giovedì 13 novembre 2014
Accise
Dal
primo di gennaio, come si è saputo in questi giorni, aumenteranno i
prezzi dei tabacchi. Sai che novità. Sigarette di fascia
bassa (quelle attualmente a quattro euri, o quattro e
dieci), sigari, ogni cosa tranne il tabacco da fiuto (alzi la mano
chi ne ha mai visto una bustina; io sì, ma una sola volta nella
vita, di marca “Perugia”). Poi ci sono le sigarette
elettroniche, che ancora non ho capito che cazzo siano (ma
sono notoriamente un po' tardo). Quando vennero fuori, credevo
bisognasse fumare attaccati a una presa di corrente, ché così si
piglia la scossa e passa alla svelta il vizio del fumo. Poi, un
giorno, me ne hanno fatta vedere una (una specie di stilografica da
dove esce del vapore), e anche assaggiarla: sembrava una boccata di
quell'acquerugiola al bagnoschiuma che c'è in bagno dopo aver fatto
una doccia bollente, come buttare giù “Tesori d'Oriente” o Pino
Silvestre. Insomma, le “sigarette elettroniche”, che sono state
comunque stroncate a colpi di tasse quando erano di moda, ora sembra
che verranno ritirate su con sconti e facilitazioni. Bisognava
eliminarle quando l'ondatona di moda faceva diminuire le vendite di
tabacchi, con conseguente deficit di entrate; ma, certamente, a tutto
questo ha contribuito la presa di coscienza che fanno veramente
cacare il maiale. E così sono finite in cassettacci dimenticati,
dopo esser costate un visibilio agli imbecilli che ci sono cascati.
Buon pro. Insomma, su: fra un mese e mezzo addio alle Chesterfield a
4,10 (ma ancora a 4 euri il pacchetto morbido), alle Rothmans, alle
John Player Special, alle L&M. Vecchissime marche che mi ricordo
da pischello, e che erano allora sigarette ricercate e addirittura
suddivise politicamente (ad esempio, le JPS, assieme alle Dunhill,
erano sigarette da pottini fascisti). Addio anche ai cigarillos a
6,20 (4,30 quelli più corti), alle “Yesmoke” che costano
addirittura 3,80 ma è come fumare cartone ondulato, ai pacchettini
da dieci a due euri (o 2,10) e a tutto il resto.
A
questo punto mi è venuta in mente una storia che non esito a
definire “alla Saramago”.
Lo scrittore portoghese era famoso per far piombare su città non
identificate dei fatti quantomeno curiosi: un giorno, ad esempio, in
una grande città tutti diventano ciechi e ne succedono di tutti i
colori. Un altro giorno, anni dopo, nella stessa città tutti
smettono di andare a votare alle elezioni, ed è il caos. Ecco, a me
è venuto in mente quanto segue: il 2 di gennaio, tutti quanti si
smette di fumare. Di colpo, e veramente
tutti.
Come se il tabacco non fosse mai esistito. Come se la pianta fosse
radiata dalle solanacee. Come se monsieur Nicot fosse una confusa
leggenda dei miti del grande Cthulhu, che so io,Yog-Nicoth (il dio cieco e idiota che fuma le Merit al centro dell'universo), oppure Shub-Nikothath, il capro
dalle mille Gitanes.
Sono
certo che accadrebbero delle cose ancor più curiose della cecità e
dell'astensione. Prima cosa: niente più accise.
“Accise” resterebbe solo il passato remoto del verbo “accidere”,
quello di ie t'accide, disse, e
l'accise a curtellate. Lo
Stato si troverebbe, nell'arco di un giorno, totalmente privo di
questo consistente introito; e se ne vedrebbero delle belle.
Passerebbero due, tre, dieci, cento giorni; e le autorità statali
sarebbero prese dal panico più totale. Non ho sottomano le cifre
relative al gettito fiscale della vendita dei tabacchi; ma, visto che
si ricorre sempre a quello, presumo debba essere di non poco conto.
Bisognerebbe correre ai ripari, mentre la gente si disintossica in
massa. Innanzitutto, diminuzione drastica del prezzo dei tabacchi; le
Chesterfield rosse a 1 euro e dieci, quelle morbide a 90 centesimi.
Le Yesmoke a quaranta centesimi con aggiunta di ottimo truciolato.
Le Lucky Strike, it's toasted, a due euri ma proprio perché le son
bòne. I cigarillos, tiè, a due e cinquanta. Ma nulla da fare. Non
funzia. Si prova con altri mezzi: dai pacchetti, in barba alle
normative uropèe
(quelle dell'Uròpa) scompaiono le scritte terroristiche nei
riquadrini, e compaiono al loro posto slogan come Chi
fuma campa cent'anni,
Donne incinte, fumare vi aumenta
il latte, Fumare provoca il Capricorno (Sagittario, la Vergine, la
Bilancia, l'Ariete;
tutti i segni ad esclusione tassativa del Cancro),
Il fumo provoca enormi benefici cardiovascolari
oppure Se vuoi ricominciare a
fumare, manda in culo il tuo medico e vai dal tabaccajo.
