Da un lato vi spiattellate tutti sui vostri profili e di voi si sa tutto quanto, riportandone un senso possente di stupidità globale assieme ai vostri gusti sessuali e culinari, alle vostre relazioni sentimentali ridotte a bottoncini da cliccare, alle vostre facciazze e alle vostre indispensabili opinioni politiche; dall'altro sembrate tutti diventati ossessionati dalla privacy, vedete pubblicità in ogni cosa, coprite nelle foto le targhe delle automobili e vi fate paladini di leggi e leggine sempre più capillari che proteggano una "riservatezza" che voi stessi, per vanità e per idiozia, vi distruggete da soli. Salvo accusare di "reclamismo" proprio chi invece rifiuta tutto questo. Potrei definirvi dei paranoici, ma preferisco chiamarvi delle ignobili testacce di cazzo.
domenica 9 settembre 2012
In margine alla Dordolèide, con osservazioni sulla pubblicità blogghistica e sulle bestemmie. Con un intervento di Raoul Vaneigem.
Alcune cose, in ordine parecchio sparso, riguardo alla Dordolèide degli ultimi giorni.
Qualcuno (nella fattispecie un utente che si firma scatola01) ha riportato su Virgilio Oknotizie il post da me scritto il 5 settembre u.s. a proposito della mail speditami nottetempo da Luca Dordolo, ex consigliere comunale della città di Udine.
La cosa, debbo dire, è totalmente al di là della mia volontà; nel senso che scrivo i miei post esclusivamente per questo blog, di cui sono titolare fieramente esclusivo. D'altro canto, sono pienamente conscio che un blog, sebbene dichiaratamente Asociale come il mio, è comunque uno spazio pubblico, è quindi non contesto minimamente l'uso che viene fatto di qualsiasi cosa io scriva.
Non riconoscendomi affatto nella cosiddetta proprietà intellettuale, a cui sono e rimango avverso così come nei confronti di qualsiasi tipo di proprietà, delle cose che scrivo chiunque può fare l'uso che preferisce, anche senza citare la fonte. Può riportarle dove più gli/le pare o piace (persino su Facebook, che personalmente aborro) e, se vuole, persino appropriarsene senza che il sottoscritto (Venturi Riccardo, nato a Firenze il 25/9/1963 ed ivi residente in via dell'Argingrosso 65/C) abbia mai a contestargli alcunché.
Quindi, se il signor scatola01 ha ritenuto opportuno riportare il mio post "dordolesco" su Oknotizie di Virgilio, la cosa non mi tange; del resto, non me ne sarei neppure accorto se il programma di statistica che uso per questo blog, ShinyStat, non mi avesse segnalato nei giorni successivi al 5 settembre un traffico abnorme.
Questo blog, normalmente, "viaggia" su circa 200/250 accessi al giorno, con alcune punte minime e alcune massime. Il 6 settembre u.s. mi sono stati segnalati 1403 accessi, in massima parte provenienti appunto da Oknotizie Virgilio. Il trend si è ripetuto, sebbene in misura molto più contenuta, anche il 7 settembre, con 823 accessi; poi tutto sembra rientrato nella normalità. Una conseguenza immediata è che il ranking di ShinyStat relativo al mio blog è aumentato di un punto: da 15 a 16.
Se riporto questi dati, non è certamente per pavoneggiarmi o roba del genere, dato che di tutto ciò non mi importa assolutamente una segaccia nulla. Mi interessano le statistiche del blog per pura curiosità, data la sua natura abbastanza particolare. E' stato comunque logico che sia andato a dare un'occhiata a Oknotizie Virgilio, dove sembra che il mio post abbia ottenuto 82 "voti OK" ed alcuni "NO" oltre, naturalmente, ad aver suscitato diversi commenti da parte degli utenti e frequentatori di quel sito.
Su tali commenti non intendo prendere nessuna posizione, allo stesso modo in cui non la prendo sull'uso e sulla circolazione che viene liberamente fatta di ciò che scrivo. A parte una sola, relativa all'osservazione fatta, in un commento, da un utente che paventa che il sottoscritto voglia farsi pubblicità.
Un'osservazione del genere significa che l'utente in questione non si è peritato neppure di dare un'occhiata di sfuggita a questo blog "asociale".
Innanzitutto, non ho riportato io questo blog né su Oknotizie, né altrove. Chi riporta un mio scritto da qualsiasi altra parte, lo fa e lo può fare di sua spontanea iniziativa, decidendo liberamente se informarmi della cosa o meno; entrambe le opzioni sono possibili e legittime.
Questo blog è del tutto sprovvisto di qualsiasi forma di induzione alla circolazione in rete, e per precisa scelta del sottoscritto.
