Una collezione di dati, di conoscenze ed altre cose per questi santi giorni, assemblata e compilata da Riccardo Venturi
7a parte
(it.politica, 11 aprile 2005)
San Josep Maria Escrivà de Balaguer i Albàs (1902-1975)
Dopo Padre Pio, il "santo del popolo" canonizzato a furor di popolo, san Karol Wojtyła si è fatto notare per la canonizzazione di Josep Maria Escrivà de Balaguer, santo di pochi noti che si dicono "simpatizzanti" e non mancano mai ad una cerimonia che riguardi l'Opus Dei, l'associazione fondata dal neo santo; più un esercito di aderenti ignoti tra i potenti e comuni mortali noti poiché beneficiati da una delle varie attività dell'Opera, che paga gli studi ai meritevoli.
Partiamo però dall'inizio. Josep Maria Escrivà de Balaguer (il titolo nobiliare sarà acquisito in seguito dal sacerdote, benevolmente concesso da Francisco Franco), nasce in Spagna, a Barbastro (Huesca); è un giovane cattolico tradizionalista, in un'Università statale, quando il 2 ottobre del 1928 a Madrid, in un clima avvelenato dalle rivolte e di cattolicesimo perseguitato dai socialisti, con omicidi francamente spaventosi da parte dei contadini e degli operai (senza dimenticare che per secoli la Chiesa spagnola era stata la maggiore latifondista del paese, e che con la nobiltà aveva contribuito a mantenere il popolo in condizioni di sottosviluppo e di fame), fonda un movimento basato sul più ferreo anticomunismo e sul conservatorismo cattolico più rigido. Non contentandosi di questo, il movimento da lui fondato e chiamato Opus Dei (in latino: "Opera di Dio"; e ci son sempre di mezzo le "opere" con questi cattolici, vengono a mente l' "Istituto Opere di Religione" -IOR- di mons. Paul Marcinkus, di cui avremo meglio a parlare in seguito, e la "Compagnia delle Opere", la potentissima organizzazione finanziaria di Comunione e Liberazione) viene strutturato sulla segretezza più assoluta, come una vera e propria setta.
Il messaggio di Josep Maria Escrivà de Balaguer vuole arrivare dappertutto: non solo i religiosi possono essere santi, dice, ma si può giungere a questa condizione e "servire Dio" esercitando qualsiasi attività e seguendo le proprie nobili ambizioni. Anticomunista viscerale, diviene un naturale simpatizzante e poi ferreo sostenitore del caudillo Francisco Franco, che considera come la "salvezza della Spagna" fin dai primi momenti del pronunciamiento del luglio 1936 e della susseguente guerra civile; dopo il trionfo del fascismo spagnolo, ben aiutato da Hitler e Mussolini, alcuni dei ministri del dittatore sono scelti proprio dalle fila dell'Opus Dei, la quale continuerà a fornire al regime franchista non solo uomini, ma anche e soprattutto le basi "religiose" di cui ha bisogno come il pane, ed i dovuti collegamenti con la chiesa cattolica ufficiale nelle sue più alte sfere.
Proviene ovviamente dall'Opus Dei di sant'Escrivà de Balaguer anche José Luís Carrero Blanco, il primo ministro franchista che, nominato poco prima della morte del Caudillo, da devotissimo cattolico e timorato di dio si fa notare per l'ultima terribile repressione a base di garrotamenti prima della fine della dittatura. La mattina del 20 dicembre 1973, Carrero Blanco è appena uscito dalla chiesa ove si reca ogni mattina per i suoi "esercizi spirituali" e sta recandosi in ufficio -chissà, magari per firmare qualche condanna a morte o atto repressivo- con la sua Dodge Dart nera, quando una bomba piazzata sotto l'asfalto da un commando dell'ETA lo fa saltare in aria e gli fa battere ogni record mondiale di salto in alto: trentacinque metri. L'attentato a Carrero Blanco è unanimenente considerato come l'atto finale del franchismo, anche se il caudillo sopravviverà ancora due anni durante i quali farà purtroppo in tempo a distribuire condanne a morte.
Ma torniamo a sant'Escrivà de Balaguer. Sicuramente antisemita dichiarato, stanti certe sue dichiarazioni durante il regime franchista (e chissà se la cosa è nota agli ebrei che hanno pure affollato i funerali del papa che lo ha elevato agli onori degli altari), ancor più certamente è stato un buon amico di Pinochet: ancor prima che il suo canonizzatore di bianco vestito apparisse assieme al dittatore cileno sul celebre balconcino di Santiago, Escrivà, nel 1974, dichiara in un'intervista: "Pinochet ha sparso molto sangue, ma era sangue necessario". La sua Opus Dei sbarca a Roma nel 1946 e comincia ad espandersi nell'ombra; attualmente sembra che conti circa 80.000 aderenti, di cui soltanto 1500 sacerdoti. Il resto sono laici, in buonissima parte occupanti posizioni di potere (e non solo in Spagna, dove comunque l'Opus Dei è tuttora uno dei centri di potere occulto più influenti); ma quali siano i loro nomi non è dato sapere, a meno che non lo dichiarino spontaneamente. Tra i religiosi, solo il cardinale di Lima lo ha dichiarato apertamente; altri si dicono o dimostrano simpatizzanti. In definitiva, la chiesa cattolica che tanto (a parole) condanna la Massoneria, conta con l'Opus Dei su una vera e propria "massoneria interna".
