giovedì 25 luglio 2013
Contusi
Dal punto di vista dell'evoluzione della lingua italiana contemporanea, sarebbe molto interessante compilare un lessico ragionato (e diacronico, reperendo le prime attestazioni dell'uso di un dato vocabolo in una particolare accezione -principio lessicografico fondante alla base, tra l'altro, dell'Oxford English Dictionary) della terminologia che si potrebbe definire "di servitù mediatica". È chiaro che molte altre definizioni sarebbero possibili; per chiarire meglio il concetto, si tratta di tutta una gamma di termini (oramai parecchio vasta) che sono utilizzati per veicolare "a battage" il pensiero unico della cosiddetta "Democrazia di inizio millennio". Anche lessicograficamente, si tratta di una cosa non di poco conto: si va dalla reimmissione in circolo di parole precedentemente in declino (come decoro) alle nuove accezioni di termini esistenti (degrado), dalla restrizione semantica (sicurezza) all'ipertrofia martellante (paura, terrore), dalla creazione di espressioni (tolleranza zero) all'antitesi (telecamera amica). Come si può facilmente vedere, sono osservati, almeno lessicalmente, i principi fondamentali della Neolingua orwelliana: certo, non si è arrivati alla creazione di un "nuovo linguaggio" anche dal punto di vista morfosintattico, ma siamo comunque di fronte a tutta una terminologia che presuppone il Crimethink, sintetizzato dalla parola fondamentale: Legalità.
Ci occuperemo qui di un termine apparentemente comune: contuso. Si tratta del participio passato di un verbo non usato comunemente, contundere (latino contundo, -is, contusi, contusum, dal significato più antico di "soggiogare", poi passato a quello di "battere, picchiare, ferire"). Del verbo italiano, oltre al participio passato, si usa praticamente soltanto il participio presente nell'espressione corpo (o oggetto) contundente. Si tratta di usi prevalentemente medici e giuridici, unitamente al sostantivo derivato contusione. Comunemente, è sinonimo pieno del comune termine "botta": se, a livello popolare, si dice "prendersi (beccarsi) una botta in testa", in un referto medico si parla di "riportare una contusione cefalica".
Da un po' di tempo, il termine contusi ha sviluppato una sua particolare accezione riservata esclusivamente alle forze di polizia. Non esiste praticamente azione di piazza, infatti, dove non si abbiano dei contusi tra le forze dell'ordine; "quindici contusi tra gli agenti a Terni", "ventotto poliziotti contusi a Chiomonte", eccetera. Alla cosa, naturalmente, viene dato un grosso risalto: essa serve a mille cose (la pura e semplice propaganda, la condanna dei violenti, le interrogazioni parlamentari, la carriera del sen. Esposito, i messaggi di solidarietà, le azioni del COISP, i titoli di Repubblica...) e può sostenere fortemente l'immagine del poliziotto che si fa "massacrare" per un misero stipendio nonché, soprattutto, giustificare arresti e repressione. Dunque, largo ai contusi. Organicamente, non potrebbe esistere alcuna azione di repressione poliziesca senza un numero vario di contusi tra i repressori.
La foto a lato mostra un gruppo di potenziali contusi in azione in Val di Susa. Come si può osservare, si tratta di truppe antisommossa dotate di potenti mezzi meccanici per il getto d'acqua ad alta pressione, e di protezioni personali capaci di assorbire urti di notevole entità (nonché, ovviamente, di armi da fuoco). Le contusioni sarebbero dovute al "lancio di pietre", fermo restando che neppure il più forzuto dei NO TAV sarebbe capace di lanciare macigni, a meno che non abbiano ingaggiato Obelix. Ricordo a tale riguardo che il record mondiale maschile del getto del peso è di m. 23,12, stabilito nel 1990 dall'americano Randy Barnes con l'attrezzo dal peso di kg 7,260, mentre quello femminile è di m. 22,63, stabilito nel 1987 dalla sovietica Natal'ja Lisovskaja con un attrezzo di 4,000 kg. Si hanno notizie di incidenti occorsi durante delle gare di getto del peso, ma naturalmente i giudici di gara impegnati nelle competizioni di atletica leggera non sono dotati di una tenuta antisommossa.
