sabato 12 novembre 2011

Liberarsi dai "responsabili"



Più questo paese si è consegnato alle peggiori figure che si possano immaginare, più esso è precipitato negli abissi della volgarità, della carogneria, dell'incultura e della vuotezza, e più siamo stati appestati dalla "responsabilità" e dai "responsabili". È stato impossibile sfuggirvi: qualsiasi schifezza, qualsiasi prevaricazione, qualsiasi repressione, qualsiasi privazione è potuta passare invocando la "responsabilità". Dare via il deretano a Marchionne? Certo, perché bisogna essere responsabili. Come Bonanni, campione indiscusso di responsabilità. Finanziare, rifinanziare, trifinanziare le "missioni di pace" mentre ci levano anche il pane dal piatto? Occorre avere senso di responsabilità. Ci sono gli impegni presi. Le spese militari non si discutono. Privatizzare anche l'aria che si respira? I mercati ci impongono concreti segnali di responsabilità. Un governo assai responsabile sta tagliando ogni cosa, quindi l'unica soluzione è affidare responsabilmente i servizi essenziali a gestori unici (ora non si può più dire nemmeno "privati"). La cultura? Sarebbe da irresponsabili darle troppi fondi, la responsabilità impone di dirottarli per contribuire a coprire un debito pubblico responsabilmente accatastato da tutta una serie di entità responsabilissime. Non parliamo poi della TAV, delle grandi opere e delle infrastrutture imprescindibili; il più alto senso di responsabilità, unito per puro caso ai maggiori interessi economici e alle mafie, qualifica automaticamente di stolti irresponsabili coloro che osano opporsi; e, in questi casi, gli irresponsabili possono essere tranquillamente manganellati, pestati a sangue, fermati, incarcerati. La responsabilità ha oramai invaso tutto: mettiamo che ci sia una manifestazione dove alcuni non hanno nessuna intenzione di soggiacere alle regole di legalità imposte dal famoso "99 per cento"; naturalmente vengono immediatamente bollati come irresponsabili (sinonimi: "facinorosi", "violenti", "black bloc", "frange incontrollabili") non soltanto dai politicanti, non soltanto dai leader, ma anche e soprattutto dai responsabilissimi, giojosi, nonviolenti e festosi "indignati" che, infatti, li consegnano immediatamente (e responsabilmente) nelle mani della polizia e si prestano, in un impeto incontenibile di responsabilità, alle campagne delatorie di qualche giornale di larga diffusione. Infine, come non accennare all'inaudito senso di responsabilità dei vari amministratori locali? Ne siamo stati, come dire, praticamente alluvionati. Scossi da terremoti di responsabilità, come ben sanno ad esempio alcuni studenti che dormivano alle 3,32 in una pittoresca città abruzzese. Una vera e propria responsabilità idrogeologica. Risatone responsabili. E chi avvertiva dei rischi, chi diceva di non costruire in un dato luogo oppure di costruirvi con criteri, toh, responsabili, veniva tacciato subito di irresponsabile e, magari, pure sbeffeggiato, rimosso, umiliato, messo a tacere, ignorato e, in alcuni casi, ammazzato.

Oggi, sembra, si è dimessa dalla sua carica una persona che è stata senz'altro un modello di responsabilità per questo paese, sin dalla sua famosa discesa in campo di alcuni anni fa. Tra lui ed i suoi oppositori, manco a dirlo, c'è stato un continuo balletto di accuse e rivendicazioni di responsabilità e irresponsabilità. Non parliamo ovviamente della maestosa figura super partes, il Responsabile de' Responsabili, detto anche Coësion Kid. Ad un certo punto, mentre già il paese di Centocinquantànnia e le sue bandierine alle finestre stavano andando a rotoli grazie a un profluvio di responsabilità, un governo barcollante veniva salvato da un manipolo di sconosciuti guidati da uno di cui non ricordo il nome, Scili qualcosa o roba del genere. Indovinate un po' voi come ebbero non soltanto a definirsi questi qui, ma persino ad assumersela come ragione sociale. Avete indovinato: Responsabili. Come dubitarne. Ma dicevamo di quello che, oggi, si è dimesso nel giubilo del pòpolo.

