martedì 23 luglio 2013

Giorno più, giorno meno


Così si leggeva sul retro della maglietta di un ragazzo in piazza Macellai Messicani (o Carlo Giuliani, ex Alimonda), a Genova, sabato scorso. Vabbè, il giorno non era il ventotto, ma il ventinove di luglio; poco importa. Si potrebbe anche immaginare Gaetano Bresci la sera del ventotto, mentre magari provava la pistola o si beveva quell'ultimo mezzo litro, o qualsiasi altra cosa. Oggi, nel mese di luglio, è invece il ventitré; giorno più, giorno meno. Sembra che da qualche parte sia nato un "erede al trono" del quale non si sa ancora manco il nome; come dire, se si è re non si può nemmeno fare il classico "lo chiameremo Andrea" non appena fatta la morfologica al quarto mese,  perché bisogna che il mondo stia col fiato sospeso. Un antico suddito di quella corona diceva che siamo nati per marciare sulla testa dei re, e un operaio tessile di Coiano di Prato scelse l'unico modo realmente praticabile per farlo; per il resto, vorrei farlo gentilmente presente, sono i re che continuano a marciare sulle nostre teste, anche se non hanno corone e troni. Dicono però che la "gente" ha bisogno di "favole"; e nessuna favola comincia con "c'era una volta un presidente della repubblica". Forse va anche bene così, provate a immaginarvi Biancaneve che comincia pensando a Giorgio Napolitano.