Ehi, tu.
Non è, ci mancherebbe altro, che voglia metterti fretta. Non ci tengo nemmeno un po' a fare il solito automobilista italiano che, non appena scatta il verde, comincia a strombazzarti dietro. Però, me lo dici di cosa stai cianciando al telefonino? Il verde, oramai, è scattato da una trentina di secondi e non ti muovi; alla fine, giocoforza, la strombazzata te la becchi, demente d'un camiciascollata sulla Smart; cazzo ti scollerai, poi, ché fa un freddo che si pela. E poi, tanto, se non te la faccio io, la strombazzata, te la fa la coda di 458 macchine che hai fatto sulla Salviati.
Ma lui no. Ciancia e ciancia. Un immenso bla bla bla che sembra fuoriuscire dalla macchinina tutta fluo; alla fine, come volevasi dimostrare, riscatta il rosso. Quasi mi accascio sul volante del pulmino, ché devo fare pure la Badia dei Roccettini e, magari, prendere un po' d'aìre m'avrebbe fatto anche comodo. Bisogna pensare ad altro, quando si deve stare tutta la giornata nel caos del traffico, come monsieur Hulot. Bisogna fabbricarsi delle storie per passare il tempo, senza però lasciarsi troppo prendere. Se le storie fossero troppo serie, ci si potrebbe distrarre; e non ci si può distrarre con della gente a bordo. Ci vogliono storie leggere, lievi, soavi.
Il cianciatore, del resto, non è che uno dei tanti. Da quando, in Italia, è severamente proibito parlare al telefonino alla guida (se non con il viva voce, e non ho mai capito questa denominazione: uno che parla senza l'auricolare ha la voce morta? Boh!), la percentuale di coloro che passano ore a sproloquiare al cellulare con una mano sul volante e buffe contorsioni quando devono cambiare marcia è aumentata a dismisura. L'osservazione degli automobilisti nel normale casino di una giornata qualsiasi è non solo istruttiva, ma riesce a dare molte misure di questo tempo. Oltre, naturalmente, a fornire l'ispirazione per le famose storie leggere di cui parlavo prima. Quelle che ti fanno, in certi frangenti, sopravvivere; e, forse, fanno sopravvivere anche diversi altri. Quelli, ad esempio, come il cianciatore fermo col semaforo verde; gli istinti omicidi sono una cosa sicuramente disdicevole, ma a volte prendono e, altre disgraziate volte, vengono pure esplicati.
Attaccando la Badia dei Roccettini (che, sia detto per i non fiorentini, è una salita veramente della madonna) in prima con quel furgone a nafta -non mi va in questo caso di dire diesel-, e mentre il cianciatore aveva invece svoltato a destra in via Faentina, mi sono immaginato la storia leggera di quel tipo. Trenta o trentacinqu'anni, giacca marrone, camicia bianca scollata, capelli di taglio medio sapientemente spettinati. Siccome il furgone è più alto, riuscivo a vedere sul sedile passeggero una valigetta 24 ore, delle cartelle sopra, e un libro il cui formato -anche se ovviamente non riuscivo a leggere cos'era- mi ricordava quello di un codice. Penale, o civile, o di procedura, o di qualche altra leguleiata.
La durata della telefonata, del resto, autorizzava a pensare che si trattasse di una complicatissima questione giuridica; all'altro capo del telefono, l'avvocato Maria Eletta Carotenuto, più o meno la stessa età, di un luogo imprecisato fra Bisceglie, Andria e Corato, laureata a pieni voti con una tesi sulla legislazione comunitaria per l'imbottigliamento delle acque minerali (con speciale riguardo all'aggiunta di anidride carbonica e altri additivi), regolare tirocinio, esame di stato, gavetta e finalmente il gran salto come socia del neocostituito Studio Legale Barigazzi, De Maria & Carotenuto. Lei, l'unica donna. Si faranno sicuramente strada. C'è da sgobbare. Non esistono orari. Cause improbabili. Di tutto. Il Barigazzi, iniziatore e socio anziano, è sposato con due figli; il De Maria e la Carotenuto non hanno tempo per impegnarsi in cose del genere. Magari si garberebbero anche, però c'è quella maledetta causa:
“...ma insomma, Maria (guai a chiamarla anche Eletta, ndr), vengo ora da casa della Salvini, va sempre peggio con quella lì...aspetta un attimino che prendo la cartella...mann...eccola qui...come faccio a convincerla che il marito lo hanno ritrovato e fotografato a Cuba assieme a due ragazzotte?...” (Sì, lo so benissimo, questa l'ho ripresa pari pari da un romanzo del commissario Montalbano, ma mica sto scrivendo niente: mi sto semplicemente immaginando qualcosa così per fare, e allora posso anche copiare di sana pianta)
“A proposito, Ernesto....a proposito...qui fra un po' succede un bel casino, te lo dico io. Altro che marito della Salvini a Cuba con le ragazzotte. Ma lo sai che il Bari (abbreviazione di Barigazzi, ndr) mi ha proposto di uscire con lui?....” (risatine)
“Ma daiiiiiii......! Io lo sapevo che prima o poi ci provava con te, e pensare che la su' moglie...ma aspetta, ti dicevo della Salvini, oggi m'ha fatto una scenata di quelle che non t'immagini, a casa, ecco perché mi ha voluto vedere non in studio....”
