1. Josef Ratzinger, in arte "Benedetto XVI". Essendo già di fatto il vero capo dello stato italiano, non si tratterebbe che di una comodissima ratifica ufficiale. Nessuna legge vaticana o italiana proibisce del resto il cumulo delle cariche di papa e di presidente della repubblica. Se a Cipro un semplice arcivescovo, Makarios, poté essere a lungo capo dello stato, non si vede perché un papa non possa esserlo. Oh, qui siamo poi di fronte ad uno che incarna già Dio in terra; mica barzellette.
2. Giuseppe Vittorio Raimondo Baudo, in arte "Pippo Baudo". Fin dalla sua prima comparsa in televisione, Pippo Baudo incarna la nazione in tutto il suo essere; non a caso, a causa sua è stata creata l'espressione nazional-popolare. Nazione e popolo, i cardini dell'incarnazione a tutto tondo; anche se mi dicono che ci aveva già provato, con qualche successo, un tizio di Braunau-am-Inn (eine Nation, ein Volk, o roba del genere). Confesso di "fare il tifo" apertamente per Pippo Baudo presidente della repubblica (nella foto sopra, infatti, lo si vede mentre fa le prove per futuri discorsi a reti unificate il 31 dicembre); la sua nomina rappresenterebbe poi un perfetto continuum storico, dalla casa Sabauda a quella Bauda. Basterebbe togliere la sillaba iniziale. Unica controindicazione potrebbe essere la sua malcelata intenzione, giustappunto, di proclamarsi Re; ma esiste il precedente del cittadino Luigi Napoleone Bonaparte, président de la République che ne approfittò per diventare Imperatore (il 2 dicembre 1851, per la cronaca).
3. Giuliano Ferrara, in arte "Giuliano Ferrara". E se non incarna lui, ditemi chi dovrebbe incarnare. Nella foto lo si vede mentre fugge a nuoto da Auschwitz.
4. Aldo Biscardi, in arte "Aldo Biscardi". Scusate, ma se è stato presidente della repubblica Giovanni Leone, non può esserlo lui? Articolo 1 della Costituzione (quella vera, non quella del ripudio della guerra, della promozione delle scienze e delle arti ecc.): L'Italia è una repubblica fondata sul pallone. Come tale, e nella sua più profonda essenza (dicono persino che sia primo ministro il padrone del Milan, pensate un po'!), Aldo Biscardi incarnerebbe il principio fondamentale. Non ci sarebbero più nemmeno tante diatribe sui processi: ogni lunedì alle 20.45 ce ne sarebbe uno. Biscardi for president!
5. Lorenza Luciana Lorella Cuccarini, in arte "Lorella Cuccarini". Se c'è qualcosa di cui mi stupisco, è che non sia stata eletta ancora presidentessa della repubblica. Per anni sono andati avanti a menarcela che era la più amata degli italiani, e tutto quel che ne ha avuto è stata la pubblicità di una marca di cucine componibili. Il solito maschilismo italico, va da sé. Fra un po', persino Pippa Middleton sarà eletta presidentessa della Repubblica Britannica, e noi -come sempre- restiamo indietro. In Spagna o in qualche paese latinoamericano, Raffaella Carrà sarebbe nominata a furor di popolo, e noi lasciamo marcire la nostra più amata. A me, personalmente, piacerebbe essere incarnato dalla Cuccarini; e sono anche ragionevolmente certo che piacerebbe anche ai famosi studenti, quando fanno le altrettanto famose domande.
6. Pietro Taricone, in arte "Pietro Taricone". Una premessa necessaria: per essere presidente della repubblica italiana non è assolutamente necessario essere vivo. Direi anzi che, in generale e con un'unica parziale eccezione, lo status di cadavere aiuta moltissimo nell'ascesa al "Colle", e ne fanno fede una sequela di salme che vanno da Gronchi a Saragat, da Leone a Scalfaro, da Cossiga a Carlo Azeglio "the Pisan" Ciampi. Pietro Taricone, peraltro, non è affatto morto: è vivo e lotta insieme a noi. Qui non è neppure questione di incarnare per sette miseri anni: lui incarnerà per sempre l'ITALIA. Vir est vir, fœmina est fœmina: motto che è garanzia di eternità. Pietro Taricone è il nostro Kim-il Sung: presidente eterno. Lo si imbalsami a dovere e lo si trasporti al Quirinale: tanto nomini nullum par elogium. Perdio, dopo essere stati costantemente incarnati da scheletri finti, alfin lo siamo da uno scheletro vero!