Anno di grazia e disgrazia 2011. C'è la crisi. Ci sono le lacrime e sangue; le lacrime le ha già versate la Fornero, il sangue invece lo versiamo noi. Ci sono i "professori", e direi che sarebbe cosa e giusta che, prima o poi, qualcuno si occupasse seriamente, e non con gentilezza, della stramaledetta Bocconi, della Luiss e tutte quelle fucine di paludati pezzi di merda. Dopo la cacciata del tiranno dal governo, tutto sembra all'improvviso improntato alla sobrietà e all'equità; tra poco se lo scriveranno anche sui biglietti da visita, sen. prof. dott. Ladislao Pizzighettoni, sobr. eq.; però agl'italiani tutto questo sembra piacere, perché dicono loro che c'è da salvare il paese. In Islanda mettono in galera i banchieri che hanno portato l'isola, qualche tempo fa, a un passo dallo sprofondamento nell'oceano; qui, invece, vengono fatti ministri. Tutti fanno appello alla responsabilità, e responsabilmente permettono che questo paese venga mandato equamente al macello; anzi, non solo lo permettono, ma lo approvano. Sobriamente, si accetta di essere spolpati per salvare non tanto "il paese", quanto tutto un sistema finanziario e politico che è stato la causa di tutto questo e che sta implodendo; un sistema che, per essere sicuro, fa gestire la "crisi" direttamente dai propri uomini, dagli stessi che ne sono stati i principali colpevoli.
Nel frattempo, però, che fanno? I superiori interessi del Paese, quelli nel nome dei quali ci stanno massacrando, contemplano ovviamente la difesa del Sacro Suolo Patrio. Ci mancherebbe. Tutto può essere sacrificato, persino i treni a lunga percorrenza da Palermo a Milano, ma non le spese militari. Di ritirare le truppe dalle "missioni di pace" non se ne parla; anzi, tanto per ribadire la cosa, è stato fatto ministro della difesa un ammiraglio, Di Paola, che oltre ad essere presidente del Comitato Militare della NATO, al momento della sua nomina si trovava proprio a Kabul. Non si capisce a far che cosa. Dicono che sia un esperto internazionale di sommergibili, ma quando qualcuno mi avrà scovato in Afghanistan qualcosa per far immergere un sottomarino, gli pagherò una cena. Poi, all'improvviso, ecco che rispunta la Lockheed; mi sembra d'essere tornato a trentacinqu'anni fa, quando anche i ragazzini si appassionavano alla misteriosa identità di Antelope Cobbler. Anche stavolta ci sono di mezzo forniture di aerei militari: per la precisione, 131 cacciabombardieri F35 già ordinati al modico prezzo di 20 miliardi di euro. Riassumiamo: la manovra salvaitalia del Bocconiano ammonta a circa 24 miliardi di euro; di questi, ottenuti non facendoci più andare in pensione, privatizzando anche il bus sotto casa, facendoci pagare un litro di benzina come una bottiglia di Sauternes, sopprimendo treni e tassando anche l'aria che si respira, 20 dovrebbero andare a pagare centotrentuno utilissimi cacciabombardieri da consegnare entro la fine del 2013. Ma, naturalmente, tutto questo non rientra nelle lacrime forneriane. Non resta altro, quindi, che cercare di specificare a che cosa serviranno davvero i soldi che ci apprestiamo a pagare così felici di essere ridiventati sobri. Andranno a pagare i giochini di guerra dei militari. E le banche? E l'euro moribondo? E la BCE? E il debito pubblico? Ma non ci sono mica problemi; tra qualche mese, basterà un po' di spread che sale, Moody's e Standard & Poor che tagliano il rating, qualche campanello d'allarme, un giorno alla settimana a scelta da colorare di nero, e vedrete che sarà già bell'e pronta un'altra manovrina assai equa e solidale. La troveremo persino al supermercato accanto al caffè e al cioccolato dell'Altromercato.