lunedì 11 giugno 2012

Melissa e la crisi



Almeno in parte, ora, si sa perché a Melissa Bassi, più o meno già dimenticata, è toccato fare una fine di merda a sedici anni: tutta colpa della crisi. La mattina del diciannove di maggio, mentre stava per entrare a scuola, si è ritrovata davanti, senza saperlo, alla diminuzione del fatturato. A dei mancati risarcimenti di denaro. Si è ritrovata davanti a un forte ridimensionamento delle forniture di carburante (“da quattro a un milione di litri”). A degli appalti cessati con la provincia di Brindisi. E pensare a che cosa era stato tirato in ballo per l'attentato di Brindisi (compreso, certo, dal sottoscritto): strategia della tensione, mafia, anarchici, islamisti, di tutto e di più. Ha ragione chi dice che si tratta, invece, di molto meno e di molto peggio. Bastava andare a cercare tra coloro che sono presentati, al tempo stesso, come i superprotagonisti e le supervittime della crisi: gli “imprenditori”. Quelli che si ammazzano a grappoli, ora che è stato scoperto il filone giornalistico che tira (bisognerà pur sopperire all'attuale mancanza di pitbull assassini). Solo che, stavolta, l'imprenditore non ha voluto ammazzarsi, bensì far saltare in aria l'esterno di una scuola, studentesse comprese. Sembra che l'istituto “Morvillo Falcone” fosse tra gli appalti cessati con la Provincia per la fornitura di carburante da parte dell'imprenditore Vantaggiato. Fin dal 2003, però. Quindi Melissa Bassi ha cominciato a morire circa nove anni fa, quand'era ancora una bambina di sei o sette anni, e non sapeva nemmeno che cosa fosse un “appalto”. Sí, quel che è successo a Brindisi è davvero qualcosa di molto peggio. Per saltare in aria a sedici anni basta incocciare nell'imprenditore che “ce l'ha col mondo” perché diminuiscono le forniture. Perché i clienti non ti pagano. Perché un ente qualsiasi rescinde un contratto. Perché qualcuno si sente truffato o defraudato dei propri diritti