Al suo posto, per cooptazione unanime, arriverà un uomo che dev'essere nato già Responsabile. La sua prima parola non dev'essere stata "mamma", ma pepponzabbippippà. Il bocconiano che, ora, si prepara a farci tutti a bocconi. Lo vogliono tutti, anzi no: lo devono volere tutti. Il Responsabile de' Responsabili lo ha prima nominato senatore a vita; il Grande Giornale Progressista & Illuminato lo sostiene a spada tratta; è stato all'unisono investito come Salvatore della Patria, perché il suo indiscusso senso di responsabilità lo rende gradito principalmente a coloro che ci hanno ficcati a capofitto in questo gorello. A qualcuno non va a genio? Pochi irresponsabili che devono essere piegati. Un fascista pieno di Valori, nonché invocatore di leggi speciali, che dopo i primi belati non ha esitato a fare marcia indietro con tante scuse. Un Libero Ecologista di "sinistra" che farebbe meglio a premettere una "s" al suo cognome. Alcuni esponenti della gang del Dimissionario, che però in extremis hanno responsabilmente trovato un faticoso accordo. Il Dimissionario stesso, che oggi è andato a pranzo con il suo Responsabile Successore (chissà se si saranno permessi almeno un'irresponsabile strippata di pasta alla gricia e coda alla vaccinara). Restano fuori soltanto gli irriducibili, un panzone con la barba e il führer dei Padani; e siamo messi davvero bene. Il resto ha responsabilmente aderito all'operazione imposta e teleguidata.

Chissà cosa ci avranno tanto da festeggiare quelli che, stasera, si sono assiepati all'esterno del Responsabilificio Supremo 'ncopp' 'o colle. Farsi massacrare responsabilmente. Farsi licenziare, privatizzare a sangue, marcegaglizzare. Trovarsi Van Rompuy nel letto a tirar loro le lenzuola. Essere appesi ai ganci della macelleria sociale. Il pòpolo che festeggia le misure impopolari, perché il pòpolo ha finalmente appreso ad essere responsàbile, e a non ribellàrsi. Gli basta, al pòpolo, che il τύραννος se ne sia andato nel freddo di una sera di novembre; poi si può accettare tutto a testa bassa, senza mai andare alle radici vere dei problemi, senza mai andare a toccare direttamente chi, stavolta davvero, è responsabile di tutto questo.

Ma, naturalmente, nessuno può essere così irresponsabile da proporre e mettere in atto qualsiasi cosa che non sia pienamente gradita ai mercati, alla BCE, alle istituzioni economiche e monetarie, alle banche e persino alla barba inutilmente curata di Eugenio Scalfari. Dopo averci propinato per secoli la farsa della loro democrazia e delle loro elezioni, stavolta non sono capaci nemmeno di ricorrervi. Chi ci ha provato flebilmente, tipo un greco col suo "referendum", è stato immediatamente buttato nella spazzatura e sostituito con un responsabilissimo personaggio che gode della fiducia dei padroni del vapore e cui è demandata la salvezza del paese. Così come da noi. Una salvezza che sarà sterminio. Ci sarebbe soltanto da liberarsi definitivamente, di tutti questi Responsabili che puzzano di morte; occorrerebbe, soprattutto, liberarsi dalla mistificazione criminale della "responsabilità" stessa, vero e proprio lavaggio del cervello che nasconde soltanto l'obbedienza ai diktat di un capitalismo nudo e feroce. Ma, per farlo, bisognerebbe assumerci tutti quanti una ben precisa responsabilità. Una responsabilità che non somiglia a un pranzo di gala.



Nella foto: Una zuppa di responsabili.