domenica 27 dicembre 2009

Scaletta dell'Odio per l'anno 2010


29 gennaio 2010. Uno squilibrato aggredisce il segretario della “Nuova DC”, nonché ministro per l'attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, sorprendendolo all'uscita di un cinema a luci rosse dove si proietta una retrospettiva di Gabriel Pontello. Lo squilibrato gli tira addosso un fallo di bronzo gridando, assai in tema, ifix tchen tchen! Accade però l'impensabile: il fallo bronzeo aderisce perfettamente alla testa del ministro, come ne facesse parte inscindibile. L'importante politico resta illeso, ma i medici sentenziano che dovrà restare vita natural durante con il cazzo in testa in quanto la sua rimozione comporterebbe gli stessi pericoli della separazione di due gemelli siamesi.

15 febbraio 2010. Dopo due settimane in cui Silvio Berlusconi, il Pontefice, Napolitano, Bersani e Antonella Clerici predicano accoratamente l'amore che deve prevalere sull'odio, una psicolabile del Liechtenstein, in risposta al vile attentato a Rotondi, tira addosso al leader dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro, una ghigliottina. Non un modellino, ma una ghigliottina autentica, da lei personalmente fatta costruire da un valente artigiano di Lucerna. Colpito in pieno da quel singolare oggetto, Antonio di Pietro subisce una repentina trasformazione: comincia a parlare perfettamente azzeccando tutti i congiuntivi, si dichiara per l'abbattimento totale delle carceri e, la sera, si presenta al Leoncavallo con una cospicua provvista di erba, offrendola gratuitamente a tutti. Il giorno dopo compare in parlamento con una chitarra, e davanti agli esterrefatti onorevoli, chiesta la parola in aula al presidente Fini, canta per intero Alice's Restaurant Massacree di Arlo Guthrie.



18 marzo 2010. L'Italia non si è ancora ripresa dai recenti avvenimenti, quando un matto da legare, durante una visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Isernia, si fa largo tra la folla festante vestito di tutto punto e gli tira addosso un putipù, tipico strumento musicale partenopeo. Subito fermato dai carabinieri, l'attentatore (un noto studioso locale a nome Giambattista Faralli) dichiara: “È un gesto che rientra nella tradizione sannita, e ne ho voluto fare omaggio al Capo dello Stato”. Pur colpito di striscio dalla caccavella, il presidente Napolitano si dichiara disponibile al perdono e, anzi, invita Faralli ad un concertino assieme. Intervistato da Omero Ciai di Repubblica, Napolitano afferma: “In questi gravi momenti bisogna dar prova di unità e di attaccamento alle tradizioni: per questo suonerò il mandolino e preparerò la pizza.”


1° aprile 2010. Le agenzie di stampa battono la notizia di un grave attentato subìto dal leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola. All'ingresso di un atelier grafico dove si era recato per studiare la 45a versione del simbolo del suo movimento, un folle gli tira addosso nientepopodimeno che una falce e un martello. Colpito in rapida sequenza dai due attrezzi, Vendola inizia immediatamente a scindersi: in due, quattro, otto, sedici, ventiquattro, quarantotto vendolini. Pare che la scissione stia continuando tuttora, con un Vendola oramai scisso in particelle subatomiche. Intervistato al riguardo, il celebre fisico e Premio Nobel Carlo Rubbia ha paventato l'esistenza del vendolone, o sinistro-libertone. “Non verrà definito sinistro libertino per non dar luogo a facili battute”, ha concluso Rubbia. NB. Le agenzie precisano che non si tratta di un pesce d'aprile.

14 giugno 2010. Dopo un mese e mezzo di calma, periodo durante il quale Berlusconi riesce a restaurare l'amore nel paese profittando anche di un lieve terremoto che fa sprofondare nelle viscere della terra l'operosa cittadina di Coccaglio (BS), accade un inquietante episodio: durante un concerto tenuto nel giorno del suo settantesimo compleanno, un pazzo furibondo, tale Stefano Ciofini, tira addosso al noto cantautore Francesco Guccini un fiasco di vino Chianti “Dievole”, millesimato e dal notevolissimo valore commerciale. Guccini non solo non lo schiva, ma prorompendo in un “Ooooh! Finalmente!”, si impadronisce del fiasco e se lo scola interamente in otto secondi netti, stile Superciuk. Dal palco, poi, urla: “Se me ne tirate altri, vi canto subito Canzone quasi d'Amore che vince sul quasi Odio!”. Applausi scroscianti; l'attentatore viene rinchiuso nella tenuta di Tignanello.

10 luglio 2010. Scoppia lo “Scandalo B&B”: il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, viene sorpreso in un bagno di Palazzo Chigi mentre annusa voluttuosamente un paio di mutadine da donna. Dopo una rapida indagine, viene appurato che l'indumento appartiene all'on. Maria Rosaria Bindi, detta Rosy, dallo stesso Berlusconi crudelmente sbeffeggiata lo scorso anno. Il Cavaliere dichiara candidamente: “Era tutta una finta per nascondere il nostro amore. Io e Rosy ci amiamo perché l'amore vince sempre sull'odio. Ci sposeremo non appena avrò ottenuto il divorzio da Veronica.” Si scatena la più qualificata stampa nazionale, da Chi a Novella 3000. Top Girl lancia tra le quindicenni il Rosy Look; le nozze si annunciano in S. Pietro a Roma, celebrate da Sua Santità Benedetto Decimosesto in persona. Invitati d'onore Massimo Tartaglia e Susanna Maiolo, che per l'occasione saranno addetti al lancio del riso addosso ai due sposini.