“Sì, ma ti dicevo....capisco...aspetta un attimo, ho uno SMS....”
(Ma ti mòòòovi, brutto stronzooooo....!!!!!)
“Eccomi...ma che è tutto questo bordello, Ernesto...?”
“Nulla...nulla, tranquilla, i soliti imbecilli che ti suonano dietro al semaforo...ma dove cavolo ci avranno da andare... (a potare siepi, a raccomodare caldaie, in ufficio, a affettare mortadelle, a calarsi in un tombino, a dormire, a scrivere il libro della propria vita, a suicidarsi eccetera, ndr)...aspe...ecco...ti dicevo...una scenata terrificante...il sor Salvini rischia grosso, stavolta...”
“Ma l'hai calmata un po' e avete studiato la questione...? Sì, sai com'è... Insomma, io non so cosa fare...”
“Nemmeno io....non è la classica cosa di lei che ha i soldi e lui che l'ha sposata per quello, lo sai...una quota nell'azienda ce l'ha anche lui, e in proprio, però ci sto lavorando per metterglielo in quel posto...ah ah ah....sì dai tanto si sa che....”
“Sì sì, poi ne parliamo stasera quando ricompari...però io dicevo che non so cosa fare...per quella cosa del Bari, mi mette un po' nei casini...”
“Casini per modo di dire...mica avrai qualche dubbio, no? Ma dai, Maria, è sposato....e poi....aspe....madonna ma come sono nervosetti tutti quanti oggi....”
“E accosta un secondo, che ti devo parlare....insomma....io avrei anche accettato...se poi gli dico di no e quello mi....”
“MA SEI MATTA??!?!?”
“Non so che dirti....sai, ho fatto due con....”
“Maria! Ma....non mi dire che ci esci davvero....”
“Fra due sere...ovviamente ti volevo chiedere....beh te lo chiedo da amica oltre che da collega...se tu potessi coprirmi....nel senso, se sei in studio e chiama la moglie del Bari, magari gli dici che siamo da un paio di clienti rognosi....sai gli orari, poi lei c'è abituata....”
“Maria....ma....hai presente....?”
“Mi stavi dicendo della Salvini....ci sono speranze....?”
“MA MI IMPORTA UNA SEGA DELLA SALVINI! Tu non puoi....no...!”
“Come non posso...? Scusa, ma ti metti a fare moralismi, proprio tu, che quando eri tirocinante ti sei portato a letto la figlia dell'avvocato Pasquinetti, e manca poco che....”
“Ma era una cosa diversa! Del tutto diversa! Io mica ero sposato...”
“Sì, ma la figlia stava per sposarsi con il figlio del Trapanese...”
“D'accordo, d'accordo, d'ac-cor-do! Però non puoi....Tu lo sai...”
“Senti, qui ci sto quasi seccando la scheda...ne parliamo stasera, va bene? Tu ora dove sei diretto?...”
“Dal Tirinn....no aspetta, accidenti... E BASTAAAAAA....! Ora se scendo, a te ti fo un culo, brutto stronzo....”
“Scusa?....”
“Nulla, nulla, ce l'ho con uno dietro che mi lampeggia....Non puoi!”
“Ma non vedo perché tu debba pigliartela così tanto! Mica ci vai di mezzo te! Caro il mio avvocato De Maria, quella che ci rischio sono io, vorrei ricordartelo!”
“No, cara avvocato Carotenuto, ci rischio anche io! E brava la mia colleghina, ora ti fai il socio anziano e poi lo so come vanno a finire 'ste cose...ma mi credi nato ieri....?”
“Brutto stronzo, ecco a cosa pensavi! Finalmente hai gettato la maschera! Hai paura che vogliamo farti fuori dallo studio! L'amico!...”
“Maria....”
“Cosa c'è, brutto stronzo? Vai dalla Salvini, vai! Io qui che ti confido una cosa tremendamente difficile, e lui pensa che glielo voglio schiaffare in culo! Allora lo sai cosa ti dico? Io col Bari ci sono già stata a letto! E neanche una volta sola! Hai capito?!?! “
(Rumore di inchiodata. Stridore di freni. Crash.)
