domenica 19 aprile 2009

Sindaci e fotografi


Stamani, sulla Repubblica online, c'è una notizia per la quale vorrei riuscire a trovare un aggettivo esatto. Dico “vorrei”, perché davvero non mi riesce; quello che forse, nella mia testa, più si avvicina all'entità dell'evento è miracolosa. Una notizia miracolosa, ecco; è infatti una sorta di miracolo che, a capo delle nostre città, abbiamo persone dotate di una fronte talmente spaziosa. Del resto, siamo o non siamo la culla del Rinascimento?

La notizia, in sintesi, è questa: Stufo che la sua città, Venezia, sia dipinta come sporca, indecorosa, degradata eccetera, il sindaco, vale a dire il filosofo Massimo Cacciari, ha deciso di passare al contrattacco. Approfittando della Pasquetta, come un turista qualsiasi si è recato in due “città d'arte” rivali, Firenze e Roma, armato di macchina fotografica; e ha cominciato a scattare foto su foto per dimostrare che, al confronto con Venezia, le altre due città sono ben più sporche, indecorose e degradate. Tornato in laguna, il sindaco-filosofo-fotografo ha convocato una conferenza stampa sul decoro per esporre le sue lamentele, promettendo addirittura di inserire le sue foto sul sito del Comune.

Naturalmente, il metro di giudizio cacciariano per misurare il grado sporcizia, indecorosità e degrado è quello in voga attualmente: “Il dilagare di vù cumprà, sudiciume e disservizi vari provocati dalla pressione dei turisti non sono una prerogativa lagunare. [...] Non è vero che solo a Venezia c'è degrado, anzi le due città sono sicuramente più sporche della nostra, anche lì ci sono venditori abusivi e maleducati che buttano immondizia ovunque.”

Apriti cielo: le reazioni da Firenze e Roma non si sono fatte attendere. Dal capoluogo toscano, Graziano Cioni, inventore di fantasiosi decreti anti-lavavetri e regolamenti di “civile convivenza” poi inciampato in certe questioncelle di malaffari più o meno edilizi, risponde piccato a Cacciari: "Di certo lì ho visto molti più ambulanti abusivi che a Firenze, anzi i senegalesi si davano il cambio con i vigili, non c'è proprio bisogno di fare paragoni.” Da Roma, invece, Alemanno fa il propositivo: “Anziché farci le pulci a vicenda, non sarebbe più utile studiare insieme delle best practice (!!!) per migliorare i servizi delle nostre città?”

Insomma, come si può osservare, il degrado delle “città d'arte” è ricondotto dai loro “primi cittadini” sempre e comunque ad una sola causa: i venditori abusivi. Che sono invariabilmente sporchi e maleducati. A questo punto manca soltanto aggiungere che sono negri e si ha l'esatta misura di tutta la questione. Ripensando al fatto che lo smunto, sofferto e concupito Cacciari sarebbe un filosofo, m'immagino, che so io, Platone che, munito di arnesi da disegno, si reca a Sparta per dimostrare che quella città è ben più degradata di Atene (tutta colpa di quei maledetti e sporchi iloti!), oppure Kant che da Königsberg va a Berlino per documentare la mancanza di decoro di quella città, dovuta alla massiccia presenza di bavaresi, renani, vestfali e rozzi villici dello Schleswig-Holstein.

A questo punto, però, vorrei anch'io fare una piccola proposta. La faccio ai venditori abusivi (definiti perlopiù dai sindaci con la sprezzante espressione di vu' cumprà, quando è probabile che diversi di loro siano in possesso persino di lauree in filosofia). Si muniscano a loro volta di macchine fotografiche e girino per le “città d'arte” italiane fotografandone i sindaci, gli assessori e le giunte comunali. Fatto questo, documentino anche le loro eccelse opere & operazioni per renderle veramente più “vivibili”, le città. Documentino i prezzi raccapriccianti e indecorosi che, con il pieno avallo degli amministratori, gli spacciatori autorizzati di pizze a taglio, caffè schifosi, paccottiglia turistica e altra roba del genere propongono ai turisti di mezzo mondo. Fotografino e riferiscano. Poi prendano il tutto e lo spediscano ai giornali delle città senegalesi (le quali, con tutta probabilità, avranno sindaci e amministratori un po' meno imbecilli dei nostri) e del resto del mondo con un bel titolo: “Ecco, questi qui sono quelli che ci accusano del 'degrado' delle loro città.” Tutti, così, potranno trarne le adeguate conclusioni.