Sonetto di Giacomo Lubrano (1619-1693)
Mortalità, che sogni? ove ti ascondi
se puoi perire a un alito di fato?
Dei miracoli tuoi il fasto andato
or né men scopre inceneriti i fondi.
Sozzo vapor da baratri profondi
basta ad urtar con precipizio alato
alpi di bronzo; e in polveroso fiato
distrugge tutto il Tutto a regni, a mondi.
Di ciechi spirti un’invisibil guerra
ne assedia sempre, e cova un vacuo ignoto
a subitanee mine in ogni terra.
su le tombe si vive; e spesso atterra
le nostre eternità breve tremoto.