In un'altra piazza, che si chiama Tahrir, invece, non stanno montando tende. E' perché la hanno occupata sul serio. E' perché non stanno giocando affatto. E' perché la loro non è "indignazione", ma rivolta. Di fronte non hanno peperoncini spray, ma un esercito con armi ad alzo zero. E' perché non sono lì per provare il brrrrrrivido dello sbirro che si avvicina, ma per assaltarlo. E' perché non c'è nessuna gioia, nessuna festa in quella piazza; ci sarà soltanto quando quei merdosi se ne saranno andati via tutti. E in quella piazza, vi devo dire una cosa, si muore. Eh, lo so: morire non è divertente. Morire è brutto. Toccherebbe morire anche a parecchi di voi, a parecchi di noi, se vi decideste a occupare le piazze con tutt'altri intenti. Vi siete mai chiesti come mai l'unico paese d'Europa dove non c'è stato nessun movimento di "indignati" sia stata, toh, la Grecia? Ci sarà penuria di tende, in Grecia, oppure almeno qualcuno ha preso un'altra strada meno comoda e ben più pericolosa? Quante domande, e sono peraltro sicuro che avrete altrettante risposte. Tutte belle "indignate", naturalmente; intanto i salvatori della patria (Monti, Papadimos, Rajoy...) fanno passare benissimo l'idea del "massacro necessario" e, come si dice all'incrocio fra Oxford e Cambridge, ve lo mettono nel culo. Ce lo mettono nel culo a tutti quanti. Le banche? Quelle che creano la crisi? Non so se guardate mai la vecchia televisione, in mezzo a tutte le vostre facebuccate e tuittate. Le banche si fanno pubblicità magnificando ognuna di essere un "porto sicuro pur nella crisi". E l'unica cosa che, in fondo, mi viene a mente, è che se quelli di piazza Tahrir per un momento potessero trasferirsi in una delle vostre piazzette e nei parchi Zuccotti, non esitereste neanche per un momento a dar loro di black bloc, a condannare la loro violenza e magari anche a credervi tanto ganzi.
lunedì 21 novembre 2011
Agli "Indignati"
Graziosissime "indignate", pregiatissimi "indignati", prendete quel cazzo di tendine e smontatele. A casina a ripigliarvi un po', ché i tempi sono cupi e duri, nell'emisfero nord fa freddo e l'indignazione con la bronchite funziona ancor meno bene. Liberate piazze e piazzette, i parchi degli Zuccotti, i campus universitari; statevene a twittare, che mi sembra un termine molto adatto per ciò che state facendo: cinguettare. Beccatevi Roberto Saviano, che del resto fa l'indignato di professione, e pure il globetrotter: sarà anche inseguito dai Casalesi, ma alla fine li vincerà per sfinimento a forza di farsi dare la caccia per i quattro angoli del globo. Insomma, fate una cosa saggia: levatevi dai coglioni. Sarete anche il "99 per cento", ma non ho mai visto un novantanove per cento più insulso e inconcludente. Ci avrete anche le "armi del pacifismo e della nonviolenza", ma mi sembrano piuttosto spuntate se basta un po' di peperoncino per farvi sloggiare. Poi tornate, sí; e intanto che tornate, l'Uno-per-cento sghignazza a tutt'andare. Vi piglia per il culo permettendosi pure di blandirvi; e fa benissimo. Gli state simpatici. Siete come il cacio sui maccheroni. Tutti belli ordinati, puliti, legali, pacifici, giojosi, allegri; se vi attaccano, vi mettete col culo per terra -il che è una perfetta metafora-, rifate Nespole e sangue o quel che era, e poi arrivano i presidenti a dire che "bisogna ascoltarvi". Ma insomma, alla fin fine, l'avete occupata Wall Street? Non è mica un giardinetto, Wall Street; è difesa da gente armata fino ai denti. Come pensate di occuparla? Con la "forza delle idee"? Avete presente come si fa un'occupazione di quelle serie? Oppure pensate di "smuovere le coscienze"? Bisogna che qualcuno si decida a dirvelo: non state smuovendo una ceppa di minchia. Guardate un po': nel paese dove siete nati, la Spagna, il risultato è che è andata al potere una bella destrona, votata a furor di popolo. O non eravate il 99 per cento? Visto che siete "pacifisti", datevi pace una buona volta: non siete affatto il 99 per cento. Siete soltanto dei ragazzotti e delle ragazzotte che non siete costretti/e a cercare qualcosa da mangiare nelle discariche del Cairo. La vostra "forza delle idee" equivale al nulla, perché si basa sul nulla. Ce l'avete tanto con le "banche", poi se qualcuno le assalta lo stigmatizzate nel migliore dei casi, e lo consegnate alla polizia nel peggiore. Vi sistemate nelle piazze, mettete su spettacolini, punti informatici, performances, cazzatine di ogni genere e, diciamocelo francamente, vi divertite un mondo. Aspettando magari che vengano a sgomberarvi, perché lo sgombero è il clou del giochino. Vuoi mettere la solita pallosa serata fra amici, e una bella forza dell'ordine che arriva a portarvi via e magari vi smonta persino le tende al posto vostro? Poi, dopo avervi sgomberati, vi ricevono perché dovete essere ascoltati; e giù delegazioni, forum, elogi perché siete stati tanto bravini e belle promesse. Non si sa bene se vi piaccia così tanto essere presi per il culo, o se siate voi i primi a farlo. Funzionate da distributori automatici di "speranze", però siete esattamente come le bibite gassate: tanto frizzanti all'inizio, ma poi vi dissolvete in bollicine.