Nisba. Non funziona neppure questo. Intanto le casse dello Stato si
prosciugano e bisogna escogitare qualcosa di nuovo: tassazione
dell'acqua potabile (una misura fantascientifica!), istituzione
dell'IMECA (Imposta sulla Merda Cacata) e via discorrendo. La pace
sociale ne
risulta compromessa; si passa allora alla pubblica
esecuzione,
previa spietata fustigazione di: oncologi, cardiologi, pneumologi,
eccetera. Tutti i più spietati nemici del fumo eliminati mediante
inalazione forzata di concentrato di Gitanes Papier-Maïs, Celtiques,
Gauloises vere (non quelle “finte” degli ultimi anni), Alfa,
Stop, Roth-Händle (le sigarette più forti della storia), Trinciato
Forte e Esportazione senza filtro. Al prof. Veronesi viene riservata
un'esecuzione esemplare, aggiungendo al suddetto concentrato anche
una cospicua dose di Pack al mentolo (le ho fumate durante il celebre
sciopero dei tabaccai del '93, confesso). Ma nulla da fare. Sulle TV
e su tutti i media si moltiplicano gli appelli a riprendere a fumare,
con accessi di estrema sincerità. Il ministro delle Finanze, ad
esempio, dichiara solennemente a Porta
a Porta:
“Cittadine
e cittadini, a noialtri della vostra salute non ce ne fregava
assolutamente un cazzo. Si faceva così per fare, per dare una patina
di salutismo a tutto quanto, ben certi che avreste continuato a
fumare e che noi avremmo potuto aumentare il prezzo dei tabacchi
quanto minchia ci pareva. Le campagne contro il fumo? Cazzate. I
divieti? Da oggi è, con decreto-legge n° 453 ecc. ecc., di nuovo
consentito fumare nei locali e negli uffici pubblici, nei cinema, sui
treni, sugli aeroplani, nelle scuole, persino negli ospedali. I
sindaci che si proveranno a emettere ordinanze di divieto nei parchi
con la scusa dei “bambini” verranno immediatamente destituiti, e
a tale riguardo si sta riattando il Panopticon di Ventotene.
Cittadine e cittadine, diocagnàccio, ripigliate a fumare come turchi
sennò si va in rovina!”
Ma
niente da fare. Sui giornali cominciano a comparire quotidianamente
notizie del genere: “Una corte del Delaware condanna cittadino a
risarcire ventitré milioni di dollari alla Philip Morris”.
Liberalizzata completamente la pubblicità delle sigarette; si
comincia a vederle anche come sponsor delle squadre di calcio. La
Juventus opta per le Davidoff, sigarette di classe superiore; la Roma
per le popolari MS; la Lazio si rivela fedele al passato e sceglie le
AOI (Africa Orientale Italiana), quelle che fecero dire ai comandi
militari inglesi che gli italiani li avrebbero sconfitti se le
avessero lanciate al posto delle bombe; la Fiorentina espone sulla
classica maglia viola il logo dei sigari toscani; il Sassuolo si deve
accontentare delle Nazionali Semplici. Per quanto riguarda la Formula
1, il GP d'Italia a Monza cambia nome in “Gran Premio Camel Lait”.
Ma nulla, assolutamente nulla, sembra funzionare. Tutti hanno, anzi
abbiamo, smesso di fumare. Hanno voglia a insistere; addio alle
accise.
Le
storie di Saramago, va detto, hanno una fine. I ciechi ricominciano a
vedere, e gli astensionisti -magari un po' con le cattive- a votare.
Questa storia qua, invece, non ha una fine. Nonostante tutti gli
sforzi che io possa fare, non sarò mai José Saramago; questo è un
blogghino da quattro soldi bucati (che, peraltro, mi ha provocato
diversi guai giudiziari ma questo è un altro discorso) e l'unico
premio cui
posso ambire è la sorpresina nelle patatine. Anzi, nemmeno quella,
perché da quando il grande Rocco Siffredi fa la pubblicità
censurata, compro sempre e solo le patatine Amica (che ci hanno il sacchetto trasparente e, quindi, niente sopresina. Però so' bone.)
Non
ha un fine, questa storia, e non lo avrà. Solo che, come del resto
quelle di Saramago, questa penso abbia un qualche fondamento. Lo
Stato fa dei bei soldoni sui tabacchi, però fa pure le “campagne
antifumo”. Lo Stato aumenta a dismisura i prezzi delle sigarette,
dicendo che “è una misura che contribuisce alla salute pubblica”,
ma intanto incamera tutti gli introiti fiscali. Lo Stato parla dei
“costi sociali” derivati dalle malattie dovute (anche) al fumo,
però fa continui tagli alla sanità e, in larga misura, la
privatizza. Lo Stato è quello dei divieti ovunque strombazzati, ma è quello che va, con tanto di primo ministro, a inaugurare in pompa magna lo stabilimento Philip Morris a Bologna che produrrà le sigarette a cialda (o come saranno? Si infileranno nella macchinetta del caffè?). Perché allo Stato non importa una bella sega di te, dei
tuoi polmoni, dei tuoi cancri e di tutto il resto. Lo Stato è quello
del “gioco responsabile”, e che però incassa non si sa quanto
spennando i pensionati al minimo con gli ignobili Gratta e Vinci. Lo
Stato bisognerebbe acciderlo,
e basta.