martedì 27 ottobre 2009

Dante


Sarebbe opportuno che Guccini, in una delle sue prossime canzoni, facesse imparare a memoria ai suoi montanari pavanesi questo qui, di Dante, invece del solito Alighieri. All'Alighieri ci pensi quell'emerita fava di Benigni; anche perche questo qui, di Dante, di mestiere fa esattamente il macchinista ferroviere presso il deposito locomotive di Roma-San Lorenzo. Uno che, però, non si è impadronito di nessuna locomotiva per andare a farsi stiantà addosso a un treno di signori; anzi, ha denunciato che proprio un treno di lusso, lontana destinazione, un ETR per la precisione, il 14 luglio 2008 si spezzò mentre, vuoto, veniva trasportato dall'officina della Martesana, a Milano, alla stazione centrale. E, chiaramente, alla stazione centrale di Milano sarebbero saliti i passeggeri. E se si fosse spezzato coi passeggeri a bordo, non ci sarebbe stato alcun bisogno di una locomotiva come una cosa viva per farlo fuori. Ci avrebbero pensato direttamente le Ferrovie dello Stato Comatoso.

Il macchinista ferroviere, Dante De Angelis, raccontò e denunciò pubblicamente l'episodio. Disse che tale episodio era stato "un incidente potenzialmente molto pericoloso", mettendo l'accento sulla questione della manutenzione , della progettazione e dei controlli sugli ETR. La risposta della dirigenza delle Ferrovie: licenziamento in tronco. Motivazione: Dante De Angelis avrebbe "reso dichiarazioni contrarie alla verità". Traduzione: Liberiamoci alla svelta di questo scomodissimo lavoratore che, colpa gravissima, pensa realmente alla sicurezza dei passeggeri e del personale invece di cianciare di sicurezze ad usum pennajolorum.

Ieri, il Tribunale del lavoro di Roma ha tirato una bella ciaffata alle Ferrovie italiane e ai loro padroncini "privatizzati". Licenziamento illegittimo e antisindacale. Reintegro immediato di Dante De Angelis con risarcimento di tutte le retribuzioni perdute. Le Ferrovie sono state condannate anche al pagamento delle spese di giudizio: una cosa che, da altre parti, dovrebbe provocare il sollevamento immediato di tutti i vertici dell'azienda. A casina dirigenti, supermanager e tutti quanti questi stronzi delinquenti che, nel frattempo, bucherellano il paese con le loro inutili TAV provocando dissesti idrogeologici e quant'altro per risparmiare venti minuti fra Roma e Milano, e tenendo le ferrovie al Sud in condizioni vomitevoli per non far dispiacere alle mafie delle autolinee private.

Sembra che ieri, fuori dal Tribunale del Lavoro di Roma, ci fossero circa un centinaio di persone che hanno accolto la sentenza con un boato. E che ci fossero anche dei rappresentanti dei comitati sorti dopo la strage di Viareggio. Il vero boato sarà il giorno in cui le Ferrovie verranno messe in mano a persone come Dante De Angelis, e non a dei servi superpagati per tenerle in condizioni da fare schifo al maiale.