lunedì 3 novembre 2014
L'Inesistenza.
Stefano Cucchi non
esiste, e non è mai esistito.
Non è quindi questione
di una “sentenza”, di colpevolezze, di assoluzioni e di simili
idiozie. Stefano Cucchi è un niente con un nome ed un cognome.
Poteva chiamarsi in qualsiasi altro modo; con un altro nome umano,
con quello di un animale (tipo un'orsa), con quello di una pianta o
di un minerale. Non ha importanza, perché è, ed è stato, il nulla.
Il nulla governato dal caso. Il minerale Ferro incontra il minatore
che lo scava e lo scinde. La pianta Quercia incontra il boscaiolo che
la abbatte. L'animale Orsa incontra il fungaiolo e l'amministrazione
provinciale di Trento. Stefano Cucchi incontra le “Forze
dell'Ordine”.
Sarebbe bene abituarsi ad
applicare tutto ciò a noi stessi, perché siamo dei nulla del tutto
uguali a Stefano Cucchi. Abbiamo dei nomi, ci chiamiamo Riccardo
Venturi o Riccardo Magherini. Ci chiamiamo Marcello Mastroianni o
Marcello Lonzi. Giuseppe Garibaldi o Giuseppe Uva. Federico Fellini o
Federico Aldrovandi. Ci possono essere state occasioni in cui siamo
passati, senza saperlo, uno accanto all'altro; magari trenta secondi
prima che il fato mettesse sulla tua strada la donna della tua vita,
e su quella del tuo vicino una pattuglia di carabinieri. Le parti
potrebbero essere state invertite.
Si dovrebbe imparare a
considerarci tutti quanti Stefano Cucchi, e a ringraziare il destino,
gli dèi, le Moire, il fato, Padre Giove, Carlo Marx e persino Dio di
averci permesso, almeno finora, di continuare a non esistere. Di
procedere beati nel nostro niente. Di assaporare la nostra totale
impotenza quotidiana. Di commettere i nostri errori e le nostre
bellezze. Di procurare un centesimo di bene e un centesimo di male.
Di suscitare ora amore, ora odio, e più spesso indifferenza.
Al nulla che per una
trentina d'anni è andato sotto il nome di “Stefano Cucchi”
questo non è stato permesso. Sulla sua strada, una sera, è capitato
il Potere. E il Potere è sempre Assoluto. “Assoluto” significa
“sciolto”. Compito del Potere è schiacciare il nulla, a caso,
senza nessuna logica. Il Potere schiaccia e elimina in quanto tale.
Ha a sua disposizione mezzi illimitati, tra i quali una serie di
uomini armati che, all'occorrenza, sanno svolgere i loro compiti
anche senza le armi. A mani nude, coi piedi, con prese speciali e
immobilizzanti.
Questi uomini hanno un
Potere Assoluto, che è loro demandato. Avere un Potere Assoluto non
significa necessariamente uccidere, eliminare, ferire; tutt'altro.
Significa spesso, anzi, riservarsi il Potere di risparmiare. Di
passare da un'altra parte. Di impersonare il caso o la sorte. Una
sera qualsiasi di un giorno qualsiasi, però, decidono di togliere
dal mondo qualche inesistenza dotata di nome e cognome anagrafico.
Non se ne accorgerà nessuno. Che cosa danno al mondo gli
stefanocucchi, i riccardomagherini, i federicoaldrovandi? Nulla. E,
allora, si può procedere.
Sanno bene di non avere
niente da temere. Sono parte del Potere, e, come tali, sono appunto
Assoluti. Sciolti. Possono contare su tutte le altre componenti del
Potere: quella armata di codici, leggi, giustizie e galere (quando
non di ghigliottine, sedie elettriche e iniezioni letali); quella
armata di televisioni, giornali e altri mezzi di comunicazione;
quella armata di parlamenti, presidenze, organismi, istituzioni,
eletti, sindacati; quella armata di soldi; e, naturalmente, quella
armata di armi, di pugni, di prese, di palestre, di addestramenti. E
anche di quella armata di nulla come te, precisamente come te.
Per uno stefanocucchi
eliminato c'è sempre uno stefanocucchi che, in quell'esatto momento,
sta eliminando o contribuire a eliminare. Per un riccardomagherini
che crepa sul selciato urlando di avere un figlio, c'è sempre un
riccardomagherini che, in quel preciso istante, sta applaudendo
bovinamente alla sua morte. Per un riccardoventuri che scrive,
stasera, queste cose, c'è sempre un riccardoventuri che sta, proprio
adesso, preparandosi a mettersi sulla strada di qualcuno. Perché
Potere Assoluto siamo anche noialtre nullità, noialtre inesistenze.
Quando decidiamo non solo di tacere, ma anche di sostenere. Almeno
fino alla sera in cui nostro figlio, nostro padre, nostro fratello,
un nostro amico, non incontra il suo destino vestito di una qualche
divisa identificativa del Potere. O anche senza divisa.
