Non poteva mancare, quello. Arrestano gli sciacalli che rubano nelle case devastate, ma gli sciacalli fotografici continuano a scorrazzare indisturbati. Non vanno mica a fotografare gli archivi comunali, i piani regolatori, le licenze edilizie e i progetti delle opere pubbliche: fotografano i commoventi pupazzetti infangati, gli orsacchiotti di pelouche che spuntano dalle macerie, le fotografie dei neonati e delle prime comunioni attaccate alle pareti crollate. Mai che si veda la fotografia, che so io, della documentazione sulla messa a regime di un corso d'acqua. Mai il piano strutturale di un comune che giace abbandonato tra la mota. Pupazzetti e automobili accatastate; a condizione, naturalmente, che la catastrofe sia naturale. In Iraq non esistono pelouches, e tra le macerie di Falluja non è mai stato fotografato mai un orsacchiotto che sia uno. Vanno bene le automobili di Aulla, ma non quelle di Misurata; si vede che in Libia non si accatastano bene. Per non parlare dei cagnolini e dei gattini salvati (fortunatamente) dalla furia delle acque: a Belgrado non c'erano evidentemente animali domestici. A Brugnato in Val di Vara, invece, ci sono.
mercoledì 26 ottobre 2011
Poteva mancare?
Non starò, naturalmente, a parlare di dissesti idrogeologici, di colli interi che franano sulle autostrade con relativo bosco, di torrenti che al primo nubifragio autunnale, grazie alla deforestazione selvaggia, si trasformano in rii delle Amazzoni che travolgono paesi interi. Questo paese ha sicuramente delle interessanti peculiarità; ad esempio, è forse l'unico al mondo dove esiste una vera e propria scaletta delle tragiche fatalità e della furia degli elementi. Ad esempio, si sa alla perfezione che da qualche parte della Liguria (e dell'Apuania), ogni anno tra settembre e ottobre, c'è l'alluvione; puntuale come la morte. Ogni anno, dopo che il torrentello o il fiumiciattolo hanno seminato morte e distruzione e dopo che la frana di ordinanza ha seppellito qualche casa e chi c'era dentro, arrivano i giornalisti a intervistare chi è stato colpito; e le risposte sono sempre le stesse. Era un disastro annunciato. E per forza che era annunciato, ci si potrebbero regolare gli orologi sopra. Ma, come sempre, è inutile parlarne troppo, e ancor di meno denunciare. Ci rivediamo al prossimo nubifragio, alla prossima perturbazione anomala, alla prossima esondazione, alla prossima frana rovinosa, alla prossima marea di fango; e, perché no, anche alla prossima casa dello studente. Dimenticavo: ci vediamo anche al prossimo pupazzetto.
Non poteva mancare, quello. Arrestano gli sciacalli che rubano nelle case devastate, ma gli sciacalli fotografici continuano a scorrazzare indisturbati. Non vanno mica a fotografare gli archivi comunali, i piani regolatori, le licenze edilizie e i progetti delle opere pubbliche: fotografano i commoventi pupazzetti infangati, gli orsacchiotti di pelouche che spuntano dalle macerie, le fotografie dei neonati e delle prime comunioni attaccate alle pareti crollate. Mai che si veda la fotografia, che so io, della documentazione sulla messa a regime di un corso d'acqua. Mai il piano strutturale di un comune che giace abbandonato tra la mota. Pupazzetti e automobili accatastate; a condizione, naturalmente, che la catastrofe sia naturale. In Iraq non esistono pelouches, e tra le macerie di Falluja non è mai stato fotografato mai un orsacchiotto che sia uno. Vanno bene le automobili di Aulla, ma non quelle di Misurata; si vede che in Libia non si accatastano bene. Per non parlare dei cagnolini e dei gattini salvati (fortunatamente) dalla furia delle acque: a Belgrado non c'erano evidentemente animali domestici. A Brugnato in Val di Vara, invece, ci sono.
Non poteva mancare, quello. Arrestano gli sciacalli che rubano nelle case devastate, ma gli sciacalli fotografici continuano a scorrazzare indisturbati. Non vanno mica a fotografare gli archivi comunali, i piani regolatori, le licenze edilizie e i progetti delle opere pubbliche: fotografano i commoventi pupazzetti infangati, gli orsacchiotti di pelouche che spuntano dalle macerie, le fotografie dei neonati e delle prime comunioni attaccate alle pareti crollate. Mai che si veda la fotografia, che so io, della documentazione sulla messa a regime di un corso d'acqua. Mai il piano strutturale di un comune che giace abbandonato tra la mota. Pupazzetti e automobili accatastate; a condizione, naturalmente, che la catastrofe sia naturale. In Iraq non esistono pelouches, e tra le macerie di Falluja non è mai stato fotografato mai un orsacchiotto che sia uno. Vanno bene le automobili di Aulla, ma non quelle di Misurata; si vede che in Libia non si accatastano bene. Per non parlare dei cagnolini e dei gattini salvati (fortunatamente) dalla furia delle acque: a Belgrado non c'erano evidentemente animali domestici. A Brugnato in Val di Vara, invece, ci sono.