Una collezione di dati, di conoscenze ed altre cose per questi santi giorni, assemblata e compilata da Riccardo Venturi
6a parte
(it.politica, 11 aprile 2005)
Il loro estremismo li spinse ovviamente a collaborare attivamente con i nazisti, ai quali fornirono, tra le altre cose, l'immancabile divisione di Waffen-SS. Da notare anche il fatto che i cappellani militari al seguito dell'ARMIR, il corpo di spedizione italiano in Russia che fu in gran parte sterminato (come raccontato nel Sergente nella neve di Mario Rigoni Stern) dalla controffensiva sovietica e dal "generale inverno", erano stati per lo più formati nel Collegio Ucraino di Roma, città dove il rappresentante dell'Organizzazione Nazionalista Ucraina (OUN), Euhen Onatsky (autore anche della prima grammatica della lingua ucraina redatta in italiano, pubblicata nel 1937 con la sovvenzione diretta del Minculpop dato che per gli italiani di allora era assolutamente imprescindibile imparare l'ucraino) era praticamente accreditato ufficialmente presso il governo fascista, ed aveva quindi le funzioni di un vero e proprio ambasciatore.
Per correttezza, è necessario ricordare che l'abiezione nazionalista e fascista, in Ucraina, non toccò soltanto gli Uniati cattolici. In occasione dello spaventoso massacro di 35.000 ebrei nelle tristemente note fosse di Babi Yar (massacro ricordato in un celeberrimo ciclo poetico di Evgenij Evtušenko, che è ucraino di nascita), nel giugno del 1942, gli abitanti ortodossi della città applaudirono con entusiasmo gli exploits criminali delle SS del colonnello Paul Blobel (16).
Per il massacro di Babi Yar si vedano il seguente link (in inglese) e questa pagina da "Canzoni Contro la Guerra/AntiWar Songs", contenente anche i testi del ciclo di poesie di Evgenij Evtušenko.
NOTE alla 6a parte
ospitalità….Dei preti ortodossi si dichiararono spontaneamente
sottomessi all'invasore, ed invitarono dai pulpiti il loro 'gregge' di
fedeli a sottomettervisi. Il 'gregge' era del resto in gran parte già
ben disposto." William Manchester, Les armes des Krupp 1587-1968,
Paris, 1970, p. 371.