venerdì 14 giugno 2013

La Giunta.




Questi due uomini e questa donna affacciati al balcone con la bandiera nazionale e uno striscione, sono lavoratori della ERT, la Ελληνική Ραδιοφωνία Τηλεόραση, vale a dire la Radiotelevisione pubblica della Grecia. Che cosa sia accaduto alla ERT in questi giorni, lo sanno tutti; il "governo" di Samaras la ha chiusa. Mandando nel tritatutto duemilacinquecento dipendenti con la generica promessa di "riaprirla" con personale ridotto all'osso e mandando la polizia a spegnere i ripetitori principali. Esiste un solo precedente per una cosa del genere in Grecia: risale al 1941, quando le emissioni radiofoniche greche vennero interrotte dai nazifascisti italiani e tedeschi che avevano invaso il Paese.

Vorrei comunque far notare che cosa si dice nello striscione che si vede nella foto. Dice, precisamente: ABBASSO LA GIUNTA - LA ERT NON CHIUDE. Metto l'accento sul termine utilizzato per definire il "governo" di schiavi di Samaras: "Giunta". Esattamente lo stesso, Χούντα, che viene da tutti, in Grecia, usato per definire il gruppo di militari fascisti che prese il potere col colpo di stato del 21 aprile 1967; i famosi "Colonnelli", insomma. Questo malgrado neppure la giunta militare guidata da Papadopoulos, Pattakos e Makarezos, direttamente al servizio della CIA, fossero arrivati a tanto; bisogna arrivare a pensare in questo modo. La sia messa così: la dittatura militare fascista si serviva della televisione come grancassa del regime; la dittatura "democratica" attuale, invece, chiude tutto (ma, naturalmente, soltanto nell'ambito del servizio pubblico).

Nonostante ciò, il "governo" greco è oramai, e a pieno titolo, assimilato al regime fascista militare, anche nel senso comune; stessa schiavitù, stesso asservimento (alla CIA o all' "Europa" dei banchieri ha scarsa importanza, con l'avvertenza che, forse e terribilmente, per parecchi greci neppure la giunta militare era arrivata a tanto nei confronti dei propri cittadini, pur in mezzo a torture e repressioni). E questi qui continuano imperterriti; ma si renderanno conto di che cosa rischiano, ammazzando il proprio paese? Che cosa intenderanno fare, ancora? Dissolvere completamente la Grecia? Sarebbe ora, perlomeno, che lo dicessero forte e chiaro: Cittadini greci, scusateci tanto ma dobbiamo operare questo autosterminio. Poi dicono di Pol Pot!

Nel frattempo, i greci si rendono conto di vivere un incubo ben peggiore della dittatura militare, dei lager nelle isole, di Makronissos e di Leros; viene proclamato lo sciopero generale, decine di migliaia di persone scendono in piazza, e non resta che Internet. E questa, forse, è la risposta ai tanti (tra i quali, in certi periodi, mi ci devo mettere pure io) che vogliono "spegnere la televisione". La Grecia ci fornisce un esempio di spegnimento totale di un'intera televisione pubblica, dandoci modo di riflettere opportunamente sulle nostre tante, sesquipedali e oziose cazzate. Ecco le occasioni in cui la televisione viene "spenta": da un governo assassino votato allo sterminio dei propri cittadini. Con la speranza, del tutto reale, che l'ondata che lo spazzerà via sia trasmessa in diretta televisiva. Prossimamente su questi schermi.