mercoledì 19 novembre 2014
Nella vecchia Pisapìa, ìa, ìa, oh
Il
bello è che, quando lo avevano eletto
col suo bravo “ballottaggio”, gli avversari
erano quasi convinti che lo avessero “votato” pure quelli
dei centri sociali; anzi, era
tout court il “sindaco dei centri sociali e degli immigrati”, il
Pisapia (io lo dicevo fin da subito che a Pisa-pia preferivo Livorno
atea!). Ora, dovete sapere che i “centri sociali”, in generale, sono visti come una sorta di monolito, di massa
granitica e indifferenziata; tutto questo per dire che non escludo
affatto che diversi militanti, appartenenti o frequentatori di centri
sociali milanesi abbiano messo la loro crocetta sul nome
dell'avvocato progressista,
nel maggio del 2011. Del resto, era o non era stato candidato a
sindaco, inizialmente, da “Sinistra Ecologia e Libertà” e dalla
Federazione della Sinistra, mandando in soffitta
il candidato piddino Boeri alle primarie? E,
nella sua storia personale, aveva o non aveva persino quattro mesi
d'ingiusta galera per banda armata
nell'ambito di un'inchiesta su Prima Linea e sui
CCR?
Beh,
state tranquilli, cari meneghini. Lo sciur Pisapìa ne ha fatta, di
strada. Altro che “centri sociali”, e l'unica banda
armata cui appartiene
attualmente è quella armata dallo Stato, altresì detta
genericamente Forze dell'Ordine.
Quella banda che manda a sgomberarli,
i “centri sociali”, con gran dispiegamento di mezzi, con i media
di regime già pronti a fare il computo degli “agenti feriti”,
con gli arresti di prammatica e con le giustificazioni “progressiste”
precotte. Non che si potesse nutrire alcun dubbio, però in questi
giorni il borgomastro ha fatto il tanto atteso outing
definitivo: è dei vostri.
Anema e core. Senza se e senza ma. Mentre interi quartieri di Milano
affogano compresi cani e gatti, lui cosa fa? Annuncia il pugno
duro e la tolleranza
zero contro le occupazioni. Un
dettame governativo incarnato. Via il Corvaccio, via il Rosa Nera,
difesi soprattutto dagli occupanti delle case ALER. Le classiche
dichiarazioni con la mascheratura “sociale”: “Le
occupazioni abusive tolgono la casa a chi ne ha diritto”.
In questi ultimi anni, specialmente in tonnellate di chiacchiere
internettare, protagonista è stata la barricata; tutti
quanti, almeno per una volta, ci siamo ritrovati su fantomatiche
barricate da dove
sparavamo soprattutto cazzate. Ebbene, sembra passato inosservato il
fatto che ieri, al Corvetto, le barricate sono state fatte per
davvero. Da un manipolo di occupanti che si opponevano allo sgombero
di due spazi sociali di quartiere a cura del borgomastro
progressista. Le
barricate tanto evocate si sono manifestate in una giornata milanese
novembrina in una via Ravenna qualsiasi. Altro che Comune di Parigi,
questo è il Comune di Milano.
E
si capisce anche. Il borgomastro può andare fiero di essere
finalmente diventato un sindaco di Milano come tutti gli altri. Con
gli stessi attributi di una Moratti. Un sindaco della legalità,
per la quale è in prima linea (ops!). Il più tipico SS (Sindaco
Sgomberatore) del XXI secolo. Un sinistro ecologico libero. Un
incassatore di plàusi da parte della stampa imbeddata. Un
preoccupato del Salvini che monta, sennò alle prossime elezioni
stai
a vedere che vince la Lega. Un Merola, che prende al volo la cacciata
di Salvini da Bologna per annunciare il giro
di vite
sui centri sociali bolognesi (quelli che devono fare solo “musica e
cultura”). E, a questo giro, mi tocca, a me noto mangiaprefetti,
citare il prefetto
di Milano,
Francesco Paolo Tronca, che, dopo le roboanti dichiarazioni del
Pisapìa, lo smentisce di fatto annunciando che "Oggi
non parte nessuna task force e nessun blitz, per noi le occupazioni
sono un problema di disagio e fragilità sociale."
Intanto, però, “Gli sgomberi decisi settimanalmente dal
tavolo tecnico-operativo della Questura proseguiranno come da
programma”. Ecco, bisogna
proprio immaginarcelo, il Pisapìa, seduto a quel “tavolo
tecnico-operativo della Questura”. Un ometto di potere come quegli
altri, e niente più.
Cara,
vecchia Milano. Credevi, ah ah, di aver voltato pagina nel 2011.
Avevi suscitato speranze,
dimostrando una volta di più che la “speranza” è un concetto
viscidamente cattolico e congelante. E anche preoccupazioni. Bene,
eccotelo qua il tuo bel sìndaco tradizionale.
Puoi tirare un gran sospiro di sollievo.