In un'altra piazza, che si chiama Tahrir, invece, non stanno montando tende. E' perché la hanno occupata sul serio. E' perché non stanno giocando affatto. E' perché la loro non è "indignazione", ma rivolta. Di fronte non hanno peperoncini spray, ma un esercito con armi ad alzo zero. E' perché non sono lì per provare il brrrrrrivido dello sbirro che si avvicina, ma per assaltarlo. E' perché non c'è nessuna gioia, nessuna festa in quella piazza; ci sarà soltanto quando quei merdosi se ne saranno andati via tutti. E in quella piazza, vi devo dire una cosa, si muore. Eh, lo so: morire non è divertente. Morire è brutto. Toccherebbe morire anche a parecchi di voi, a parecchi di noi, se vi decideste a occupare le piazze con tutt'altri intenti. Vi siete mai chiesti come mai l'unico paese d'Europa dove non c'è stato nessun movimento di "indignati" sia stata, toh, la Grecia? Ci sarà penuria di tende, in Grecia, oppure almeno qualcuno ha preso un'altra strada meno comoda e ben più pericolosa? Quante domande, e sono peraltro sicuro che avrete altrettante risposte. Tutte belle "indignate", naturalmente; intanto i salvatori della patria (Monti, Papadimos, Rajoy...) fanno passare benissimo l'idea del "massacro necessario" e, come si dice all'incrocio fra Oxford e Cambridge, ve lo mettono nel culo. Ce lo mettono nel culo a tutti quanti. Le banche? Quelle che creano la crisi? Non so se guardate mai la vecchia televisione, in mezzo a tutte le vostre facebuccate e tuittate. Le banche si fanno pubblicità magnificando ognuna di essere un "porto sicuro pur nella crisi". E l'unica cosa che, in fondo, mi viene a mente, è che se quelli di piazza Tahrir per un momento potessero trasferirsi in una delle vostre piazzette e nei parchi Zuccotti, non esitereste neanche per un momento a dar loro di black bloc, a condannare la loro violenza e magari anche a credervi tanto ganzi.
In un'altra piazza, che si chiama Tahrir, invece, non stanno montando tende. E' perché la hanno occupata sul serio. E' perché non stanno giocando affatto. E' perché la loro non è "indignazione", ma rivolta. Di fronte non hanno peperoncini spray, ma un esercito con armi ad alzo zero. E' perché non sono lì per provare il brrrrrrivido dello sbirro che si avvicina, ma per assaltarlo. E' perché non c'è nessuna gioia, nessuna festa in quella piazza; ci sarà soltanto quando quei merdosi se ne saranno andati via tutti. E in quella piazza, vi devo dire una cosa, si muore. Eh, lo so: morire non è divertente. Morire è brutto. Toccherebbe morire anche a parecchi di voi, a parecchi di noi, se vi decideste a occupare le piazze con tutt'altri intenti. Vi siete mai chiesti come mai l'unico paese d'Europa dove non c'è stato nessun movimento di "indignati" sia stata, toh, la Grecia? Ci sarà penuria di tende, in Grecia, oppure almeno qualcuno ha preso un'altra strada meno comoda e ben più pericolosa? Quante domande, e sono peraltro sicuro che avrete altrettante risposte. Tutte belle "indignate", naturalmente; intanto i salvatori della patria (Monti, Papadimos, Rajoy...) fanno passare benissimo l'idea del "massacro necessario" e, come si dice all'incrocio fra Oxford e Cambridge, ve lo mettono nel culo. Ce lo mettono nel culo a tutti quanti. Le banche? Quelle che creano la crisi? Non so se guardate mai la vecchia televisione, in mezzo a tutte le vostre facebuccate e tuittate. Le banche si fanno pubblicità magnificando ognuna di essere un "porto sicuro pur nella crisi". E l'unica cosa che, in fondo, mi viene a mente, è che se quelli di piazza Tahrir per un momento potessero trasferirsi in una delle vostre piazzette e nei parchi Zuccotti, non esitereste neanche per un momento a dar loro di black bloc, a condannare la loro violenza e magari anche a credervi tanto ganzi.