venerdì 30 luglio 2010

Sesso e libertà, ovvero Femminismo e capacità di analisi

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Se sostengo, e in modo inequivocabile e senza compromessi, la lotta quotidiana del femminismo militante, non è soltanto per un comune sentire, e neppure perché tale comune sentire è per me il risultato di tutta una vita, di un percorso complesso, di esperienze, di osservazioni, di rabbie. È anche perché ritengo che le femministe militanti, quelle autentiche, siano tra le poche che abbiano una capacità di analisi politica e sociale assolutamente esatta e non fraintendibile; ed anche perché sono portatrici di un antifascismo che conosce fin troppo bene che cosa sia veramente, nella sua essenza più profonda, il fascismo. Un fascismo quotidiano, domestico, sul posto di lavoro, nella "famiglia", nelle relazioni umane. Prova ne sia l'articolo che riproduco qua sotto, che ritengo l'unica cosa veramente esatta che mi sia capitato di leggere in questi giorni su una data cosa relativa alla politica di sistema di questo paese. Certo, ho letto altre cose anche condivisibili, anche intelligenti, anche appassionate; ma tutte almeno un po' inquinate dal porsi regolarmente all'interno del sistema e delle sue rappresentanze. Questo può far sì che, nell'ottica dell "antiberlusconismo" (una cosa che comunque, a differenza di diversi snobbini da ripostiglio -non tiro in ballo neppure il classico salotto perché non lo meritano-, non ritengo affatto da rifiutare), si perda di vista chi sia veramente il camerata Fini Gianfranco, quale sia il suo progetto politico (che appare chiarissimo in questi giorni, e che l'articolo che segue mette perfettamente in luce) e quali siano i pericoli che comporta. Un articolo che fa piazza pulita di molti abbagli che sembrano cogliere non poche persone entusiaste del crollo del puttanaio berlusconiano. Lo ha scritto una Femminista, dimostrando una volta di più che la lotta delle donne è lotta antifascista a tutto tondo. Lo ribadirò finché avrò un filo di voce: non esiste antifascismo vero senza femminismo. Quando a volte persino dentro a dei centri sociali vedo dei compagni (e anche delle compagne) leggere avidamente "Il Fatto Quotidiano" mi prende un travaso di bile; indi per cui lascio la parola a Fikasicula, la quale, oltre a quello dell'analisi, ha anche il dono di esprimerla con parole semplici e dirette. L'articolo, che proviene ovviamente da Femminismo a Sud, si intitola

Sesso e libertà

E' il nome che darei ad un partito se ne creassi uno. Potrei anche chiamarlo Kebab e libertà, Cannolo e libertà, cassata siciliana e libertà, donne e libertà, fikasicula e libertà.

Se dio vuole, il dio dei laici ovviamente, la telenovela è finita. Il partito dell'amore si è disinnamorato, il centro sinistra ha finalmente trovato il suo leader e travaglio e i travaglini potranno dirsi orgogliosamente parte del nuovo grande partito post divorzio.

Fini è riuscito in una operazione che avevo previsto da un bel po'. Sin dai tempi in cui cominciò, ad opera della fondazione finiana fare futuro, la critica delle veline nelle liste del pdl, la moralizzazione dell'immagine del premier, le escort, etc etc. Quell'operazione la vedo realizzata nell'espressione felice di mia zia, comunista convinta, di quelle dure e pure, vecchia tesserata del pci, poi di rifondazione e ora in attesa di collocazione. Fondamentalmente a lei piacevano le feste dell'unità, poi quelle di liberazione e ora che nella sua città non ci sono più ne le une e ne le altre e anzi le uniche feste sono quelle della lega, lei, povera siciliana, immigrata, è tentata ma non lo dice. Il richiamo del bancone dal quale i compagni servivano panini e salsiccia è troppo forte. Già me la vedo a fare il salto della quaglia per motivazioni prettamente festaiole.

Stamattina leggeva un quotidiano e diceva che "quest'uomo ci salverà". "Quest'uomo" sarebbe Gianfranco Fini e il "ci salverà" è riferito al fatto che proprio lui è diventato colui nel quale tanti italiani hanno riversato le proprie speranze.

Una operazione magnifica, orchestrata da tempo, con travaglini e gente di destra che demonizzavano berlusconi, con il pd, che secondo me non ha capito niente o al peggio lo sapeva e ha collaborato, al traino a fare da spalla a tutta la baraonda, e dopo la demonizzazione c'è stata la santificazione dell'uomo salvatore, quello che ci libererà dal demonio, quello della "destra degli onesti", del rispetto "decoroso" del corpo delle donne, della "questione morale", della destra europea, democratica ma che sempre destra è. Quello del bastone e la carota, quello che firmò la bossi-fini, la legge che rovinò la vita a tanti immigrati, e poi fu presente durante le operazioni del g8 di genova, mentre noi correvamo e correvamo e correvamo per salvarci la pelle.

Chi l'avrebbe mai detto che la destra "autorevole", rappresentata da quell'uomo lì sarebbe diventata la speranza che avrebbe ridato luce agli occhi di mia zia?

E sarà quella l'unica opposizione di cui l'italia parlerà, che l'italia vedrà, e non importa se alle prossime elezioni si presenteranno comunque di nuovo in coalizione o ne presenteranno una fatta da pd-udc-an avente le stesse finalità sociali. Non importa. Perchè quando Gianfranco Fini si affaccerà al balcone ad urlare "italiani" tutti applaudiranno, mia zia spenderà una lacrimuccia, e io continuerò a farmi il sangue amaro.

Una volta a liberarci dai tiranni pensavano gli anarchici, ora dovremo rassegnarci all'idea che tutto si risolverà in guerre intestine tra clan avversi. E' veramente bizzarro riporre speranze in un successore di almirante ma la storia, si sa, è sempre piena di sorprese.

In tutto ciò mi chiedo: la russa e la meloni se li piglia berlusconi o ritornano all'ovile?