12 agosto 2010. A pochi giorni dal Ferragosto, in una Milano semideserta, il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, mentre passeggia per via Montenapoleone viene fatto oggetto del lancio di comunissima merda di cane, da una finestra al terzo piano. La notizia irrompe nelle sonnacchiose cronache del periodo, dominate dalle vacanze dei VIP e dal tormentone musicale estivo, Love's Gonna Kill Hate dei redivivi Santo California. Bossi, ancora palesemente smerdato, parla immediatamente di “atto terroristico” e minaccia la scesa in campo dei suoi opliti armati della Val Brembana. Richiamato a Roma, il presidente Napoletano deplora il gravissimo episodio e, in segno di solidarietà, regala a Bossi il putipù tiratogli in marzo a Isernia. Bossi mostra di gradire il gesto ringraziando il Presidente della Repubblica del dono di quell'utile attrezzo per fare il burro casereccio. Napolitano, offeso nella sua napoletanità, precisa che si tratta di uno strumento musicale. Si sfiora il conflitto istituzionale. Intervengono Bersani e Fini: la “crisi della merda di Ferragosto” (Mid-August Dogshit Crisis, come la definisce il New York Times) tiene con il fiato sospeso tutto il paese per qualche giorno, per poi rientrare grazie al provvidenziale inizio del campionato di calcio.

24 ottobre 2010. Mentre il Paese vive un'ondata di gelo nell'ottobre più freddo da 276 anni, 4 mesi, 8 giorni, 19 ore, 23 minuti e 14 secondi a questa parte (come precisato per quindici giorni di fila nelle notizie di apertura del TG4), S.E. il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza Epistolare Italiana (così la chiama Luca Giurato), viene fatto segno, nella sede arcivescovile di Genova, del lancio di una fugassa assai unta da parte di una vecchia afflitta da turbe psichiche. La fugassa si stampa sul viso dell'alto prelato il quale, essendone assai ghiotto, se la sbafa in pochi secondi. L'anziana attentatrice, subito bloccata dalle forze dell'ordine, si dichiara soddisfatta: “Era una scommessa con una mia vicina di Via Prè” -afferma in genovese stretto-. “Diceva che quello lì, pur essendo un magnapane a ufo, non sarebbe stato capace di inghiottire una fugassa bisunta intera come la faccio io. Avete visto tutti. Ho vinto la scommessa, portatemi pure in galera.” Il cardinal Bagnasco, con gesto magnanimo, invoca sulla povera donna il perdono divino; dopo qualche ora, però, comincia a provare degli atroci dolori di pancia. Alla notizia, il presidente del consiglio Berlusconi e il presidente della Repubblica Napolitano (in compagnia dell'oramai inseparabile Faralli con il quale ha formato il duo “Fara & Napo”) accorrono a Genova ordinando a Bertolaso di provvedere all'invio di cinque quintali di purgante. La domenica successiva, all'Angelus, il Santo Padre invita a pregare per la salute di Bagnasco con una formula latina mutuata dalla più antica tradizione ecclesiastica: Domine, Iesu Christe et Spiritus Sancte, mittite ei abundantem Guttalacem pro salvatione sua!




13 dicembre 2010. In occasione del primo anniversario del mortale attentato da lui subito per mano dello squilibrato Massimo Tartaglia, il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, si reca a Milano per una commemorazione durante la quale, annuncia il suo portavoce Bonaiuti, Egli solleverà il Duomo di Milano (quello vero) con la forza del pensiero e dell'amore. Accorre una folla oceanica. La cosa riesce in parte: concentrandosi sovrumanamente, Berlusconi riesce sì a far librare in aria lo storico edificio; ma distrattosi all'improvviso per il passaggio di una leggiadra diciassettenne in minigonna, fa cadere l'intero Duomo sulla piazza provocando circa trentaduemila morti. La sventurata ragazza viene subito arrestata come psicolabile e rinchiusa a Villa Certosa. Berlusconi si dichiara “addolorato per lo spiacevole inconveniente dovuto alla cultura dell'odio”, ma si dichiara soddisfatto per la parziale riuscita del sollevamento. Conclude affermando che “ad ogni modo, i sondaggi da me ordinati hanno accertato che la maggior parte delle vittime era formata da comunisti e interisti”. Tra le vittime anche l'oramai ex onorevole Antonio di Pietro, che sventolava una bandiera rossonera; appresa la notizia, Berlusconi dichiara: “Sono lieto che Di Pietro sia morto nella redenzione e con la fede milanista nel cuore. Anche in questo caso l'amore ha vinto sull'odio”. Ma era una bandiera anarchica.