La foto a fianco mostra invece un manifestante NO TAV nelle condizioni in cui è stato prelevato dalle forze dell'ordine contuse. Si tratta di un esempio tra centinaia. Mentre qualche esponente dell'UDC o roba del genere esprime solidarietà alle forze dell'ordine, mentre i giornali parlano con toni accorati di fermare la violenza, mentre il pool di magistrati si fa addirittura trovare già sul posto con due PM "ad hoc" pronti a convalidare in loco gli arresti (come dire: sarebbe come se, quando interviene un'ambulanza per la strada, si portasse già dietro un paio di chirurghi coi ferri già pronti), mentre il sen. Esposito del Partito Democratico arriva a dire che i contusi hanno fatto benissimo a manganellare a sangue i manifestanti (inventandosi poi la classica minaccia di morte, prassi oltremodo comune; spererà forse di ricevere la solidarietà dell'ANPI ?), ecco quel che accade. Giornalmente. Ma questo post tratta di problemi squisitamente lessicali, quindi passiamo oltre.
L'immagine qui accanto mostra il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, peraltro del Partito Democratico, nelle condizioni in cui è stato ridotto dopo una manifestazione degli operai dell'AST (ex Thyssen). Sono gli effetti nefasti degli ombrelli: come tutti sanno, infatti, dopo le prime accuse infondate di una serie di manganellate da parte di un agente, è spuntato addirittura un "video" dove si vede il sindaco colpito da un'ombrellata, la quale ha notevolmente sollevato il ministro dell'interno, Angelino X: "Sono sollevato nell'aver avuto conferma che ancora una volta la polizia
ha svolto regolarmente il suo compito di tutela dell'ordine pubblico e
dei cittadini". Comunque vada, è da notare che, generalmente, nel caso di cittadini colpiti dalle forze a "tutela dell'ordine pubblico", la terminologia si fa parecchio vaga.
C'è riluttanza estrema nell'usare il crudo termine di "feriti", anche se le foto mostrano chiaramente che non si tratta quasi mai di semplici contusi. Il manifestante e il sindaco delle foto precedenti sono feriti. Si vede sangue in abbondanza. Nel caso della Val di Susa, oltre ad essere feriti, sono non di rado arrestati e condotti in galera; ciò cui viene dato però risalto sono però le presupposte contusioni riportate dagli agenti in tenuta da battaglia. A tale riguardo, in un impeto di esattezza, ho cercato in Rete immagini di poliziotti contusi ricorrendo alle più svariate chiavi di ricerca; un'autentica desolazione. Ho soltanto trovato l'immagine che segue, dove si vedono due agenti presso la famosa rete del cantiere in atteggiamento quasi affettuoso, con uno dei due che carezza amorevolmente il casco del collega per lenire le contusioni che esso ha riportato: davvero una scena commovente.
Avendo dunque sviscerato la nuova accezione del termine contuso, resta -come in ogni lessico che si rispetti- da fornire una definizione stringata e chiarificatrice (ad esempio: Latte: liquido prodotto dalle ghiandole mammarie dei mammiferi di sesso femminile). In questa accezione si potrebbe procedere nel modo che segue: Contuso (agg. p.pass. da contundere): Detto di agenti di polizia, carabinieri (o altre forze dell'ordine ivi compresi i vigili urbani): colpito sul casco a prova di proiettile, o in altre parti del corpo coperte con ogni sorta di protezione ad alta tecnologia, da una sassatina lanciata a mani nude o da altri oggetti improvvisati, con effetti sanitari generalmente nulli ma di valore giuridico e propagandistico. Le parole sono importanti, non mi stancherò mai di dirlo; chiudo quindi con altre due immagini, molto famose.
Nella prima si vede un ragazzino palestinese nell'atto di contundere con una pietra, un carro armato israeliano, che riportò un gravissimo "tonk" sulla parte anteriore:
Nella seconda si vede invece come può reagire un agente contuso (che, in seguito, riportò ogni sorta di calorosa solidarietà per il vile atto eccetera, prima di essere condannato per molestie sessuali ad una bambina di undici anni):