mercoledì 18 agosto 2010

La "N" maiuscola


Come quasi sempre mi accade, ho sbagliato ogni cosa. Sbagliatori si nasce e io, modestamente, lo nacqui.

Ieri sera, addirittura, ho comprato due bottiglie di spumante per andare a festeggiare. Ma per carità. Ma quale festa. Chi ieri sera, come me, ha creduto che se ne fosse andato per sempre un farabutto, un assassino e un criminale, e che queste cose fossero condivisibili alla luce dei fatti, non ha veramente capito niente. Invece se ne è andato il Nemico con la N maiuscola. Basta così, sennò poi arrivano i blogger e mi dicono che io ce l'ho sempre con tutto e con tutti. Evidentemente non ho capito la Tempra dello Statista; al massimo potrò capire la Regata dell'Amministratore Condominiale, e male pure quella.

Dappertutto un fiorire di omaggi al Nemico Morto (N e M maiuscole, rigorosamente). Dappertutto intelligenti analisi. Dopo aver letto quella di infoaut.org ho percepito tutta la mia desolante inadeguatezza. Forse anch'io faccio parte della sinistra oramai da tempo votata alla sconfitta e al piagnisteo, dato che ho lamentato i lati oscuri da grande repressore. Accidenti, mi sono limitato a quelli. È perché sono limitato io stesso. Non credevo che, con uno come Cossiga, bisognasse inquadrare meglio una figura di politico; mi sembrava sufficientemente inquadrata. No. Errore. Per essere di sinistra votata alla vittoria bisogna scegliersi bene i propri nemici; lo diceva Oscar Wilde, e se lo diceva Oscar Wilde sarà bene che mi ritiri in buon ordine.

Anzi, prima di ritirarmi bisogna che faccia ammenda e che mi riabiliti un po' dopo questo errore marchiano che ho commesso; fui, ohimé, irrispettoso, ma peccai non per malizia. So che questa non è una scusante, ed appunto per questo intendo qui rendere omaggio a tutta una serie di altri Nemici con la N maiuscola, che si sono posti come tali con altrettanta se non con addirittura maggiore chiarezza di Cossiga. Come dice sempre l'articolista di infoaut.org, ovviamente non dimentico le loro responsabilità; ma occorre sempre collocarne la figura e l'operato nel posto che meritano come Nemici. Con la N maiuscola, va da sé.

Rendo quindi omaggio a Benito Mussolini, il quale non solo non fece mai abiura delle sue scelte politiche (a parte qualcosina in gioventù) ma seppe anche assumersi le proprie responsabilità, specialmente il 3 gennaio 1925 col "discorso dei Manipoli", instaurando la dittatura in Italia. Un esempio di fisionomia politica di "uomo di stato". Anche per Mussolini, di fronte alla miserevole sinistra senza storia, appartenenza e radici, viene spontaneo chiedersi quale sarebbe stato il suo comportamento durante il G8 di Genova. Per non parlare dei suoi atti che denotano estrema lucidità politica. Addio, Nemico.

E perché, allora, non rendere omaggio anche a Fernando Tambroni? La sua lucidità politica era estrema, così come non è in dubbio la sua chiarezza di Nemico. Lo stesso omaggio che, in questi momenti in cui regna il Rispetto, dovrebbe essere tributato a Mario Scelba. No, certo, non dimentichiamo che è stato l'uomo simbolo della repressione poliziesca negli anni '50 come Cossiga lo è stato negli anni '70; ma è stato anche colui che, riorganizzando le forze di polizia, ha salvaguardato lo stato democratico dai vari sovversivismi dell'epoca. La legge che vieta l'apologia del fascismo e del regime fascista (n° 143 del 23 giugno 1952) fu concepita e promulgata proprio da Scelba, e reca tuttora il suo nome. Addio, Nemici.

Ma sì, voglio proprio rendere omaggio, tanto per spostarmi un attimo dall'Italia, anche a Francisco Franco y Bahamonde. Poiché tra i meriti di Cossiga, come ci viene ricordato, si annovera la non fraintendibile brutalità che ha funto da monito a chi pensava che la rivoluzione fosse un pranzo di gala, si vorrà pur riconoscere la stessa qualifica di Nemico a colui che ha messo di fronte a chi pensava che la rivoluzione fosse una scampagnata la divisione Brunete, los moros que trajo Franco, l'aviazione hitleriana e tutto il resto. Si dice, sempre di Cossiga, che egli spiegò che non poteva darsi nessuna trattativa con i "terroristi" a meno di aprire, nell'instabile Italia di quegli anni, processi simili alla questione irlandese o basca. Beh, con gli irlandesi Franco non ci ebbe sicuramente a che fare, ma spero che sarà riconosciuta anche dalla sinistra votata alla sconfitta e al piagnisteo l'estrema lucidità e chiarezza con cui trattò la questione basca. Sono peraltro certo che un Francisco Cossigas sarebbe stato un ottimo ministro per gli interni per il Caudillo, e che qualche garrote vil lo avrebbe distribuito volentieri anche lui. Adios, Nemigo.

Spero con questo di aver fatto il dovuto atto di contrizione. Cercherò di stare più attento in futuro, a cominciare dalla presumibile dipartita, a non lungo termine, di Giulio Andreotti. Mi guarderò bene dal festeggiare. Scriverò impeccabili analisi sulla sua figura, che si distingueranno dalla rozzezza di un Venturi che osa concentrarsi soltanto su piccole cose che non dimentichiamo. Non parliamo, poi, di quando morirà Berlusconi. Berlusconi è un genio. Ci sarà gente che, tra una sconfitta e un piagnisteo, scenderà per le strada coi tamburi e le vuvuzelas; ma si può stare ben sicuri che anche per lui ci sarà chi gli riconoscerà lo status di Nemico Vero. Saranno passati gli anni, e ci sarà pur sempre chi rimpiangerà la dignità di nemici che ci ha riconosciuto quando ci faceva massacrare a Genova. Anche per Berlusconi (e per Fini) siamo esistiti, solo che avevamo sbagliato clamorosamente decennio; ci fosse stato Cossiga in cabina di regia nel luglio 2001! Lui mica li faceva ammazzare, i manifestanti. Lui era un Uomo di Stato. Lui era Lucido. Lui non era mica una Mezzasega. Lui è utile per la Prassi Rivoluzionaria. Lui deve essere salutato come si saluta un Nemico Vero. E questo è il mio umile e pentito saluto:


Ma vaffanculo te, chi t'ha cacato e chi ti saluta.