei due neonazisti di Alba
Dorata, avvenuta a Atene il 1° novembre 2013, così come pubblicata
su questa pagina (ignoro anche se su altre). Non sono a conoscenza se sia
stata già tradotta, parzialmente e/o integralmente, in italiano o in
altre lingue, ma ho deciso di non interessarmene e di procedere da
solo alla traduzione integrale, conoscendo a sufficienza il greco da
poterlo fare. La seguente traduzione è di uso totalmente libero,
vale a dire può essere riprodotta in tutto o in parte senza
chiedermene il consenso e anche senza indicare la fonte. E' stata
condotta assolutamente alla lettera, ma contiene qua e là (in nota) alcune
spiegazioni relative a termini ed espressioni particolari e/o a
personaggi o sigle nominate nel testo. Il documento originale consta
di diciotto pagine e verrà riprodotto secondo le sue varie parti,
via via che la traduzione procederà. Questa è la prima parte
(Rivendicazione materiale, esposizione dei fatti); corrisponde alle
prime tre pagine del testo originale. Al termine della traduzione
(che non è semplice), su richiesta via mail (k.riccardo@gmail.com)
fornirò a chiunque lo richieda il documento .PDF intero; uguale
richiesta potrà comunque essermi fatta anche per le singole parti.
[Riccardo Venturi]
RIVENDICAZIONE*i
DELL'ESECUZIONE DEI NEONAZISTI
“Non
combattiamo il fascismo assieme al governo, ma a dispetto del
governo. Sappiamo che nessun governo intende realmente eliminare il
fascismo, perché l'ordine borghese è costretto a ricorrere ad esso
ogni volta che vede il potere scivolargli dalle mani.”
Buenaventura
Durruti
Anarchico
spagnolo, membro della confederazione anarcosindacalista del lavoro
(CNT), fece parte dell'organizzazione armata Los Solidarios (I
Solidali) e della Federazione Anarchica Iberica (FAI), che organizzò
la tentata esecuzione del Re di Spagna. Partecipò all'insurrezione
armata del 1933; fondatore dell'omonima colonna che, dopo che fu
represso a Barcellona il tentativo di colpo di stato da parte di
Franco, liberò la Catalogna e la maggior parte dell'Aragona
stabilendo il comunismo anarchico. Fu ucciso nel novembre del 1936 a
Madrid durante l'assedio della città da parte dei fascisti di
Franco.
Le Forze Combattenti Popolari Rivoluzionarie [Mahómenes
Laïkés Epanastatikés Dynámeis] si assumono la responsabilità per
le esecuzioni di carattere politico dei fascisti membri del partito
neonazista Alba Dorata, i quali erano impegnati nella protezione
degli uffici del settore nord di Atene, a Neo Iraklio. L'attacco è
avvenuto come rappresaglia per l'assassinio di Pavlos Fyssas a
Keratsini da parte dell'albadorista Roupakiàs e di altre canaglie
che fanno parte del partito neonazista. L'attacco è ugualmente
dedicato al disprezzato proletariato africano e asiatico, ad ogni
immigrato oltraggiato che è continuo oggetto di razzismo allo scopo
di fornire manodopera a buon mercato. L'assassinio di Fyssas
costituisce un segnale di svolta, dato che ha rappresentato l'acme
della campagna omicida di Alba Dorata la quale, negli ultimi due anni
e particolarmente dopo il suo ingresso in parlamento, si è dedicata
sistematicamente a omicidi e pestaggi di immigrati lavoratori, a
aggressioni e pestaggi di simpatizzanti e attivisti di sinistraii
e anticapitalisti, tutto questo con la totale copertura da parte
della polizia “democratica”.
L'attacco-risposta armata agli uffici di Neo Iraklio è
il punto di partenza della campagna popolare affinché la spazzatura
neonazista di Alba Dorata sia rispedita dove le compete, vale a dire
nella pattumiera della storia. I discendenti di Efialteiii,
di Pelios Gousisiv
e di Nenekosv,
i discendenti dei fantocci dei tedeschi durante l'Occupazione, dei
“Chites”vi,
dei membri del “Battaglione di Sicurezza” e dei collaborazionisti
saranno annientati e rinfilati in nuove Pigades, come a Meligalàsvii dove nessuna polizia “democratica” potrà
proteggerli. I combattenti delle Forze Combattenti Popolari
Rivoluzionarie hanno messo in atto l'attacco dovuto al fatto che gli
uffici di Alba Dorata a Neo Iraklio si trovano a due passi dal
commissariato di polizia della zona, dato che i vigliacchi
albadoristi cercano di trovare protezione presso i cani armati dello
Stato, cioè la polizia, la quale collabora con loro. Del resto,
anche la loro sede centrale a Mesogia si trova di fronte alla scuola
di polizia nel parco Chorofylakìs.