Ci si sente, contemporaneamente, con nulla da dire e con un sacco di cose che si vorrebbero dire, ma che non ce la fanno ad uscire perché bloccate da un micidiale miscuglio di intuiti e confusioni. Con nulla da dire, perché se dicessi che non sono rimasto a bocca aperta nel leggere le dichiarazioni rese da Giovanni Vantaggiato, mentirei. Quanto alle cose che non ce la fanno ad uscire, alcune sono vaghe ed altre un po' più precise. Da quando ci si è finalmente accorti che l'attentato di Brindisi non rientrava in nessuna delle categorie “consuete”, Melissa Bassi è naturalmente scomparsa dal nostro orizzonte; non poteva più essere utilizzata. Nessuna “martire della mafia” o del “terrorismo”; e neppure “della follia”. Il Vantaggiato, che lo si voglia o meno, ha addotto delle motivazioni per il suo gesto, vale a dire una concatenazione di cause e di effetti. Melissa Bassi è morta per qualcosa che, attualmente, si tenderebbe a far rientrare nella “crisi”. Se il Vantaggiato, invece di preparare le bombole di gas e di farle saltare di fronte a una scuola aspettando che ci fossero le studentesse, si fosse suicidato come tanti altri “imprenditori” pari a lui, a quest'ora sarebbe pianto con abbondanza di làgrime. Ci sarebbero stati i soliti articoli sulla “vita di lavoro”, sullo “strangolamento delle imprese”, sul “non tirare più avanti” e via discorrendo. Invece no; il Vantaggiato ha scelto un'altra strada. Ha fatto saltare tutto in aria. Come peraltro preconizzato da parecchi cui piace spingere le chiacchiere da bar fino alla manipolazione delle sostanze esplosive; solo che, nelle loro chiacchiere, ci sono i “parlamenti”, i “Montecitori”, i “comuni” e quant'altro. Si tratta peraltro, spesso, delle stesse persone che due minuti dopo applaudono generalmente alla polizia che distribuisce manganellate e arresti ai valsusini, o che si bevono senza fiatare tutta la vasta gamma di idiozie che va dagli anarchici insurrezionalisti alle cellule di Al-Qaeda sgominate (a Casalpusterlengo o qualcosa del genere). Chissà che il Vantaggiato non li riporti un po' coi piedini per terra; lui, l'”imprenditore truffato e defraudato dei propri diritti”, che sarebbe senz'altro divenuto una specie di eroe popolare se avesse piazzato le sue bombole non dico davanti al Parlamento della Repubblica Italiana, ma ad una Provincia di Brindisi qualsiasi (ammazzando, naturalmente, i consiglieri provinciali; ma si figurino lorsignori se percaso una Melissa Bassi, quella mattina, fosse passata davanti al Palazzo della Provincia perché aveva fatto forca a scuola), ha invece bombardato una scuola con le ragazze all'esterno. Significa che il limite tra l' “eroe” e il “mostro” è molto vago, e che nutrire e cullare sia l'uno che l'altro, anche e soprattutto nella nostra oziosa quotidianità fatta in gran parte di chiacchiere senza costrutto, è un atto di stupidità immane che dovremmo cercare di rifiutare e di combattere. Al pari di tutta la massa di stronzate sulla “crisi”. Al pari di affidare tutta la nostra vita ai budget, familiari o aziendali che siano, e al “lavoro”. Se esiste una relazione tra un atto e le sue cause, Melissa è morta a causa del lavoro del signor Vantaggiato Giovanni. Del suo lavoro, del suo fatturato, del suo tenore di vita che, comunque, non doveva essere rimasto poi malaccio se ancora pochi giorni prima dell'arresto se ne stava sul suo yacht in panciolle.

Tutto questo è realmente molto peggio. Anche perché la cosa è stata accolta con la massima indifferenza, per non dire con malcelato sollievo. Un normalissimo imprenditore e il suo capitale che traballa un po', altro che “Sacra Corona Unita”; ci sarebbe da chiedersi, a questo punto, che cosa sarebbe successo se Melissa Bassi fosse andata a scuola al liceo “Giovanni Pascoli”. Una vendetta della mafia carducciana? O, magari, all' “Istituto Umberto I”: sicuramente gli anarchici insurrezionalisti che volevano vendicare Gaetano Bresci. Alla fine, in fondo, tutti contenti: per qualche giorno c'è stata un'iniezione di “coesione”, l'attentato non ha radici (ideologiche, religiose, mafiose o quant'altro) e, se le ha, non si possono dire troppo in giro. Altrimenti si sarebbe costretti a dire che le radici del Vantaggiato e delle sue bombole di gas sono nel capitalismo, nelle sue logiche, nelle alienazioni che provoca a livello anche puramente mentale, nell'affidare la vita propria e degli altri al possedere, nell' “avercela col mondo” perché ti ha tolto, in definitiva, denaro. Non si può dire, ma io mi provo comunque a dirlo. Comunque, Melissa Bassi ha avuto la sua brava dose di applausi dentro una bara; e non se ne sentirà più parlare. Non è la “madre di tutte le preoccupazioni”. Ci sono già i pentimenti e le richieste di perdono. Tutto normale, e gli imprenditori possono pure ricominciare tranquillamente a suicidarsi. Quanto a noialtri, ora sappiamo che per fabbricare una bomba capace di seminare morte non importa essere "terroristi" di una qualche matrice; basta essere un Vantaggiato Giovanni, imprenditore di Copertino (Lecce), gran lavoratore con lo yacht, onest'uomo defraudato, padre e fors'anche nonno di famiglia. Ci sentiamo parecchio sollevati, e invece sarebbe proprio ora che dovremmo cominciare a preoccuparci sul serio.