mercoledì 13 marzo 2013

Dopo il corteo antifascista del 9 marzo: alcune valutazioni


Nota del blogger. In questo caso, il presente blog ritiene opportuno riprendere il comunicato emesso da poco da Firenze Antifascista riguardo alla manifestazione di sabato scorso, condividendolo. Chi scrive ha comunque partecipato a tutte le riunioni preparatorie del corteo antifascista del 9 marzo (nonché al corteo stesso) e può quindi confermare tutto ciò che viene affermato nel comunicato in questione. Un originale del comunicato si trova sul blog del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, ma non si nutre alcun dubbio che verrà ripreso anche dalle altre realtà che, più che "formare" Firenze Antifascista, in essa (ma non soltanto in essa) esplicano quella pratica quotidiana dell'Antifascismo militante in questa città, la quale si contrappone a quello che, giustamente, nel comunicato viene defiinito "antifascismo perdente" e che il sottoscritto non esita a chiosare ulteriormente come assai più vicino al fascismo che del resto ha foraggiato e continua a foraggiare. NB. Nel riprodurre il comunicato, introduco soltanto una paragrafazione per aumentarne la leggibilità, ed alcune sottolineature di passi che ritengo opportuno mettere in maggiore evidenza.

Come Firenze Antifascista, viste anche le dichiarazioni sulla stampa e il comunicato di Silvano Sarti, crediamo necessario intervenire rispetto al corteo antifascista di sabato scorso. Un corteo, sottolineiamo, partecipato da circa 1500 persone, studenti, lavoratori, militanti e semplici cittadini, che hanno contrastato ancora una volta la presenza dei fascisti nella nostra città. 

Il corteo è stato lanciato preparato e autofinanziato, come ormai da anni, da Firenze Antifascista, coordinamento di realtà politiche, sociali e studentesche di cui fanno parte anche diversi circoli territoriali dell'ANPI. Questi circoli hanno proposto all'ANPI Provinciale ed al suo presidente Sarti, di aderire formalmente all'iniziativa. Appare quindi sconcertante, diremmo anche ridicola oltre che in palese malafede, la ricostruzione che Sarti fa della nascita della manifestazione, sostenendo che l'ANPI provinciale ne fosse il promotore. Così come appare sconcertante che dica di aver preso la testa del corteo proprio quando sono stati i compagni di Firenze Antifascista a chiamarlo per fare un intervento in cui ha detto: "Noi non abbiamo mai cambiato nome in settanta anni. Voi siete quello che rappresenta l'antifascismo oggi". Ma con chi pensava di parlare? Con i manifestanti di Firenze Antifascista o con il Pd-Ds-Pds-Pci? mah… E per ultimo, sembra assurdo che sempre il Sarti si lamenti della strumentalizzazione della stampa e del fatto che non si sia parlato del corteo ma solo delle polemiche...proprio lui che si è lasciato andare a dichiarazioni indecenti… 

Nella fase preparatoria del corteo era stato chiarito che non sarebbero state gradite le bandiere di quei partiti che hanno di fatto legittimato la presenza dei neofascisti nella politica italiana.
In nome della cosiddetta “memoria condivisa” i dirigenti del PD hanno appoggiato al pari di Storace, Berlusconi, Totaro e Meloni l’istituzione del Giorno del Ricordo. Hanno legittimato la presenza delle sedi dei neofascisti e le loro iniziative pubbliche in nome della “libertà d’espressione”. Sono arrivati a cercare di spiegarci le ragioni dei cosiddetti “ragazzi di Salò”. In questa città l’assessore Giani nel 2007 e 2009 assistette addirittura alla commemorazione in Largo Martiri delle foibe ricevendo il ringraziamento di Donzelli. In questa città Renzi ha legittimato la presenza della sede di Casa Pound a pochi mesi dalla strage di Piazza Dalmazia. Ci domandiamo quindi se le militanti del PD non abbiano per caso sbagliato partito!
Nonostante l'apporto di PD e SEL all'organizzazione di questa giornata fosse stato pari a zero, in piazza pretendevano di sventolare le loro bandiere.
Dopo l'invito a toglierle ne è nata una breve discussione che non è mai sfociata in qualcosa di più delle parole: quando il corteo ha iniziato a sfilare le militanti del PD e di SEL hanno deciso volontariamente - come da loro stessi affermato - di andarsene, assieme a quei pochi che evidentemente si sono sentiti di troppo. 