La scelta di colpire i “beni di consumo” dei
parlamentari, e non questi ultimi, costituisce il seguente e
definitivo messaggio: Durante l'apparente “neutralizzazione” di
Alba Dorata ci sono state, sia pure in parte, “rivelazioni” sulla
vera natura degli albadoristi. Ora tutti sanno che è terminata
l'epoca della loro impunità. Ora chi si avvicina a loro, è loro
complice. Se si sceglie di essere loro compagno di strada, o di
trovarsi o nei loro pressi o nelle loro sedi. può comportare le
conseguenze che merita. Se chiunque, d'ora in poi, commetterà
violenze nei confronti di immigrati, simpatizzanti o militanti di
sinistra o anarchici, oppure qualsiasi tipo di azione di carattere
razzista o discriminatoria, la responsabilità sarà subita
esclusivamente da Alba Dorata anche se questa si trasferisse
direttamente dentro i commissariati di polizia. Chi si accosta ad
essi, d'altronde, non ha certo come alibi delle relazioni di tipo
clientelare: si tratta di nazisti, hanno fatto il giuramento del
“chitis”viii,
inneggiano alla Giunta dei Colonnelli e li affronteremo come nemici
del popolo. Gli elettori “raggirati”, questa massa di pezzenti
dalla coscienza borghese, non hanno più nessun alibi; lo stesso le
cerchie imprenditoriali che sostengono le loro “buone azioni”.
Tutti costoro hanno le loro impronte digitali sui loro pugnali
assassini. Lo stesso destino sarà condiviso in un modo o nell'altro
anche dalla Polizia greca, non soltanto perché il 50% degli agenti
votano per Alba Dorata, ma anche perché lavorano allo scoperto e
continuativamente assieme a Alba Dorata in quanto fascisti come loro
– difensori e mastini del capitale. Le pallottole da 9 mm sono
state ordinate dal loro deputato Michos, quando ha dichiarato che “ci
fermeranno solo sparandoci”.
L'assassinio a viso aperto di Pavlos Fyssas è la goccia
che ha fatto traboccare il vaso. In questa congiuntura economica,
suona come inizio della guerra civile di classe. La guerra civile
atipica e invisibile che era in atto a bassa intensità è venuta
allo scoperto e nel modo più palese. Responsabile di ciò è Alba
Dorata e, in particolare, le squadracce d'assalto di Nicea. Lo shock
provocato dalla decisione politica di Alba Dorata di assassinare per
mano di Roupakiàs ha comportato il dovere di eliminarla.
Chiunque sia dotato di un pensiero, seguendo il processo
della loro “neutralizzazione” e della loro riformazione in
futuro, potrà accorgersi che niente è finito e che, anzi, tutto
comincia.ix
L'andamento dei fatti sarebbe stato molto differente se
l'assassino, Roupakiàs, non fosse stato catturato. Se, come è
successo in tanti altri casi di uccisioni o pestaggi di immigrati,
gli autori fossero rimasti sconosciuti. Invece, si direbbe per
sfortuna, l'assassino Roupakiàs è stato arrestato; il quale non ha
esitato neanche un po' a rivelare subito alla polizia la sua identità
politica e di essere membro di Alba Dorata, sperando apertamente non
solo nella sua protezione, ma anche di quella del governo, come del
resto è accaduto in tanti altri casi di pestaggi, accoltellamenti,
uccisioni di immigrati e aggressioni. La copertura degli assassini da
parte della polizia è stata dichiarata certa dalla compagna di
Fyssas, che era presente al suo assassinio a freddo e che ha cercato
aiuto dagli sbirri che si trovavano là. La loro aperta indifferenza
alla ragazza di Fyssas che li stava avvertendo che “lo avrebbero
ammazzato” e il loro gelido infischiarsene dopo che era già stato
ammazzato dimostrano la loro mirabile collaborazione coi fascisti. La
poliziotta che ha effettuato l'arresto dicendo “no, anche i
coltelli, cazzo ragazzi!”, si trovava piuttosto al di fuori della
scena del crimine e la sola cosa che sapeva era che si trattava di un
pestaggio, con il quale era d'accordo come era avvenuto innumerevoli
altre volte per aggressioni fasciste. Ci sarebbe da chiedersi che
fine abbia fatto l'indagine sul perché la Squadra Motociclistica
della Poliziax
si sia fermata. Perché Dendiasxi
ha smentito le deposizioni dei testimoni oculari in base alle quali
soltanto una poliziotta ha effettuato l'arresto e che gli altri non
hanno fatto assolutamente nulla, e poi ha dichiarato che “solo i
poliziotti che erano là hanno effettuato l'arresto”? Dendias sa
che c'era un accordo tra i poliziotti e i fascisti per l'attacco teso
a uccidere, e tuttavia li ha coperti affinché i poliziotti non
fossero incolpati dell'assassinio -e, per estensione, anche lui
stesso.
