Mi sono a volte chiesto che cosa faccia, e abbia fatto, nella sua vita, un signore come quello ritratto qua sopra (presumibilmente parecchi anni fa). Preso per assunto che non abbia mai fatto il muratore (nonostante la "classica" bustina fatta coi giornali vecchi), darmi una risposta è sempre stato discretamente arduo. Specialmente adesso. Oggi (= due giorni fa, NDR e vedasi introduzione), però, ho avuto come un'illuminazione. Stavo passando per il centro di Firenze alla guida dell' "ambulanza di Topolino" (ebbene sí, è sempre in servizio!), quando mi sono accorto del bailamme di vigili, polizia, carabinieri e folla che stavano attendendo giustappunto quel signore là con la bustina da muratore, ora notevolmente invecchiato e divenuto "presidente della repubblica"; e mi sono messo a ragionare fra me e me per due minuti. Questo qui, di mestiere, incarna. Born to incarnate. Quando è nato, la mamma gli deve aver detto: "Figlio mio, tu incarnerai"; e lo ha fatto, debbo dire, in modo più che ottimo; un incarnatore coi fiocchi. Ha incarnato davvero di tutto: il critico teatrale (con tessera del GUF), l'attore, il "resistente" campano, il giurisprudente, il deputato, il "migliorista", l'ala destra, il condannatore di rivolte popolari, il responsabile della sezione "Lavoro di massa" (ah ah ah) e poi della "politica culturale", e via discorrendo. Alla fine è arrivato al "top" degli incarnatori: da qualche anno incarna nientepopodimeno che la nazione intera; fa appelli all'unità (stavolta del paese, non del giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924), invita a "abbassare i toni" (come dice sempre in casa sua quando il volume della TV è troppo alto: "Per cortesia, vi inviterei ad abbassare i toni ché mi state fracassando i timpani"), orgoglia l'orgoglio di essere orgogliosamente italiani, presenzia ai funerali degli eroici missionari di pace abbracciando mamme e vedove (che sono sempre giovani e incinte, ma il suo sogno nascosto sarebbe forse quello di abbracciare una vedova vecchia e una mamma incinta), avalla tranquillissimo una guerra dicendo però che non è una guerra, e va in visita nelle città che debbono tributargli de' bagni di folla. Nelle città, poi, risponde sempre alle domande degli studenti; l'unica volta che è andato un po' in crisi è stato quando uno studente gli ha domandato la soluzione di un difficile problema di algebra. Insomma, si può dire che Egli incarna egregiamente l'Italia di oggi. Però c'è un problema, e stavolta non di algebra: oramai è talmente grave d'anni e d'esperïenza, che una Sua dipartita improvvisa da questa valle di làgrime non sarebbe sorprendente (date poi le immense fatiche che ha dovuto sopportare nella vita); questa lunga introduzione intende infatti formulare delle fattive proposte per il suo eventuale successore, in modo che la nazione italiana non si trovi scoperta in tale circostanza. Sono certo che l'Italia, pur riconoscendo le doti innate di incarnatore dell'attuale presidente, possa fare ancor di meglio. In questo paese, come si sa, non c'è limite al meglio.
1. Josef Ratzinger, in arte "Benedetto XVI". Essendo già di fatto il vero capo dello stato italiano, non si tratterebbe che di una comodissima ratifica ufficiale. Nessuna legge vaticana o italiana proibisce del resto il cumulo delle cariche di papa e di presidente della repubblica. Se a Cipro un semplice arcivescovo, Makarios, poté essere a lungo capo dello stato, non si vede perché un papa non possa esserlo. Oh, qui siamo poi di fronte ad uno che incarna già Dio in terra; mica barzellette.
2. Giuseppe Vittorio Raimondo Baudo, in arte "Pippo Baudo". Fin dalla sua prima comparsa in televisione, Pippo Baudo incarna la nazione in tutto il suo essere; non a caso, a causa sua è stata creata l'espressione nazional-popolare. Nazione e popolo, i cardini dell'incarnazione a tutto tondo; anche se mi dicono che ci aveva già provato, con qualche successo, un tizio di Braunau-am-Inn (eine Nation, ein Volk, o roba del genere). Confesso di "fare il tifo" apertamente per Pippo Baudo presidente della repubblica (nella foto sopra, infatti, lo si vede mentre fa le prove per futuri discorsi a reti unificate il 31 dicembre); la sua nomina rappresenterebbe poi un perfetto continuum storico, dalla casa Sabauda a quella Bauda. Basterebbe togliere la sillaba iniziale. Unica controindicazione potrebbe essere la sua malcelata intenzione, giustappunto, di proclamarsi Re; ma esiste il precedente del cittadino Luigi Napoleone Bonaparte, président de la République che ne approfittò per diventare Imperatore (il 2 dicembre 1851, per la cronaca).
3. Giuliano Ferrara, in arte "Giuliano Ferrara". E se non incarna lui, ditemi chi dovrebbe incarnare. Nella foto lo si vede mentre fugge a nuoto da Auschwitz.
4. Aldo Biscardi, in arte "Aldo Bisgardi". Scusate, ma se è stato presidente della repubblica Giovanni Leone, può esserlo benissimo anche lui. Del resto, la costituzione della repubblica italiana (quella vera, non quella finta del "ripudio della guerra", della "promozione delle arti e delle scienze" e della "vietata ricostituzione del partito fascista in ogni sua forma") recita: Articolo uno. L'Italia è una repubblica fondata sul pallone. Quale più sincero interprete di tale principio fondamentale potrebbe essere trovato sulla piazza? Chi, meglio di lui, potrebbe incarnarlo? Oltretutto, la si farebbe finalmente finita con tutte queste storie di processi; ogni lunedì sera alle 20.45 ce ne sarebbe uno, condotto personalmente dall'incarnatore.
5. Lorella Lorenza Luciana Cuccarini, in arte "Lorella Cuccarini". Se c'è qualcosa di cui mi stupisco, è che non sia stata ancora eletta presidentessa della repubblica. Ma come, per anni e anni è stata etichettata come la più amata dagli italiani, e tutto quel che ne ha avuto è stata una réclame per una marca di cucine componibili?!? Insomma, il più classico esempio di maschilismo italico. Oltretutto, sono ragionevolmente certo che i famosi studenti sarebbero assai più lieti di porle le altrettanto famose domande, invece che a una congerie di vegliardi.
6. Pietro Taricone, in arte "Pietro Taricone". Premessa necessaria: Contrariamente a quanto si crede, in Italia non è assolutamente necessario essere vivo per essere "presidente della repubblica"; anzi, direi che lo status di cadavere è (con un'unica e parziale eccezione) è stato una costante, da Gronchi a Saragat, da Leone a Scàlfavo, da Cossiga a Carlazzeglio "The Pisan" Ciampi, e senza contare Antonio Segni (che durante il suo mandato ebbe realmente a tirare il calzino, non senza aver prima tentato un golpettino piccino picciò assieme a un generale dei carabinieri col monocolo). Pietro Taricone rappresenta gli eterni fondamenti dell'Italia; con il suo possente motto Vir est vir, fœmina est fœmina incarna l'immortalità del genio nostrano. Sia dunque eletto presidente eterno, perché a noi ci fa un baffo Kim-il Sung. Finalmente avremmo come massimo rappresentante uno scheletro vero, al posto dei tanti scheletri finti che si sono succeduti negli anni!
in questi giorni, roba parecchio bòna, il post originale è ricomparso.
Ma siccome non si sa mai, lo lascio stare.