martedì 29 luglio 2014

Un dizionario di francese


Si dice che Gaetano Bresci, quando fu rinchiuso nell'ergastolo di Santo Stefano, sull'isola di Ventotene, si azzardò a chiedere se potesse avere qualche libro. Era persona di buona cultura, seppur autodidatta, ed era particolarmente dotato per l'apprendimento delle lingue; una volta emigrato a Paterson era stato fra i pochi italiani ad aver imparato rapidamente, e perfettamente, la lingua inglese. Dalla direzione dell'ergastolo dove era stato sepolto, e da dove sarebbe uscito morto non più di due anni dopo, gli fu risposto che, in quel momento, nella biblioteca del carcere si trovavano tre soli libri: le "Vite dei Santi", una Bibbia, e un vecchio dizionario scolastico di francese. Gaetano Bresci chiese di poter avere il dizionario; e gli fu concesso. Si mise ad imparare il francese da un dizionario bisunto, mandando a memoria parole su parole e senza poter scrivere nulla; l'apprendimento linguistico ridotto alla sua nudità. La parola. Anche quando fu ritrovato morto nella sua cella, ufficialmente suicida ma con parecchi e fondati dubbi al riguardo, il vecchio dizionario di francese era là vicino al cadavere.
Qualche tempo fa mi ero immaginato alcune delle parole che Gaetano Bresci potrebbe aver cercato in quel volume, per impararle; e che furono uniche testimoni della sua morte. Sono queste:

Prigione, Prison. Di là dal muro,
anzi, da ogni muro di pietre e frusta,
qualcosa che porta tracce di vento
e mare;

Catena, Chaîne. Le braccia, le mani
asservite al peso del silenzio duro
che sopporto; sfogliando pagine,
parole.

Luce, Lumière. Violenta a volte,
come nata dai refoli di sale,
ed altre senza nerbo, inane,
muta.

Potere, Pouvoir. A questa pagina
schizza dal fondo un'ignota
ma sempre presente scintilla
di rabbia;

Guardiano, Gardien. Roco macigno
di polverosa obbedienza al nulla,
di povertà d'ingranaggio secco,
di grido.

Merda, Merde. Apprendo questa
sontuosa, magnifica parola di storia
mentre riempio il bugliolo consunto
dei miei escrementi;

Pensiero, Pensée. Il volo durante
le ore più buie e infinite,
rumori che chiedono vita nascosta
e disfatta.

Il Re. Le Roi. Non so fare a meno
di premere il dito su quella parola,
come su quel grilletto nel parco
di luglio;

La Morte. La Mort. S'indugia e già viene
per mano dell'Istituzione suadente,
la tomba ed un numero scarno
nel suolo.