sabato 8 dicembre 2007

Pacchetti


A Torino si muore in fabbrica. A Cassino si muore in fabbrica. In Irpinia si muore in fabbrica. E ovunque si muore sulla merda del lavoro, nei cantieri edili, nelle cave, nei laboratori, nelle acciaierie, nelle raffinerie. Si muore in modo orrendo. Si muore operai. Si legge di estintori semivuoti, di idranti senz'acqua, e tutto questo in una fabbrica dove già cinque anni fa aveva preso fuoco un treno di laminazione non provocando una strage solo per puro caso. Stavolta la strage c'è stata. Ma è una strage quotidiana.

Intanto lorsignori si approvano i loro "pacchetti sicurezza". Litigandoci pure sopra, persino quella che chiamano "sinistra radicale". E' una curiosa parola, questa "sicurezza", e ci sarebbe da ragionarci sopra un bel po'; ma stasera non me la sento proprio. Dico solo che ci avrei una gran voglia di pigliarlo, quel loro "pacchetto", e di ficcarglielo nel culo avvolto nella carta vetrata. Non sarebbe più tempo di discussioni o di gentilezze, questo. Tempo scaduto. La "sicurezza" che questi farabutti ammanniscono è quella che trasforma le nostre città e la nostra vita in un'immensa sorveglianza, in un'infinita polizia. La sicurezza di chi lavora non rientra in questi ambiti.

Cosa fanno, poi? Non hanno neppure il pudore di non prendere per il culo. Vanno a vedere la prima alla Scala e fanno il "minuto di silenzio". Napolitano che prima dice "fermiamo la strage!" per poi lanciarsi in sperticati elogi alla bravura del direttore d'orchestra e dei cantanti lirici. Napolitano! I cordogli! La Scala! Pensate come sarebbe stato, stasera, un bel lancio di uova marce! Le fasce nere al braccio durante i "tre giorni di lutto". E anche in quei tre giorni, come nei restanti trecentosessantadue, si para il sedere al Covdevo di Montestronzolo e al padronato. Io mi chiedo: ma ancora si ha il coraggio di credere a questa gente? Ancora si ha il coraggio di credere allo stato, di domandargli qualcosa, di chiedergli "giustizia", di andare a avallare la sua merda con il voto?

Ma non mi riesce augurarmi più niente, né sperare in qualcosa. Neppure che i compagni di lavoro di quei quattro ragazzi morti a Torino (la "fabbrica dei ragazzi", la chiamano), invece di mettersi le fasce nere al braccio, si dedichino a distruggergliela, quella fabbrica di morte. Non lo faranno. Torneranno a lavorare ai treni di laminazione finché qualcun altro non sarà trasformato in una torcia umana. Bisogna lavorare. Bisogna concertare. Bisogna delegare a sindacati che non hanno più nemmeno una finzione di lotta.

Accade in questo paese schifoso, in questo paese di precariato senza speranza, in questo paese razzista dove ci sono i consiglieri comunali che invocano i metodi delle SS, persino davanti a altri consiglieri "sinistri radicali" che ascoltano e tacciono. In questo paese dove si ragiona di governi e governicchi, di "leggi elettorali" tedesche, spagnole o neozelandesi. In questo paese dove alla "politica" di questi figuri si contrappone l' "antipolitica" dei beppigrilli. In questo paese dove l'unica "giustizia" riconosciuta è quella infinita dei parenti di certe vittime.

I sindacati confederali che annunciano per i prossimi giorni "importanti iniziative per la sicurezza, affinché questa strage finalmente si arresti". Si arrestino invece le fabbriche, le catene, i treni di laminazione, tutto quanto. Si spenga tutto. Si ricominci a far venire sudori freddi al signor padrone, invece di "concertare". Si crei e si metta in atto un pacchetto insicurezza, l'unica garanzia vera per fermare la morte. Si riprendano le città. Si capisca una volta per tutte che questi sono la morte, che ci stanno ammazzando tutti. Si riprenda la vita, e la si riprenda con la forza.



6 commenti:

Nidiaci ha detto...

Vecchio animale, sei capitato qui, allora?

:-)

A presto

L'ermano Mighel

Riccardo Venturi ha detto...

Olà, te. Sono capitato, probabilmente, dove sono sempre stato. Bisbaldo & salame!

frscud ha detto...

Sempre a proposito di "sicurezza" in generale..:
ho paura che il prossimo passo sara' una roba di questo genere:
http://www.liberation.fr/actualite/monde/296666.FR.php

un abbraccio da Parigi o meglio da Villejuif (94)!

F. scud.

Riccardo Venturi ha detto...

O caro, come va te e la scudellaressa? Felice di sentirti/vi, spero che anche voi contribuiate alla causa incendiando qualche clio (ma ti rimando per questo al blog del senia). Da queste parti invece si tira avanti cercando di non svestirsi dei panni che si è soliti portare, a differenza dell'autore dei versi di cui sopra. Sperando di vedervi presto. Se scendete spero di essere già nella nuova casa "fluviale"; un abbraccio a entrambi, & forte.

Anonimo ha detto...

Ciao Riccardo, inutile che ti dica che condivido tutto quello che hai scritto. Ma LORO hanno il potere, LORO hanno le televisioni e i giornali, LORO hanno tutto. Però è bello ritrovarti qui, seguendo il link che una mia amica scozzese ha ripreso da una blogger campana...

Angelo

Riccardo Venturi ha detto...

Ciao Angelo, è un piacere anche per me ritrovarti. Un piacere grande. Mi ricordo di quando qualcuno cantava "Ma adesso avete voi il potere, adesso avete voi supremazia, diritto e polizia, gli dei i comandamenti ed il dovere". Vedo che oggi i padroni smentiscono, tutto funzionava, tutto era a posto, ci mancherebbe altro, non si può affossare l'impresa; tra un po verrà tirato fuori l' "errore umano", e quei quattro operai si saranno ufficialmente suicidati. Con il beneplacito di tutti. Un minuto di silenzio negli stadi, qualche striscione, e avanti coi prossimi morti di mercato. Ma sono morti che non ne hanno nessuno, di mercato. Non valgono nulla. Saluti, caro, non so purtroppo cos'altro dire.