L'organizzazione conta comunque affiliati in ogni settore: professori universitari, giornalisti, banchieri, politici, militari…da un calcolo approssimativo condotto qualche anno fa, risultò che la "prelatura" avesse influenza più o meno diretta su 630 quotidiani e riviste mondiali e su 52 catene televisive. Negli anni '60-'70 le cordate politico-finanziarie dell'Opus Dei sono state definite "Santa mafia", ed è stata logicamente associata alla massoneria per la segretezza sempre negata dall'associazione e invece manifesta secondo una ricerca fatta da esponenti religiosi di… altra corrente.
Già, perché bisogna dire che l'Opus Dei ha avuto fieri avversari, tra i quali Giovanni XXIII che temeva il suo potere, e Paolo VI che chiese all'Opus Dei di fondare un "partito cattolico" in Spagna, e si vide opporre un netto rifiuto da Josemaria Escrivà che preferiva evidentemente continuare ad agire nell'ombra. Ma tutto cambia con Giovanni Paolo II, che "sdogana" l'associazione il 28 novembre 1982, elevandola a "prelatura personale" (cioè che deve rispondere solo al papa), fino ad arrivare alla beatificazione e alla canonizzazione del fondatore, 465° santo proclamato da Wojtyła.
Cosa si richiede ai laici per entrare nell'Opus Dei? Come "numerari" bisogna avere fatto voto di castità e devolvere all'associazione tutto ciò che si guadagna; i "sovrannumerari" possono sposarsi e vivere in famiglia, ma seguendo sempre regole di tipo monastico, mortificandosi e versando i guadagni all'associazione. I "cooperatori" o "aggregati" prestano gratuitamente l'opera professionale e possono anche non essere cattolici; praticamente sono una sorta di "sponsor". Non solo mafia e massoneria, dunque; le corrispondenze con Scientology sono impressionanti, e, come da Scientology, qualcuno ne è uscito e non è stato zitto. Nel 1996 María del Carmen Tapía pubblica presso Baldini&Castoldi il libro "Oltre la soglia", nel quale parla di manipolazioni, affari illegali, plagio, violenze (anche sessuali) e sottolinea la fissazione maniacale per la segretezza. María Angustias Moreno, che fu numeraria dell'Opera, racconta dell'autentico culto della personalità che si doveva tributare a Josep Maria Escrivà, promosso da lui stesso, che decise che lo si dovesse chiamasse PADRE, scritto in maiuscolo, e salutarlo piegando il ginocchio sinistro. Nel 1981 il cardinale cattolico inglese Basil Hume prega i responsabili inglesi dell'Opus Dei di avere maggiore rispetto di coloro che chiedevano di entrare e, soprattutto, di uscire dalla medesima, e la libertà di scelta del proprio direttore spirituale, senza pretendere che si scegliesse per forza un religioso dell'Opus. Già, perché il vizietto, o la scusa dei religiosi Opus era che "difficilmente un direttore spirituale avrebbe potuto consigliare bene rispetto all'Opera se questa non era da lui ben conosciuta". Il clero "normale" era soprattutto preoccupato dalla tendenza ad attirare i giovani di nascosto dai genitori.
Stefano Rodotà e Franco Bassanini presentano, dopo lo scandalo della loggia P2 (associazione segreta pseudo-massonica) un'interpellanza parlamentare contro l'Opus Dei, ma il ministro dell'Interno, il supercattolico Oscar Luigi Scalfaro (che sarà poi presidente della Repubblica persino idolatrato dalla "sinistra") rintuzza tutto dichiarando che "il fatto che i nomi degli aderenti all'Opus non siano resi pubblici non configura la segretezza". Sottigliezze pretigne o malafede? Resta il fatto che tra più o meno noti e ignoti totali, l'organizzazione è potentissima, mette bocca in tutto, attacca la UE che è contro il defunto Jörg Haider (che, per riconoscenza, donò a Wojtyła il famoso "albero di Natale" proveniente dalla sua Carinzia, i giudici di Palermo per il processo Andreotti, e sembra avere stabilito chi sarebbe dovuto essere il nuovo papa, cioè Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Milano e in odore di Opus Dei anch'egli.
Naturalmente l'Opus non si occupa solo di politica e finanza: essa gestisce in proprio l'antica e prestigiosa Università di Salamanca oltre a numerosi istituti professionali superiori, ospedali, centri di formazione sparsi un po' in tutto il mondo.