martedì 19 aprile 2011

La cosiddetta "stupidità umana" e l'idolo dell'anticomplottismo


In questi giorni, relativamente all'assassinio di Vittorio Arrigoni, ho udito qualche voce fuori dal coro. Mi si perdoni l'uso di questa espressione, che considero decisamente imbecille (oltreché abusata), e mi scuso fin da ora con le persone che, eventualmente, vi si riconosceranno.

Non mi riferisco, ovviamente, ai consueti e prevedibilissimi vomiti di Libero e del Giornale; anzi, mi sarei quasi stupito se non ci fossero stati. Personalmente non capisco perché si debba sprecare così tanta indignazione per quei due fogli e per i loro "direttori"; forse sarebbe meglio dedicarla ad altre cose, anche molto meno appariscenti e ben più quotidiane.

Ma parlavo delle voci discordanti. Appartengono a persone verso quale nutro e continuerò a nutrire stima, per tutta una serie di motivi che qui non importa elencare; premessa necessaria. In definitiva, queste voci possono essere ricondotte a un paio di minimi comun denominatori: 1) Vittorio Arrigoni sarebbe stato assassinato per un atto di "stupidità umana"; 2) Il cui prodest non rappresenta di per sé una prova. Per ampliare un po': tali voci sono decisamente restie a spiegare l'assassinio di Vittorio Arrigoni con qualcosa di diverso dalla pura idiozia di alcune persone.

È indubbio che il pianeta Terra sia popolato da una quantità di imbecilli assolutamente non numerabile; ad esempio, c'è chi ammazza un suo simile per un parcheggio (innescando magari faide sanguinose e stermini di intere famiglie); c'è il padre carabiniere che spara alla figlia tredicenne con l'arma di ordinanza perché la ragazza "sta troppo su Facebook"; e via discorrendo. Questi sono atti stupidi, gratuiti, senza nessun cui prodest. Disgraziatamente, però, ammazzare un Vittorio Arrigoni qualche ben preciso vantaggio per qualcuno lo aveva; a meno che il suo nome sulla lista di eliminazione israeliana non fosse stato un dolcetto o scherzetto. Sinceramente, non lo credo.

Personalmente, neppure io tendo affatto al cosiddetto complottismo, e di sicuro non mi sono mai lanciato in ipotesi strampalate su questo o quell'evento. A volte, come nell'attualissimo caso della Libia, pur di non gettarmici a capofitto ho confessato una mia grande incertezza (la quale perdura). Però, nel caso di Vittorio Arrigoni, ho percepito le stesse sensazioni di molti; le quali, peraltro, come complotto sono abbastanza lineari, non contorte, plausibili. Interessava a Israele eliminare Vittorio Arrigoni, e Vittorio Arrigoni è stato eliminato. Poi, chiaramente, tale atto può essere sicuramente ascrivibile anche alla "stupidità umana", a meno di non considerare intelligenti Sabra e Chatila, l'invasione di Gaza, i lager di qualsiasi tipo, il genocidio in Rwanda, il massacro degli Albigesi, Tursutursu che ammazza Dunzudunzu nel medio pleistocene, e via discorrendo.

Se certamente non è opportuno vedere "complotti" in ogni evento (anche se, poi, qualche volta ce ne sono stati eccome), non ritengo opportuno neppure cercar di spiegare ogni cosa con la "stupidità umana"; altrimenti si potrebbe appunto ipotizzare che Vittorio Arrigoni sia stato ammazzato per un parcheggio. Oh, ce l'avrà avuto un mezzo per spostarsi per Gaza, e nella situazione in cui si trova la sventurata città sotto assedio non dev'essere semplicissimo trovarlo. Se di per sé non costituisce una prova il cui prodest, non la costituisce neppure l'idiozia.

Occorrerebbe, a mio parere, non trasformare nulla in un idolo, o perlomeno in una forma mentis troppo costante, granitica. Questo vale sia per il complottismo che per l'anticomplottismo. Quando una cosa viene percepita in un certo senso da molte persone, non necessariamente la si deve ritenere sbagliata oppure, peggio, espressione di una qualche generica massificazione più o meno ideologica, magari condita di sindromi, comportamenti, tendenze e isterismi. Le oltranze mi garbano poco. Se su 100 persone, di fronte a un dato fatto, 98 lo percepiscono in un senso e 2 in un altro, non vale sempre quella che chiamo la "legge delle minoranze intelligenti"; specialmente in un caso come quello di Vittorio Arrigoni. Non sto dicendo che la percezione generale sia per forza giusta; sto dicendo soltanto che potrebbe esserlo e che non è un'ipotesi che deve essere scartata da i' priore (questa l'ho sentita in un bar di Mantignano, giuro). Anche perché, poi, si tratta di cose assai ondivaghe.

Mi spiego meglio: tornando al caso della Libia, alcune delle persone che adesso non rientrano nel modo di pensare "maggioritario" sull'omicidio di Arrigoni (= il "complotto") si sono invece accodate al pensiero generalizzato (= finta rivolta preordinata, intervento imperialista, Gheddafi santo subito, informazione asservita, eccetera); e lo hanno fatto, sicuramente, con motivazioni più che ottime, ben documentate e ancor meglio argomentate. Di fronte a chi la pensava diversamente hanno invocato gli immaginari. Insomma, i "complotti" vanno bene una settimana prima, e vanno male una settimana dopo (e lo stesso, chiaramente, vale per gli "anticomplotti"). Ne consegue che nulla può essere spiegato, o quantomeno ipotizzato, a partire da pensieri fissi, o troppo generici. Con la "stupidità umana" si può spiegare tutto e il contrario di tutto, e al tempo stesso non spiegare un accidentaccio di nulla.

Comunque la si veda, Vittorio Arrigoni è morto. È anche probabile che fra una decina di giorni nessuno lo ricorderà più, così come nessuno si ricorda che c'è un'altra volontaria nelle mani di certa gente da mesi (e di cui non si sa più niente), e così come nessuno si ricorda di Gaza a meno che non venga ammazzato qualcuno che ci è più o meno vicino, e che tentava invece ogni giorno, e con ogni mezzo a sua disposizione, di farcene ricordare. A mio parere Vittorio Arrigoni è stato eliminato per conto di Israele; punto e basta. Qui non ho incertezza alcuna. Non ho idoli, né "complottistici" e né "anticomplottistici". Poi, certamente, mi sbaglierò e si scoprirà che Vittorio Arrigoni è stato ammazzato davvero per un parcheggio; ma, purtroppo, anche quell'eventuale parcheggio avrà fatto dimolto comodo a chi lo voleva morto per altri motivi.

E con questo concludo; non senza, però, avere anch'io espresso la mia totalmente insignificante solidarietà a Cloro per l'attacco cui è stata sottoposta da un non meglio precisato "giornale progressista"; ah, mi dicono che si chiami Repubblica ma non è possibile; a me tale parola ricorda Platone, non della carta da culo.

Nella foto in alto: Tursutursu ripreso nel medio pleistocene, dopo avere ammazzato Dunzudunzu.