martedì 3 maggio 2011

Ipotesi, soltanto ipotesi


1. (Banale, ma comunque suggestiva)

Osama Bin Laden è vivo e si è rifugiato nella giungla del Borneo. Là vive in un grazioso cottaggio, giocando a backgammon con un simpatico e decrepito vecchietto che abita nei paraggi oramai da più di sessant'anni, tale Adolf Hitler. La sera, i due vanno a cena da un altro vicino di casa, Elvis Presley, che propone loro ottima musica. Non lo si direbbe mai, ma Osama adora le bisteccone americane e sta tentando anche di convincere Hitler a smetterla con quelle tristissime verdure cotte che ingurgita fin dai tempi di Berchtesgaden.

2. (Altrettanto banale, ma con punte di realismo)

Osama Bin Laden è morto nel 1978 per un incidente stradale tra Nizza e Montecarlo, mentre conduceva in incognito quella che esteriormente sembrava una Fiat 128, ma che all'interno era una sorta di piccola limousine dotata di tutti i conforti. Quello che è stato ucciso ieri in Pakistan era tale signor Roberto Barabino, commercialista di Pontedecimo (GE), che gli somigliava come una goccia d'acqua e che, per questo, in paese era noto -con straordinaria fantasia- come "Osama Bin Laden". Ingaggiato all'indomani degli attentati alle Torri Gemelle, ha goduto di un vitalizio e di buoni agi finché il presidente Obama non si è ritrovato un po' con l'acqua alla gola nei sondaggi; al che, il buon Barabino è stato convocato e gli è stato detto con delicatezza: "Dé, ci dispiace di nulla ma ti si deve tirà ir collino". La salma dello sventurato commercialista è stata sì buttata in mare, ma successivamente imbragata e trasportata in segreto al porto di Savona, da dove verrà tumulata nel piccolo cimitero di Mignanego.

3. (Nel segno di una misteriosa continuità)

Osama Bin Laden è morto, viva Osama Bin Laden. Già da tempo aveva però scelto il suo successore alla guida di Al-Qaeda; secondo le fonti più accreditate, i coraggiosi giornalisti Dimitri Buffa e Nello Rega, si tratterebbe di un curioso personaggio la cui identità, ovviamente segretissima, si cela sotto l'attività di traduttore di manuali tecnici. Di questa persona si sa per il resto ben poco: dovrebbe essere messicana di nascita, ha avuto in passato pericolosi legami con la malavita imolese, coi satanisti e con gli ontopsicologi, ingurgita litri di thè e ha addestrato bande paramilitari in Sudamerica prima di arrivare a Firenze alla vigilia del Social Forum del 2002 (ovviamente con l'intenzione di distruggerla).

4. (Letteraria con venature di surrealismo)

Scampato miracolosamente all'agguato tesogli dai Marines (probabilmente per intercessione del beato Giampaolo II), Osama Bin Laden ha trovato tranquillo rifugio in uno sperduto e petroso villaggio portoghese, Cidadelhe, noto per un preziosissimo drappellone (chiamato, non ci crederete, O Pálio) custodito gelosamente da due anziane signore del luogo. Costoro, pur chiedendosi dove mai avessero visto quel signore capitato là all'improvvisto e vestito in modo decisamente pittoresco, lo hanno ospitato in casa dietro la ben precisa assicurazione che egli avrebbe provveduto ad occuparsi della guardia al Pálio, già oggetto di numerosi tentativi di furto. Il signore in questione mostra di avere una buona dimestichezza con le armi, ed è un ottimo cavallerizzo. Cosa d'altronde necessaria in quella zona, dove l'unica strada carrozzabile è tenuta dal comune di Pinhel in condizioni disastrose (come raccontato con dovizia di particolari da José Saramago nella sua Viagem a Portugal, dico "sua" perché viagem è di genere femminile in portoghese). Uno dei libri più lenti e straordinari che abbia mai letto. A proposito: vedo che oggi l'Osservatore Romano afferma che non bisogna gioire della morte di un uomo, cosa senz'altro vera se non fosse per l'articolo di lurido giubilo che lo stesso quotidiano pubblicò all'indomani della morte di Saramago).

5. (Pienamente realistica)

Osama Bin Laden non è mai esistito. La sua foto, da "vivo" o da "morto", non ha nessun bisogno di essere ritoccata, o taroccata: è già un tarocco an sich, commissionata da un pool di governi (tra cui quello italiano) a un fotografo di Des Moines che ci ha lavorato per alcuni mesi prendendo ispirazione da un vecchio spazzino del suo quartiere, Samuel Benedict Leathen, detto "Sam Ben Leathen". Sembra che l'anziano e onesto operatore ecologico non abbia molto gradito la cosa, specialmente quando hanno cominciato a prenderlo a fucilate mentre faceva i suoi normali giri con il triciclo e il bidone. Inutili sono state le sue rimostranze presso lo sceriffo: il bene supremo della Patria e del Mondo esigeva quel suo sacrificio. Il 19 novembre 2002 Sam Ben Leathen è stato centrato in pieno da una revolverata, e frettolosamente buttato in mare. Non so come mai, ma tutto ciò mi ricorda qualcosa.