Care frequentatrici, cari frequentatori dell'Asocial Network,
Scrivo questo post per darvi conto di una mia decisione, temporanea ma pregnante (non nel senso di "incinta", oh!), che sono finalmente riuscito a prendere dopo la quotidiana lettura delle informazioni. Oddio, "informazioni" forse è una parola grossa; però non si può avere tutto dalla vita.
Le notizie di oggi riportano infatti una maschia risoluzione del nostro illuminato, savio, radïoso (e, più che altro, televisionoso), geniale, irremovibile ma assai mobile primo ministro, Silvio Berlusconi.
Come tutti sanno, nei casi di emergenza, il nostro Silvio si sposta; e, quando si sposta, con le sue Mani e la sua Volontà i problemi hanno magicamente fine. C'è Napoli invasa da tonnellate di monnezza? Silvio va a Napoli, e la monnezza scompare magicamente. C'è la crisi economica mondiale? Silvio si muove, e la Fiat ingloba la Chrysler (che, d'ora in poi, verrà ridenominata nel più italico e pronunciabile Crislèri). C'è il terremoto? Silvio interviene, e non v'ha dubbio alcuno che, in breve tempo, ponti, strade, case (specialmente dello studente) e quant'altro si ricostruiranno da sole.
In questi ultimi tempi, Silvio è sempre all'Aquila. Il 25 aprile lo celebrerà a Onna; è in Abruzzo un giorno sì e un giorno sì. L'ultima sua decisione è quella di spostare all'Aquila anche la prossima riunione del G-Qualcosa (oramai ho perso il conto: non si sa mai se sono 8, 20, 16, 48...), programmata per luglio nell'isola sarda della Maddalena. Non importa se i lavori alla Maddalena erano oramai quasi a termine: Silvio ha detto che sarà all'Aquila, e all'Aquila sarà. "I no-global non avranno il coraggio di venire in una città disastrata", ha dichiarato Silvio; ma ben più problematica presenza si sta preparando.
Sobbalzando a tale notizia, infatti, sono qui a comunicare la mia decisione: poiché, oramai, chi non si sposta non è più nessuno, e vincendo la mia attuale & consolidata tendenza all'Etica del Sedentario, ho risolto di spostare questo blog all'Aquila.
Certo, è una decisione che presenterà, seppur temporaneamente, non pochi problemi logistici; prima di tutto le connessioni telematiche, per le quali però mi sto attrezzando facendo confezionare dall'elettricista di via Torcicoda un cavo usb di 45 chilometri da attaccare al modem di un mio conoscente a Teramo. Per l'alloggio non vi saranno problemi: non volendo gravare sulla già precaria situazione della zona, ma fiducioso che i pochi giorni Silvio avrà trovato una confortevole casetta anche per me, ovviamente costruita con tutti i più moderni criteri antisismici, mi installerò provvisoriamente nella "Polverosa", vale a dire la mia automobile Citroën Saxo del '98 grigia smetallizzata, 115.000 km portati con disinvoltura, mezzo tachimetro che non fa, uno sportello posteriore che non si apre e strati di polvere artisticamente distribuiti in tutto l'abitacolo (da cui il nome, che vorrebbe peraltro echeggiare quello della Poderosa, la moto del Che Guevara e del suo amico Granado).
Risolti questi problemi, finalmente anch'io potrò uniformarmi al trend attuale: oramai, chi non si sposta all'Aquila non è più nessuno. In Sudafrica stanno tremando per l'oramai certo spostamento all'Aquila dei mondiali di calcio del 2010 (finale prevista all'edificando megastadio Rosa Berlusconi, 140.000 posti a sedere, dotato del sistema antisismico RBAS, Rubber Band Around the Stadium, consistente in un elasticone di 2 km avvolto tre volte attorno all'intera struttura). Sempre in ambito calcistico, dopo la clamorosa contestazione alla squadra e all'allenatore Ranieri, la dirigenza della Juventus ha deciso di abbandonare l'ingrata Torino e di stabilirsi all'Aquila; d'ora in poi, quindi, si parlerà di Juventus L'Aquila e il sentito derby non sarà più col Torino, ma con il Pescara.
È ovviamente in avanzato stato di attuazione lo spostamento tout court all'Aquila della capitale d'Italia: per tacitare Gianni Alemanno, Silvio gli ha solennemente promesso d'interessarsi per lo spostamento a Roma dell'intera Wall Street (che sarà, naturalmente, ribattezzata Via der Muro). Sembrà però che gli abitanti della vera via del Muro, che a Roma sicuramente c'è, abbiano protestato vivacemente; e che Silvio, che sa tastare la volontà del popolo, abbia assicurato costoro che la loro via sarà ribattezzata Via Guido Bertolaso.
Stanti così le cose, come potevo pensare ancora di rimanermene chiuso nel mio parallelepipedo ipogeo dell'Isolotto? Almeno fin quando questo quartiere fiorentino non subirà una catastrofe, non conterà assolutamente niente. Qualche maligno dice che la mia presenza sarebbe già una catastrofe sufficiente per spostarvi almeno la sede nazionale del Partito Democratico, ma si tratta di voci false e tendenziose.
Dunque, care amiche, cari amici, mi preparo a questa nuova avventura. Vettovaglie pronte, scorta di sambuca e di Diana Blé, settimane enigmistiche, di come vada a finire Lost non me ne importa un cazzo, e tutto il resto. Potrò così, magari, documentare in real time se all'Aquila si è finalmente spostato anche un ospedale da campo, potrò dedicarmi alla raccolta ed alla catalogazione dei pupazzi di pelouche ritrovati tra le macerie, potrò esaurire da solo le magre scorte alimentari della città e, più che altro, se il Destino me lo concederà, potrò incontrare Lui.
Magari in luglio, con la segretissima ma fattiva speranza che una piccola, ben assestata e circoscrittissima scossa di terremoto intervenga sul luogo scelto per la riunione del G-Qualcosa, seppellendone -ovviamente- solo i partecipanti. In tal caso, sarò il primo ad accorrere sul luogo, profondendo ogni sforzo per ritrovare la bambolina di pelouche della Carfagna in topless. Sembra che Silvio se la porti sempre dietro. Che tenero!