giovedì 14 marzo 2013

La tradizione



Se non riconoscete i due personaggi nella foto, sarà necessario dare un piccolo aiuto.

La foto, di qualche tempo fa, mostra un sacerdote che somministra la Santa Comunione ad un fedele, naturalmente. Il fedele in questione si chiama Jorge Rafael Videla, e di mestiere faceva il membro della giunta militare argentina al potere dal 1976 al 1982. De facto, fu presidente e dittatore dell'Argentina fino al 1981, quando fu sostituito dal generale Leopoldo Galtieri.
Desaparecidos, matite spezzate, lanci degli oppositori dagli aerei (senza paracadute, ovviamente), torture; il tutto con la santa benedizione delle alte gerarchie cattoliche argentine (e non solo).

Il sacerdote, quello che infila l'ostia in bocca a Videla, si chiama invece Jorge Mario Bergoglio, e da qualche ora di mestiere fa il Papa, o Sommo Pontefice di Santa Romana Chiesa, cattolica e apostolica, con il nome di "Francesco I".

Sarebbe quello che dovrebbe "riformare" la chiesa, oltre ad essere un gesuita. Curiosa questa cosa: i gesuiti, che hanno come princìpi fondanti la fedeltà assoluta al Papa, perinde ac cadaver, e la supremazia totale del potere papale su tutti gli altri, esprimono ora direttamente il pontefice. Hanno sia il "papa nero" (così è detto, come è noto, il generale dei Gesuiti per l'immenso potere che già di per sé esercita), sia quello bianco. Sarà, chissà, il papa bianconero; chissà come saranno contenti gli juventini.

E così, in mezzo a tutte codeste "riforme", la tradizione è rispettata in pieno. Storie di chiesa e potere, supremazie e camarille, ostie in bocca ai peggiori dittatori, balconi e balconcini:


Descrivono il Bergoglio come "persona parca e riservata". Sicuramente riservatissimo lo fu durante il periodo della dittatura; talmente riservato da starsene zitto zitto. Mentre il nunzio apostolico, il famoso Monsignor Pio Laghi, benediceva a dritta e a manca i militari che massacravano e facevano sparire, peraltro, anche numerosi sacerdoti e religiosi cattolici, il nostro "Francesco I" taceva. Taceva? Beh, il termine non è propriamente esatto. Vediamo che cosa ci dice al riguardo publico.es (la seguente traduzione parziale è invece tratta da Canzoni Contro la Guerra, dalla pagina dedicata a La Memoria di León Gieco):

"Jorge Mario Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires, eletto papa con il nome di Francesco I, è un gesuita nato nella capitale argentina il 17 dicembre 1936 ed ha dedicato buona parte della vita all'insegnamento. Bergoglio ha un passato oscuro in Argentina per le accuse che gli furono rivolte anni fa circa la tortura e la sparizione di un laico e due sacerdoti ai tempi della dittatura militare che cominciò nel 1976. Nonostante non si sia raggiunta una sentenza sul caso, cinque testimoni hanno confermato il coinvolgimento del nuovo papa con queste sparizioni. Il giornalista Horacio Verbitsky è stato il ricercatore più attivo nel portare alla luce le prove che potessero dimostrare il coinvolgimento di Bergoglio con questi episodi della "guerra sporca" in Argentina. Ciò nonostante, le relazioni di Bergoglio con la dittatura non sono finite qui.  Più recentemente le Nonne di Plaza de Mayo lo hanno chiamato a testimoniare davanti alla giustizia argentina per la sua presunta implicazione nel rapimento di bambini; citando in particolare il caso della nipote di Alicia "Licha" de la Cuadra, una delle fondatrici della associazione. "


Canta precisamente León Gieco nella sua stupenda e famosissima canzone: Fue cuando se callaron las iglesias / Fue cuando el fútbol se lo comió todo / Que lo padres palotinos y Angelelli / dejaron su sangre en el lodo. Fu quando tacquero le chiese, fu quando il calcio si mangiò ogni cosa, che i Padri Pallottini e Angelelli  lasciarono il loro sangue nel fango. I Padri Pallottini si chiamavano Alfredo Kelly, Alfredo Leaden, Pedro Dufau, Salvador Barbeito e Emilio Barletti e furono assassinati da uno squadrone della morte della giunta; monsignor Enrique Angelelli era addirittura un vescovo (di La Rioja), assassinato sabotandogli l'automobile. E il nostro riservato gesuita nonché neopapa? Taceva. Anche quando ne ammazzarono un altro, Carlos Ponce de León, vescovo di San Nicolás. Quanto al calcio, tutti i media di tutti i regimi del mondo ci fanno sapere che il Bergoglio è appassionato di pallone e addirittura iscritto come socio al San Lorenzo de Almagro. Fue cuando el fútbol se lo comió todo, y sigue comiéndoselo, direi.

Per il resto la solita zuppa, tra cui gli immancabili rigori antiabortisti e omofobi che hanno, fra le altre cose, portato a rapporti freddissimi sia con l'ex presidente argentino Néstor Kirchner, sia con la sua succeditrice, la moglie  Cristina Fernández de Kirchner. La quale sarà, però, presente martedì prossimo all'investitura in San Pietro e che ora spedisce giùbili di felicitazione. Fra presidenti e papi prima o poi ci s'intende, su.

Come è quasi logico che sia, il Bergoglio riservato s'è rifatto una verginità (morale, chiaro, morale) coi "poveri". Dicono che sia molto "attento ai problemi sociali dei più deboli"; non per niente ha voluto chiamarsi "Francesco". E così sono tutti felici e contenti, "Repubblica" in queste ore sembra l'Osservatore Romano, calciatori, soubrette, politici, stilisti e ballerine fanno a gara nel papeggiare, a Milano l'hanno preso nel culo perché sembrava ormai fatta per Angelo Scola, e dopo il polacco mediatico sui balconcini con Pinochet, dopo il tedesco della Hitlerjugend, ora eccoci col gesuita che taceva mentre dei militari assassini, appunto, assassinavano. Sarebbe quello che dovrebbe "riformare" e rappresentare la "rottura". Diteci, per favore, se dobbiamo ridere, o cosa.