A questo punto, si
dovrebbe avere appreso definitivamente tutta quanta la procedura.
Interviene tutto un campionario di cose. Intervengono le frasi
preconfezionate, i padri di famiglia, i 1200 euro al mese.
Intervengono le perizie, le
controperizie. Interviene sempre qualcuno che vuole fare
luce sul deprecabile episodio.
Intervengono i sap, i coisp, i pup, i top, i gulp, i ciup.
Intervengono i primi gradi, i secondi gradi, i terzi gradi, gli
appelli, le cassazioni, le procure, le magistrature. Tutte queste
cose, enunciate una dietro l'altra, dovrebbero essere sufficienti a
farci capire il nostro livello assai più che infimo: siamo l'
Inesistenza. Siamo tutti degli stefanocucchi, ma non in senso
solidaristico come sovente viene fatto di dire con collaudata figura
retorica. Siamo degli stefanocucchi in quanto a lui è toccato, ma a
noi -per ora- no. Ci potrebbe capitare domani, doman l'altro, fra
anni. Oppure mai. Oppure in parte. Oppure.
Ci
sarà, in tale caso, sempre un modo per dirci che ce la siamo andata
a cercare. O perché si è drogati. O perché s'è agitati. O perché
s'è strani. O perché si tira l'estintore. O perché si è stati
convocati in questura una sera di dicembre. O perché si passava in
motorino senza assicurazione e non ci si è fermati all'alt di quelli
armati di armi. Sei il nulla, sei l'Inesistenza, eppure occorre
distruggerti ulteriormente. La tua Inesistenza deve comunque
giustificare la tua Eliminazione.
Intervengono,
poi, altre cose.
Intervengono
le famiglie, a loro
volta formate da altre Inesistenze, che cercano sempre la Giustizia.
“Giustizia per [ ] (scrivere nome a caso, anche il proprio)”.
Le famiglie, per bocca
loro o per quella dei loro legali,
credono sempre nella Giustizia. Una volta, tempo fa, mi era venuto di
fare un gentile paragone: come uno che si è appena tirato una
martellata sui coglioni, e gridasse subito dopo: “Credo nei
martelli!”. Traduzione. Le famiglie
dichiarano di credere nello stesso Stato che ha appena eliminato il
loro congiunto. Mai nessuno che si decida a dichiarare le cose come
stanno e ne prenda atto, per esempio, nel modo che segue:
“Mio
figlio, Inesistente de' Inesistentis, ha avuto uno sculo della
madonna. Non ha fatto un cazzo di nulla, ma disturbava la quiete di
altri Inesistenti come lui e come me, e questi hanno chiamato le
forzedellòrdine che lo hanno ammazzato. Così è. Non state a
scomodarvi tanto per fare comitati, manifestazioni, siti internet,
gruppi facebook. Non andate in televisione, lasciatela a X-Factor e
al Processo del Lunedì. Però sappiate che, nella Giustizia,
noi non ci crediamo una beata sega, e non ce ne importa nemmeno
nulla. Ci importerebbe cambiare nelle barbe delle radici tutto ciò
che ha prodotto, tra le altre cose, la morte di mio figlio; ma
bisognerebbe essere parecchi, e incazzati neri. E pure disposti a
tradurre questa cosa in spiacevoli pratiche, e ficcatevi pure nel
culo la nonviolenza e
altre simili puttanate. Non presenteremo denuncia, seppelliremo
nostro figlio, gli avvocati possono pure accomodarsi e andate tutti
in culo. Distinti saluti.”
Nelle
famiglie, invece, c'è
sempre l'Inesistenza che emerge. C'è Ilaria, c'è Haidi, c'è la
Peppina, c'è Geroboamo o chi per essi. Va a finire, sempre, che dopo
il processo in cui il
Potere, ovviamente, non ha condannato se stesso (non tutti possono
avere una Uno bianca), l'Inesistenza di Riferimento, quella che
all'inizio ha dichiarato di credere nella giustizia,
si ritrova, come logica vuole, a nulla. Le dichiarazioni, a questo
punto, obbediscono anch'esse ad una procedura consolidata: la più
tipica, quella secondo cui lo stefanocucchi di turno è stato
ammazzato X volte (2,
3, ad libitum). Quante volte sarà stato ammazzato marcellolonzi? E
il federicoaldrovandi, ammazzato di botte, di coisp, di giovanardi?
Fortunato quasi Franco Serantini, il cui nome era peraltro stato
inventato di sana pianta. Quando incontri il tuo destino armato e in
divisa, sarebbe meglio non avere nessuna famiglia.
Nessuna sorella, nessuna madre che dichiarano di credere
nella giustizia. Franco
Serantini ebbe qualcuno che pronunciò, scrisse e cantò: Sarai
vendicato.