È del tutto inutile, anzi ozioso, ricordare che quando dei fascisti si riuniscono in una qualche città italiana, questa città sia “decorata al valore per la Resistenza”. Poteva avere, questa cosa, valore nella Genova del 1960, quando il “Movimento Sociale” che voleva tenervi il suo congresso nella stagione dell'appoggio al governo Tambroni venne semplicemente cacciato via con un'insurrezione popolare che si propagò in tutta Italia, scatenando la repressione poliziesca. Ora come ora i fascisti vanno dove vogliono. A Massa, ad esempio. Ennesima città “medaglia d'oro”. Il sindaco di “centrosinistra” dichiara candidamente di non poter fare nulla per impedire che lo stragista Roberto Fiore intervenga a un “dibattito sulla RU486” organizzato dalla stessa “Forza Nuova” e da “Ordine Futuro” (oh come sono futuristi!) . Sì, perché -sapete- i fascisti, quanto più sono putridi e tanto più si dicono “portatori di valori” (tanto da farseli propagandare, in pompa magna, persino su certi giornaletti per adolescenti). Tanto più si dicono “ribelli e rivoluzionari”, quanto più si fanno parare il culo dai loro amichetti questurini. Tanto più puzzano del più marcio passato di questo paese, quanto più si proclamano “nuovi” e “futuri”.
E così il sindaco della città pluridecorata fa tenere la riunioncina a “Forza Nuova”, con il pretesto che è “partito riconosciuto nel nostro ordinamento”; per lavarsene le mani a dovere, autorizza anche una contromanifestazione, affidando naturalmente alle forze dell'ordine il compito di tenere ben separati i contendenti. In una città dove persino il PD locale cerca di avere un rigurgito antifascista, chiedendo allo stesso sindaco di “fermare quell'iniziativa di sapore neofascista”. Sapore?
I fascistelli di Fiore, ovviamente, sono “contro l'aborto”. Sono per la vita, loro. Per la vita, per la tradizione e per i valori. Al loro “dibattito” (al quale, per dare un'aura di pluralismo, hanno invitato anche un rappresentante locale dei Radicali -il quale non si fa pregare, cosa d'altronde logica per dei filosionisti guerrafondai che appoggiano il genocidio a Gaza e i bombardamenti nato su Belgrado, ostentando poi nel loro “logo” Gandhi e il simbolo antimilitarista), sono presenti anche due donne dell'associazione “Usciamo dal Silenzio”. All'uscita si scatenano le camerate: le due donne vengono apostrofate con urla di “Assassine!” perché favorevoli all'aborto e alla 194, e due forzanoviste arrivano a urlare: “Stupratele, tanto poi abortiscono”. Ecco, in questa frase credo siano riassunti tutti i “valori” di questi luridi avanzi di fossa biologica. Quelli che vengono propagandati da “Top Girl”. Vi è, in questa frase, tutta la loro più autentica “italianità”, tutto il loro “amore per la vita”. Credete forse che a questi qua, a queste qua, interessi veramente qualcosa dell'aborto, dei feti, degli embrioni? Interessa loro, semplicemente, trovare appoggi nel clero. Allo stesso modo in cui i leghisti di Cota sono stati prontamente lodati dalle alte sfere Vaticane dopo l'uscita sulla RU486 da “tenere nei magazzini”. Fascisti, razzisti, sì: ma anche e soprattutto tremendamente democristiani.
Tanti si dicono “antifascisti”, ma questo loro presupposto antifascismo sbatte quotidianamente contro l'attivismo di donne che, ora come ora, rappresentano un'autentica doppia opposizione. E, ancora, presso molti ambienti “antifascisti” si preferisce ignorare che esiste ancora un femminismo militante e senza compromessi. Si ricordano i “gloriosi anni '70” senza sapere, o rifiutando di ricordare, che anche in molti gruppi extraparlamentari di quell'epoca vigeva un maschilismo terrificante (e “Lotta Continua” ne è un esempio clamoroso). Ancora si fa un'estrema fatica nel vedere che il femminismo militante è l'opposizione fattiva a tutti i fascismi. A quello di “Forza Nuova” e di donne che urlano ad altre donne una frase che le qualifica non più come donne, non più come esseri umani, ma soltanto come fasciste; ed a quello generalizzato di ogni giorno, del “maschio”, che può essere anche “di sinistra” ma che non si vergogna affatto, nei suoi semplici comportamenti, ad agire come un oppressore. Antifascismo autentico significa anche femminismo. Significa dare ogni appoggio possibile a delle donne che lottano su più fronti. Significa semplicemente agire da Antifascisti non di facciata.
Resterebbe da esprimere, compiutamente, il disprezzo più totale per “Forza Nuova” e movimenti consimilari, per quel “partito riconosciuto” in un “ordinamento” che nella sua carta straccia, altresì detta “Costituzione”, prevede il divieto di ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Partito Fascista. Un divieto talmente osservato, che già nel 1946 si permetteva la formazione del MSI. Il disprezzo, comunque, se lo esprimono già ampiamente da soli. Nelle loro cagnare sbavanti, nel loro razzismo che li mette costantemente a nudo, nelle loro “iniziative per il popolo” che sottintendono la loro barbarie congenita. Possono parlare di “vita” dei loro feti, con la benedizione del monsignore o del cardinale, ma quel che spandono è soltanto puzza di cadavere. Ma alle loro ragazzotte, in attesa che qualche altra rivistina “in” presti loro le paginette patinate, non voglio augurare di provare sulla loro pelle che cosa significa essere stuprate. Non auguro loro di ritrovarsi in corpo un “figlio” nato dalla violenza più cieca e idiota, come quella che hanno gridato in faccia a due donne come loro. Non auguro loro niente di tutto questo, anche se sarebbe forte la tentazione di augurare loro perlomeno di sposare Angelo Izzo.