mercoledì 5 marzo 2014
Il piccolo Renzie al liceo
L'avversione del qui presente nei confronti di Facebook e degli altri "social network" è oramai passata in proverbio o quasi; ciononostante, stamani, per vie estremamente traverse, mi è arrivata un' interessante cosina proprio dal Socialon de' Socialoni, ripresa da un accàunte intestato a tale "Duccio Braccaloni". Così, con due "c"; ma specifico che "bracalone" (con una "c" sola), nella fiorentina favella significa qualcosa come "sciamannato, che va in giro con la camicia fuori dai pantaloni e gni si vèdano le mutande", e cose del genere.
La cosina ha a che fare con un proto-Matteo Renzi risalente al 1991, quando l'attuale premier era ancora al liceo (il classico "Dante" di piazza della Vittoria, ricettacolo dei rampolli della borghesia fiorentina); essendo del '75, all'epoca aveva sedici anni. Così viene descritto il Matteino sedicenne nella pagina del Libro de' Ceffi, evidentemente da qualcuno che era a scuola (o addirittura in classe) con lui:
" Al liceo MATTEO RENZI era un fervente democristiano che già rompeva le
scatole a tutti con manie da megalomane, voglia di essere leader a tutti
i costi e atteggiamenti da pavone religioso (tutte le mattine pregava
dietro l'edicola di piazza della Vittoria prima di entrare in classe).
Alle elezioni di Istituto presentò una lista dal ridondante slogan “Al
buio meglio accendere una luce che maledire l’oscurità”... e perse..
Questa è una vignetta del 1991 che lo prende in giro, tratta da «Il
divino», mensile del liceo ginnasio Dante di Firenze.. Per fare la
campagna elettorale distribuiva pacchetti di fiammiferi con la frase
'non maledire il buio, accendi una candela'. Molti rispondevamo: datti
foco!..."