La presenza solitaria del segretario CGIL Fuso e della neo parlamentare di SEL Chiavacci (ci chiediamo dove fossero i numerosi militanti antifascisti di CGIL e SEL) arrivati con il Sarti, già con fare arrogante e provocatorio con la volontà di mettersi davanti al corteo e subito pronti a scatenare la gazzarra e poi pronti ad andare via con al seguito solo il codazzo di qualche giornalista., dimostra con chiarezza la strumentalità della loro presenza.
Ed è bene ribadirlo: da quella piazza se ne sono andati in cinque!
Chi, come la Gazzetta del PD (alias La Repubblica) parla addirittura di purghe (!!) era evidentemente in piazza solo per garantire visibilità alla provocazione. Una provocazione messa in piedi per attaccare chi, con una pratica antifascista chiara, attuale e non celebrativa, riesce ancora ad avere radicamento e consenso in questa città.
 

Non stupisce in questo senso il ruolo di servitù svolto da Repubblica fin dai primi minuti successivi alla partenza del corteo, con il suo giovane redattore prono a svolgere il ruolo affidatogli fino ad inventarsi un gruppetto di ragazzi che derideva il partigiano, né stupisce quanto trasmesso il giorno dopo da Controradio (che sarebbe l'ora togliesse quel “contro” davanti…): una radio che si vanta di essere alternativa ma che non è in grado di mandare neanche un collaboratore in una piazza come quella di sabato per poi raccogliere le veline della Gazzetta del PD facendole proprie.
Ma che vogliamo… bisogna pur mangiare e se i soldi arrivano da PD, Regione e Comune, un mediocre come il direttore Bufano è ben contento di fare un buon servizio ai suoi padroni, impedendo addirittura ad un partigiano dell'ANPI, "Sugo", attivo in Firenze Antifascista, di intervenire perché avrebbe rotto lo schema “cattivoni” contro partigiani.
 

La verità è che esiste un antifascismo perdente, triste, celebrativo, da corona d'alloro, buono solo per appuntarsi una medaglina sul petto accompagnandosi al partigiano di turno. Che si trascina da decenni tra una cerimonia e l'altra, senza più un minimo di partecipazione, mentre in Italia ed in Europa crescono cultura, organizzazioni politiche e spinte dichiaratamente neofasciste. Un antifascismo che fa comodo al sistema, conservativo, cui però si contrappone un antifascismo scomodo, non istituzionale, che fa della presenza sul territorio la propria bandiera.
C'è chi ancora, non ce ne voglia Sarti, crede esista un arco costituzionale e pensa di essere rimasto al 1948: andrebbe spiegato a lor signori che solo alle ultime elezioni i partiti dichiaratamente fascisti erano almeno 4 e che non passa giorno in cui non si dica che il fascismo delle origini era buono (quale, quello che bruciava le camere del lavoro?), che Mussolini ha fatto le bonifiche, che il fascismo non era razzista fino al '38 ed altre amenità del genere.
 

Preferiscono attaccarci e dare a noi di “fascisti” quando per anni hanno taciuto sulle prepotenze e le ingiustizie compiute dai fascisti… quelli veri. Commemorano poi chi dai fascisti fu trucidato 70 anni fa e fingono di non vedere che i fascisti uccidono ancora oggi come nel caso di Dax, ucciso 10 anni fa a Milano, di Nicola, ucciso a Verona, o di Renato, ucciso ad Ostia.
Dov'erano il PD, l'ARCI e la CGIL quando i fascisti giravano armati di bastoni per il centro di Firenze? Dov'erano quando CasaPound cercava di distribuire il pane al Galluzzo? E quando aprì la sede? Dove sono quando i fascisti vanno a cercare di intimidire i compagni dei collettivi davanti alle scuole? E la lista sarebbe ancora lunga…
Dov'erano insomma tutti questi solerti democratici quando c’era bisogno di denunciare le peggiori nefandezze compiute dai fascisti? Assenti. Non pervenuti. Sono riapparsi tutti assieme quando c’è stato da difendere due bandiere di partito!
 

Al blocco politico composto da CGIL, ARCI, PD, SEL evidentemente non è rimasto altro che qualche mezzuccio provocatorio per avere qualche titolo e queste misere provocazioni evidenziano la natura del loro totale smarrimento e la pesante difficoltà di consenso specialmente tra quelle nuove generazioni che si sono viste “barattare” il futuro con i diktat europei in nome dello spread e del profitto e che proprio per questo sono in piazza pronte a lottare.
Sabato scorso in corteo con Firenze Antifascista c’erano tantissimi di questi giovani, insieme a lavoratori e antifascisti di ogni età. Noi non abbiamo bisogno di usare mezzucci per trovare spazi, noi i nostri spazi li conquistiamo e li difendiamo giorno per giorno.
Noi l'antifascismo lo pratichiamo quotidianamente, noi non dobbiamo ripartire.
Noi non abbiamo bisogno di pensare a cosa fare il prossimo 25 aprile: il 25 aprile lo organizziamo già da tempo e anche quest’anno saremo in S.Spirito nella nostra storica piazza insieme a tutti coloro che si riconoscono nella Resistenza di ieri per combattere il fascismo di oggi.

Firenze Antifascista