Non ha alcun contatto né su Facebook (a parte quello fornito da una falsa pagina a mio nome, di cui non sono minimamente responsabile e di cui ignoro -si fa per dire- gli autori), né su Twitter, né su altri social networks ed altre stracazzate consimilari. I suoi articoli sono normalmente indicizzati da Google così come qualunque altra cosa sia scritta in Rete, e così appaiono ogni qualvolta li scrivo. Sono naturalmente noti a chi segue questo blog per sua scelta, ma questo è ovviamente un altro discorso.
Questo blog rifiuta categoricamente qualsiasi forma di advertising, come il Google AD Sense, ed il sottoscritto non ha nessuna intenzione di guadagnare con esso neppure pochi spiccioli.
Infine, a garanzia della propria asocialità, non accetta nessun commento scritto. Il blogger, vale a dire il sottoscritto, si è oramai pienamente convinto che l'orgia di socialità e di comunicazione cui si è dedicata la Rete negli ultimi anni abbiano definitivamente ucciso qualsiasi vera forma di scambio di opinioni, di iniziative e di azioni, per sostituirla con un chiacchiericcio globale privo di qualsiasi costrutto, creando spersonalizzazione, alienazione e, va da sé, un controllo globale sempre più profondo.
Forme di commento ed altre osservazioni possono essermi inviate soltanto per e-mail oppure telefonandomi o, addirittura, venendomi a trovare di persona. A tale riguardo, già nell'intestazione del blog sono presenti sia il mio indirizzo privato, sia il mio numero di telefono esistente e controllabile. Chi vuole avere a che fare con me, deve avere quindi il coraggio di farlo in prima persona, aspettandosi di ricevere una risposta reale, in voce e de visu. Gli elementi per farlo sono forniti interamente. Intendo così far (ri)apprendere una cosa elementare, vale a dire che dietro -ad esempio- ad un "blogger" e a una tastiera, c'è sempre una particolare persona. Tale persona può legittimamente interessare o restare indifferente, può essere amata e odiata, può essere condivisa o rifiutata; ma mai affidando il tutto a dei pixel o a delle forme di "comunicazione" sterili, fasulle, fuorvianti e, va da sé, totalmente mercificate e mercantilistiche. La vostra "comunicazione" di merda serve soltanto a far arricchire gli Zuckerberg o qualche altro paperone, rendetevene conto una buona volta. E vi sembra anche di essere "liberi" !
Da un lato vi spiattellate tutti sui vostri profili e di voi si sa tutto quanto, riportandone un senso possente di stupidità globale assieme ai vostri gusti sessuali e culinari, alle vostre relazioni sentimentali ridotte a bottoncini da cliccare, alle vostre facciazze e alle vostre indispensabili opinioni politiche; dall'altro sembrate tutti diventati ossessionati dalla privacy, vedete pubblicità in ogni cosa, coprite nelle foto le targhe delle automobili e vi fate paladini di leggi e leggine sempre più capillari che proteggano una "riservatezza" che voi stessi, per vanità e per idiozia, vi distruggete da soli. Salvo accusare di "reclamismo" proprio chi invece rifiuta tutto questo. Potrei definirvi dei paranoici, ma preferisco chiamarvi delle ignobili testacce di cazzo.
Detto questo, appare chiaro che qualsiasi osservazione relativa al fatto che io voglia "farmi pubblicità" è assolutamente priva di senso, in quanto non solo non effettuo alcun tipo di réclame per questo blog, ma neppure la sollecito, la richiedo, la incoraggio o quant'altro. Scrivo in perfetta solitudine in quanto desidero che ciò che scrivo circoli esclusivamente con le sue forze e le sue gambe, se ne ha. I numeretti delle statistiche mi servono esclusivamente a constatare quale sia la sua effettiva forza e consistenza, assolutamente non mediata.
E con questo spero di aver chiuso definitivamente la questione.
Riguardo ai commenti, torno a dire che non ho nessuna osservazione o controbattuta da fare.
Constato però che il mio particolare tipo di linguaggio, che è volutamente popolaresco e privo di qualsiasi inibizione e convenzione intendendo riprodurre il più possibile il parlato fiorentino e toscano che mi è proprio, provoca in parecchie persone degli sturbi notevoli, tenendo specialmente conto del fatto che non mi pèrito miminamente di inserirvi bestemmie, mòccoli, cristi, madonne e parolacce (spesso in contesti inattesi, creando così un contrasto molto appariscente).
Vengo quindi, a volte, definito un volgare bestemmiatore o roba del genere, qualifica che peraltro mi definisce abbastanza bene in quanto tiro normalmente, nella mia vita di tutti i giorni, delle bestemmie che farebbero scendere Cristo dalla croce e andarsene via, a sua volta, smoccolando verso il suo Divin Padre.
E mi ci diverto anche come un matto, lo devo dire sinceramente.