“Ernesto...?!?!?”
(Silenzio.)
“Ernesto, perlamordiddìo....rispondi...!”
(Si sentono dei confusi rumori di persone inferocite e delle disperate grida di aiuto. La voce dell'avvocato De Maria Ernesto è concitata: “Fermi...! Non l'ho fatto apposta...Ma cosa fateee!? Scusate stavo parlando al telefono....era una questione di lavoro....fermi maledetti....! Non toccatemi la macchina!!!)
“Maria, ci sei! Ti prego, chiama il 113....qui mi stanno sfasciando la Smart a randellate...”
“Ma dove sei...?”
“Via Faentina...angolo via....so un acc....via del Lapo...fai alla svelta....ti prego!!”
“Ecco, vedi, io il piacere te lo faccio, però non dovrei farlo a uno stronzo come te...!”
“Maria, ti prego...aiutooo...!!!!”
“Non so...aspetta...sto finendo il credito.... (probabile ghigno diabolico dell'avv. Carotenuto Maria Eletta)
“Maria....perdonami....io ti amo! Ti amo, hai capito! Non puoi avermi fatto questo...Non puoi! Ti prego amore mio....lo so non è il momento....CHIAMA 'STO CAZZO DI 113, MI STANNO DISTRUGGENDO LA MACCHINA LA DEVO ANCORA FINIRE DI PAGARE!!! Poi vai a letto con chi ti pare, ti amo, ti perdóno, la Salvini...che cazzo dico...non avevo mai avuto il coraggio...il lavoro...i codici...”
“Ernesto....tranquillo...ho già chiamato....ora arrivano...”
“Ora prendo un taxi....volo in stu....”
(Silenzio ancora. Un corpo inerte giace sull'asfalto, con la camicia sbottonata; preso in pieno mentre era al telefono in mezzo di strada, da un Gasolone che stava superando la fila interminabile di macchine che si era creata. Alla guida, il manovale albanese Mehmet Haxhilleçi, che tornava in ritardo mostruoso al cantiere con un carico di mattoni forati. Stava parlando al telefono col capocantiere che lo stava cazziando dandogli, naturalmente, di albanese di merda e minacciandogli il licenziamento in tronco. Si sentono rumori di varie sirene. Il traffico è completamente impazzito: sulla Salviati si è creata una coda che oramai ha investito la Bolognese nei due sensi, fino al Ponte Rosso da una parte e a Trespiano dall'altra. Mehmet Haxhilleçi ha 22 anni, viene da un paesino vicino a Valona, è sposato e la moglie è incinta; perdere il lavoro sarebbe una tragedia, per lui. Gli toglieranno la patente, forse lo arresteranno e corre pure il rischio di essere linciato. La Smart dell'avvocato De Maria è stata completamente distrutta da vari corpi contundenti. L'avvocato De Maria è morto. L'avvocato Carotenuto Maria Eletta ha finito il credito. I vigili urbani sono imbottigliati in piazza delle Cure, l'ambulanza del 118 è imbottigliata all'angolo con via Trento e la Polizia sta guardando lo stradario per capire dove sia quella maledetta “via Pontina”, finché dalla centrale non comunicano che via Pontina è a Roma. L'avvocato Barigazzi, in quel momento, è in un'elegante gioielleria del centro a scegliere un regalino adeguato per la sua amante; sua moglie è al telefonino da 122 minuti con un'amica cui sta confessando che suo marito non la cerca più, dando ovviamente la colpa allo stress per il troppo lavoro. Riccardo Venturi, invece, è riuscito a sgamarla tirando su appena in tempo per la Badia dei Roccettini e ghighando inspiegabilmente; anche per oggi, con una storiellina leggera leggera, è riuscito a calmarsi e addirittura a procedere serafico rispettando tutte le regole del codice della strada, ché i codici esigono rispetto. Oddio, mica tanto, poi. Anzi, vadano persino affanculo; e pensare che quel poveraccio che cianciava al telefono, al semaforo verde, magari aveva sul sedile l'ultimo ponderoso best-seller di Wilbur Smith. Che, forse, era un disoccupato che s'era indebitato per comprarsi la Smart. Che stava al telefono con la figlia che non vede mai, separato da due anni, la moglie andata via da quello spiantato, ma questa è un'altra storia. Storie di tutti. Nel traffico bestiale, siamo delle bestie. Godiamo del male altrui, regoliamo conti sorridendo e ci plachiamo soltanto immaginando, a cuor leggero, distruzione e morte.)