Il colpo inferto dal governo alla “formazione”
fascista è consistito nel calmare l'imbarazzata rabbia della UE,
nella mercificazione e assimilazione del movimento antifascista e
nelle accuse di perversione sessuale rivolte al defunto Pavlos
Fyssas. E pure nel tentativo di carpire il necessario sostegno
popolare. I dirigenti politici, dunque, si sono dati alla demagogia
comunitaria, alla trasformazione dei fatti in un'occasione
meravigliosa per raccattare i voti del “popolo di destra” come
risultato della lotta di potere interna sul terreno della
controrivoluzione. Per esibire l'annuncio di guerra con la teoria dei
due estremismi, con il decisionismo e con la volontà del mondo
politico borghese di condurre una guerra spietata contro il
proletariato non sottomesso. Guerra che assicurerà la pace sociale e
la necessaria normalità politica per poter investire nello sviluppo.
La storia insegna chiaramente che il fascismo non si
spezza in parlamento con le leggi, e che il fascismo si elimina
soltanto combattendo per le strade. Che la democrazia borghese non ha
mai combattuto il fascismo e che ha voluto sempre controllarlo. Che
il fascismo è semplicemente la forma bruta del capitalismo. Che i
fascisti, nonostante tutte le loro ambizioni, non sono mai stati così
indipendenti come avrebbero voluto.
I fascisti di Alba Dorata sono stati da sempre compagni
di strada e alleati di Nuova Democrazia. Hanno radici politiche
comuni, hanno partecipato assieme alle lotte interne al potere e
hanno simboli comuni. I fascisti sono stati da sempre dei bugiardi di
professione e i più grandi camaleonti politici. Per quante camicie
abbiano cambiato, non devono apparire più belli agli occhi di
nessuno. In ogni quartiere, in ogni luogo, gli antifascisti, senza
incaricare mai lo Stato o cedergli terreno, senza limitarsi soltanto
alla controinformazione o a denunce con l'errore di esercitare
pressioni politiche, devono, con le proprie energie e con forze
esigue, autonome ed agili, schiacciare i fascisti nel senso letterale
del termine. Procedere combattivamente, trovare metodi, misure e
tattiche con mezzi “casalinghi”, con ciò che è indispensabile,
con ciò che è necessario e con ciò che è richiesto. In Grecia,
senza che vada perduta la lotta antistatale, il movimento sovversivo
deve procedere alla distruzione materiale delle infrastrutture di
Alba Dorata e agire in modo coordinato contro chi ne fa fisicamente
parte. Contro i gerarchi, i capi, i quadri, i membri, la manovalanza
e i motociclisti. Le teste vanno loro aperte col martello, le mani
vanno loro tagliate con la falce. A mo' d'esempio.
Note al Primo Capitolo
iAlla
lettera: “Assunzione di responsabilità” (ndt)
iiNel
testo originale, soltanto “di persone di sinistra”, o meglio, di
“sinistri” (αριστερών). Qui
è stato compiuto un logico adattamento. (ndt)
iiiQui
il riferimento è a Efialte di Trachis, un soldato greco che nel 480
a.C. tradì gli Spartani di Leonida I. (ndt)
ivPelios
Gousis, o Peliogousis, era un suliota che, durante la guerra di
indipendenza greca del 1821, tradì la propria regione (il Soulios),
consegnandola agli ottomani. (ndt)
vDimitrios
Nenekos, ai tempi della guerra di indipendenza greca del 1821, era
comandante militare della provincia di Patrasso. Dopo aver
combattuto lealmente, nel 1825 passò improvvisamente dalla parte
dei turchi di Ibrahim Pascià. E' considerato tra i principali
traditori della Grecia. (ndt)
viVale
a dire i membri dell' “Organizzazione X” [“X” sta per la
lettera greca “chi”, da cui “Chites”, ovvero qualcosa come
“Chi-isti”], milizia paramilitare di estrema destra durante
l'Occupazione nazifascista della Grecia. (ndt)
viiA
Meligalàs, in Messenia, si svolse nel 1944 una battaglia tra le
forze della Resistenza comunista dell'EAM-ELAS di Aris Velouchiotis
e il “Battaglione di Sicurezza” collaborazionista. Prevalsero le
forze antifasciste, che massacrarono tutti i fascisti
collaborazionisti. A Pigada, nei pressi di Meligalàs, si trova il
cimitero dei membri del “Battaglione di Sicurezza”, che dopo la
sconfitta della Resistenza comunista nella guerra civile greca
(1946-1949) furono pubblicamente onorati ogni anno fino al 1974, con
la fine della dittatura dei Colonnelli. (ndt)
viii
Si veda la nota vi. “Chitis” è il singolare di “Chites”
(ndt)
ixConcetto
espresso da Raoul Vaneigem nella celebre canzone La vie s'écoule,
la vie s'enfuit: “Rien n'est fini mais tout commence et va mûrir
dans la violence.” (ndt)
xNel
testo originale: Ομάδα Δίας, laddove
“Δίας” è
acronimo di Δίκυκλης Αστυνομεύσης
(ovvero “Squadra di Pubblica Sicurezza
Motociclistica”); in pratica, però, significa anche “Squadra di
Zeus”. (ndt)
xiMinistro
dell'interno greco del “governo di larghe intese” di Samaràs.