fratello Aquilano
prendiamoci per mano
in questi giorni tristi
e come a Reggio Emilia
e ad Avola in Sicilia
bastonano gli sbirri,
quei porci di fascisti.
E oggi come un tempo
sopra l'Italia intera
i manganelli e clima da galera.
A diciannove anni
è morto Ovidio Franchi
e avevano vent'anni
anche quegli studenti
che in mezzo al loro sonno
son morti come topi
per i palazzinari
schifosi delinquenti.
Tutti morti a vent'anni
e senza più un domani,
morti per il denaro dei caimani.
Lauro Farioli è morto
come Carlo Giuliani
e in mezzo a loro il vuoto,
e in mezzo il terremoto.
E mandan questurini
di corsa a massacrare
chi vuole protestare
perché lo han preso in giro.
Sangue sopra altro sangue
per mano di quei servi,
sono gli stessi dei fratelli Cervi.
E sono cinquant'anni
da Genova e da Reggio
e ancora ben di peggio
abbiamo visto dopo:
sempre col solo scopo
di opprimere la gente
che oggi non ha più niente
tranne la propria rabbia.
Uguali gli Aquilani
ai sinistrati Irpini,
merce di carne in mano agli assassini.
Compagni, è il sette luglio,
che bell'anniversario:
non è cambiato niente,
massacrano la gente.
Dovremmo tutti quanti
aver d'ora in avanti
il fine di cacciarli
ma di cacciarli tutti.
Morti del terremoto,
datela voi la scossa,
fuori con noi a cacciarli in una fossa!