E' specialmente divertente rendersi conto che, in Italia, la bestemmia è ancora percepita da molti come un tabù intoccabile, persino da alcuni che si definiscono "atei". Costoro, in particolare, obiettano che bestemmiare non sarebbe indice di ateismo autentico, in quanto sparare una porcamadonna o un dioboia implicherebbe automaticamente l'accettazione dell'esistenza di tali esseri soprannaturali cui parecchi delegano la propria vita.
Rispondo che la bestemmia è invece un'antichissima modalità espressiva, diffusa presso tutti gli strati sociali a prescindere dall'accettazione o meno dell'esistenza di tutta la serie di dèi presenti nel Divino Megastore; e che il tabù bacchettone e ipocrita che le è riservato mi rimane sempre più insopportabile, tanto più che bestemmiando come un turco non ho mai condannato a morte nessuno, mentre gli assassini commessi in ogni epoca e in ogni luogo verso chi insultava qualche evanescente "entità celeste" sono nel numero dei milioni.
Naturalmente, su "Oknotizie Virgilio" e altrove, chiunque potrà tranquillamente pensare e scrivere che il sottoscritto sia, per un porco dio, "allo stesso livello" di un tizio che qualifica una ragazza assassinata e gettata in un fiume come un agente inquinante.
A costui dedico volentieri una meravigliosa pagina di Ratgeb, pseudonimo con il quale Raoul Vaneigem scrisse i suoi Contributi alla lotta rivoluzionaria destinati a essere discussi, corretti e principalmente messi in pratica senza perdere tempo (edizione italiana: Edizioni Anarchismo, Opuscoli Provvisori, pag. 23, seconda edizione 2009, pp. 28/30). Tale pagina, oltre ad essere una perfetta ed elevatissima bestemmia, si riallaccia anche al discorso sulla pubblicità. Buona lettura, coglioni.
" 15. Vi è capitato di sputare sul prete che passa? D'avere desiderio di bruciare una chiesa, un tempio, una moschea, una sinagoga?
In questo caso avete capito che:
a) La religione è l'oppio della creatura oppressa.
b) Ogni religione chiama al sacrificio, tutto ciò che chiama al sacrificio è religioso (i militanti, per esempio).
c) La religione è il modello universale della menzogna, il capovolgimento del reale a profitto di un mondo mitico, che diventerà, una volta dissacrato, lo spettacolo della vita quotidiana.
d) Il sistema mercantile dissacra; distrugge lo spirito religioso e ridicolizza i suoi oggetti (papa, corano, bibbia, crocifisso...) ma nello stesso tempo, li conserva come un incitamento permanente a preferire l'apparenza al reale, la sofferenza al piacere, lo spettacolo al vissuto, la sottomissione alla libertà, il sistema dominante alle passioni. Lo spettacolo è la religione nuova e la cultura è il suo spirito critico.
e) I simboli religiosi attestano la permanenza del disprezzo che i regimi gerarchici di tutti i tempo hanno avuto verso gli uomini. Per non parlare di un esempio: Cristo.
Al primo posto delle succursali dei prodotti divini, le Chiese cristiane hanno adottato, sotto la pressione del processo mercantile una esibizione contorsionista che vedrà la propria fine solo con la scomparsa del suo simbolo pubblicitario, il camaleonte Gesù. Figlio di dio, figlio di puttana, figlio di vergine, facitore di miracoli e di panini, pederasta e puritano, militante e membro del servizio d'ordine, accusatore e accusato, condannato e astronauta, non c'è un ruolo che non sia alla portata di questo stupefacente guitto. Lo si è visto come mercante di sofferenze, commesso di grazie, sanculotto, socialista, fascista, antifascista, stalinista, barbuto, reichiano, anarchico. E' stato sotto tutte le insegne, sotto tutte le bandiere, ai due lati del bastone, nella maggior parte delle esecuzioni capitali, dove ha tenuto sia la mano del carnefice che quella del condannato. Ha il suo posto nei commissariati, nelle prigioni, nelle scuole, nei bordelli, nelle caserme, nei grandi magazzini, nelle zone di guerriglia. Ha servito da pennacchio, da cartello indicatore, da spaventapasseri per conservare i morti e in ginocchio i vivi, da tortura e da regime dimagrante; servirà da cazzo di gomma quando i mercanti di santini senza prepuzio avranno riabilitato commercialmente il peccato. Povero Maometto, povero Buddha, povero Confucio, tristi rappresentanti di ditte concorrenti e senza immaginazione né dinamismo. Gesù vince su tutti i fronti. Gesù Cristo super-droga e super-star: tutte le immagini di dio in una vendita promozione di dio.
La pelle dei coglioni del grande-papa-nessuno tirata con tre spilli e montata come amuleto è il simbolo più completo dell'uomo come merce universale."