mercoledì 20 marzo 2013

Manganelli





Poiché non voglio fare sempre la disdicevole figura di quello che stappa bottiglie di spumante quando trapassa qualcuno -last but not least perché attualmente potrei permettermi al massimo una bottiglietta di limonata del discount- dirò che la notizia della morte naturale del capo della polizia, Manganelli, mi riempie di sincero dolore, superiore addirittura a quello di una manganellata addosso (se non la avete mai presa, cosa che mi auguro vivamente, garantisco che fa un male boia). Davvero non ho altre intenzioni che quelle di raccogliermi in silenziosa meditazione sulle umane sorti e sul mistero della vita e della morte, e di pregare affinché l'anima del fratello Manganelli possa accedere all'eterna beatitudine una volta equamente soppesati i suoi peccati e le sue virtù. Che riposi in pace e che abbia ora anche occasione di porgerle di persona le scuse, che so io, a Gabriele Sandri e ad altri; sono infatti convinto che le scuse postume, quelle di un vivo a dei morti, non vengano equamente recepite. Auspico anche che la presenza di un simile e dotato poliziotto in Paradiso riesca a far luce su certi traffici di aureole che, ultimamente, stanno turbando la sempiterna pace al pari di certi strani documenti riservati che hanno provocato parecchi problemi anche al futuro San Giuseppe Ratzinger: a parte le ovvie ricerche in Vaticano, sarà il caso di dare un'occhiata anche al piano di sopra. Singolare comunque, ma anche emblematico, che Manganelli, definito prontamente "un duro che sapeva sorridere" da "Repubblica", sia venuto a mancare esattamente il giorno dopo l'insediamento del nuovo "papa del sorriso": mi auguro che tutti 'sti sorrisi non portino jella, anche se "Repubblica" è giustamente famosa per questo (oltre che per l'elevazione della menzogna a specializzazione professionale). Addio, fratello Manganelli; mi mancherai, ci mancherai. Dove lo troveremo più, tra le altre cose, un capo della polizia col tuo cognome? Come potremo continuare a fare la pur scontata battuta del nomen omen? Chi ci regalerà ancora il piccolo buonumore che ci pervadeva ogni qual volta sentivamo nominare il questore Manganelli? Speriamo solo che, al tuo posto, vogliano nominare un questore Manetta o un commissario Galeri, ce ne saranno pure in polizia; ma sono questioni di poco conto. Veglia su di noi da Lassù, fratello Manganelli, magari almeno stavolta senza attivare la DIGOS.