martedì 27 dicembre 2011

Chi ha sdoganato gli sdoganatori di Casapound? Solidarietà a Femminismo a Sud


Un dato di fatto: anche io, care compagne, care sorelle di Femminismo a Sud, vi voglio parecchio bene. Non saprei concepire non dico una lotta, ma neppure un semplice pensiero anticapitalista, antiborghese e autenticamente libertario che possa prescindere dal femminismo senza compromessi e senza sconti. Soprattutto un femminismo senza astrazione alcuna, come il vostro; più vado avanti, e meno sopporto le inutili "speculazioni", le filosoferìe, le borie intellettualistiche, le pretese di profondità che sono soltanto tentativi di confondere le idee, le schifose ostentazioni del "parlare d'altro" perché, per essere ganzi, bisogna essere "inattuali".

Un femminismo, il vostro, che abbraccia tutto. Che non è affatto "inattuale" e che si confronta invece, e ogni giorno, con un attualità che è morte. Quella delle donne e quella degli immigrati. Quella degli stupri e quella dei CIE. Quella del razzismo scempio e doppio, e quella del lavoro. Quella dei pedofili e quella dei meccanismi economici. Quella per cui, dopo la strage di Firenze, un'enunciazione come "chiudere Casapound" (e assieme a lei ogni covo fascista di merda presente in questo paese) ha dato luogo a reazioni che mi hanno portato al limite del vomito.

Meglio sarebbe stato sentire dei "no" decisi, macché, teniamola aperta, spalancata, siano fondate casepound anche nei paesini; no, no. Non si è sentito nulla di tutto questo, ci mancherebbe. Si sono sentite le voci intelligenti. Casapound? Ma non è mica nulla. Un circolo che vende gadgets, nulla più. Non è Casapound il problema. Prima di chiudere Casapound bisogna chiudere, nell'ordine, il PDL, il PD, tutto il parlamento, il sistema, il capitalismo intero. Verissimo, certo; e, intanto, a forza di spostare il nocciolo del problema fino alla chiusura dell'Universo, Casapound rimane bella aperta, indisturbata e se la ride. E chi persevera, intanto, nel voler eliminare intanto una fogna del genere, viene sottoposto a varie marchiature; di stupido, di "vetero"-qualcosa, di superficiale. Deve subire lezioncine di analisi approfondita, di metafore, di ogni cosa. Dopo un po' deve sentirsi inadeguato. Deve cominciare quasi a vergognarsi di aver gridato o scritto che Casapound deve essere chiusa. Deve cominciare a sentirsi disprezzato come antifascista, e non soltanto dai fascisti e dai loro accoliti; anzi, ora come ora il maggior disprezzo verso l'antifascismo è esercitato da coloro che si sentono infinitamente oltre, e che guardano con sufficienza e commiserazione a quei rozzi incapaci che ancora si ostinano a definirsi "antifascisti". Relitti del passato.

Figuriamoci se poi, come avete fatto voi, compagne e sorelle, si osa declinare nomi e cognomi di coloro che hanno così carinamente permesso a Casapound non solo di essere "sdoganata", ma di ottenere sempre maggiore visibilità e consenso. Ma non lo sapete che, invece, la colpa è di chi "ne parla troppo"? Esiste tutta una sofisticata (e sofistica) "scuola di pensiero" per la quale il nemico non deve essere neppure nominato, oppure deve essere ignorato e lasciato perdere. Insomma, ad un certo punto è logico che una Casapound si senta in una botte di ferro. Da una parte c'è chi la incoraggia, la sostiene, la foraggia; dall'altra c'è chi si dice magari "contrario" ma non la disturba, perché disturbarla è segno di "scarsa capacità critica e di approfondimento delle tematiche". Poi, chiaramente, quando invece centri sociali, spazi liberati, occupazioni, gru di Brescia, squat e quant'altro vengono, questi sì, sgomberati e fatti chiudere, allora non si muove un dito. Anzi. Si preferisce rivolgere loro "aspre critiche". Si preferisce ammannire loro l'ennesima "lezione". I pochi luoghi dove ancora si fa, autenticamente, antifascismo militante (pagandone tutte le conseguenze in termini di repressione) sono lasciati soli; si può scatenare la reazione.

L'attacco di questi giorni a Femminismo a Sud appartiene esattamente a questa reazione. E, allora, non ho e non posso avere alcun dubbio da che parte stare. A costo di essere iscritto nella lista dei chiuditori fuori moda e degli antifascisti "retrò". Cose cui, del resto, sono già pienamente abituato; e, intanto, Casapound non corre alcun rischio. Sa di essere al sicuro e al calduccio, tra questori e questurini, tra sansonetti e concie, tra intellettuali iper-radicali e spiritualisti, tra sminuitori e meccanismoprofondaioli. Ma certo, chiudere Casapound è del tutto "inutile"; lo si vada a dire ai senegalesi, magari. Oppure ai prossimi, perché, a questo punto, un Casseri non si nega a nessuno.

Così, Femminismo a Sud può essere messo alla berlina, attaccato, assaltato, delegittimato. Può essere accusato di essere "fascista" perché scrive a chiare lettere i nomi e i cognomi di chi ha permesso a Casapound di diventare quel che è. Le compagne, ovviamente, diventano "terroriste" e criminali. Fra un po' scopriremo che in piazza Dalmazia, la mattina del 13 dicembre, non c'era mica il Casseri: c'erano "quelle" di Femminismo a Sud. Povera Casapound, così ingiustamente accusata di essere fascista e di essere ben frequentata dal pistoiese razzista; mica deve essere chiusa, ma che dite mai. Anzi. Chiudiamo, piuttosto, Femminismo a Sud. Chiudiamo tutto quell'insopportabile antifascismo militante e di classe, che non capisce nulla. Chiudiamo il circolo anarchico di via dei Conciatori e facciamoci un bell'immobile di prestigio. Chiudiamo ogni cosa, tranne Casapound.

E allora, che dire alla fine alle compagne e alle sorelle di Femminismo a Sud? Solidarietà? Tutta quella che ho dentro, tanto più che non sono uno che ama sprecarla. Ma è una solidarietà che avrà bisogno di sempre più nomi e sempre più cognomi. I nomi e i cognomi parlano e fanno paura, e c'è bisogno di mettere paura a un bel po' di stronzi e di stronze; una paura a base di enunciazione di responsabilità precise. Le quali hanno, poi, un'origine che meriterebbe anch'essa di essere presa nella debita considerazione. Chi ha sdoganato Casapound? Sí, certamente. Ma c'è anche stato chi, precedentemente, ha sdoganato gli sdoganatori e le sdoganatrici. I quali e le quali non sono meno fascisti, meno schifosamente fascisti di quelli di Casapound. Lo sono forse ancor di più, quanto più appare il loro fascismo della peggiore specie, quello che va sotto il nome di "democrazia", perfetta cacatrice del "fascismo del III millennio".

L'articolo di Femminismo a Sud:

Chi ha sdoganato Casapound?

Da Militant Blog:

Anche noi stiamo con Femminismo a Sud