Guai, naturalmente, e guai seri, a chi osa dire che Israele è uno stato nazista.
Normalmente, in un'orchestra, non è la grancassa che comanda. In questo caso invece sì. Comanda la grancassa. Gli atti di quello stato criminale sono giustificati e giustificabili per decreto. Se lo può permettere. Si sente inattaccabile. Ha la bomba atomica. Ha tutto quello che vuole. E sa anche benissimo che tutta la solidarietà internazionale che passa ad incassare ad ogni sua malefatta è del tutto falsa. Non corrisponde più minimamente ai sentimenti ed alle opinioni che di Israele ha la comunità internazionale, noi i governi, non i potenti, non le lobbies con tutta la loro forza economica e mediatica. Lo sanno benissimo di essere detestati dalla maggior parte dei sei miliardi di esseri umani che vivono su questo pianeta.
Il loro Olocausto se lo sono bruciato da soli. Hanno creduto di poter vivere eternamente su di esso. Hanno condizionato tutta la vita del mondo a partire dal 1948. Hanno avuto le organizzazioni internazionali, ONU in primis, sempre dalla loro. Adesso è il momento di avere il coraggio di dire Basta. Di fermarli in modo deciso.
Si comincia a dire Basta dicendo che massacrare una spedizione umanitaria in acque internazionali non è ammissibile. Si dice Basta cominciando a ignorare, ad ogni livello, la consueta grancassa propagandistica fatta di bugie e di ipocrisia assassina. Si comincia a dire Basta prendendo a uova marce sul muso tutti coloro che, immancabilmente, si metteranno come bravi lacchè al servizio dello stato Sionista. Si dice Basta imponendo loro di smetterla, con le buone o con le cattive, con atti di pirateria come quello che ha colpito la Freedom Flotilla. Si dice Basta facendo loro capire che la misura è davvero colma, che hanno passato ogni limite. Che il mondo ne ha abbastanza di loro, dei loro genocidi, della loro "democrazia", dei loro servi.
Anche perché, così facendo, e agendo da boriosi e ricchi stupidi, si sono fregati il loro Olocausto. Con quale coraggio li si può sentire cianciare di nazismo, quando si comportano da nazisti in piena regola. Quando, ancor più stupidamente, attaccano uccidendo una spedizione organizzata da uno dei pochi paesi di religione islamica, membro della Nato e in procinto di entrare nella UE, con cui si intrattenevano normali relazioni a livello ufficiale. In un recente passato talmente buone, da far parlare la rivista "Limes" di asse Israele-Turchia. Provate a immaginare oggi l'opinione pubblica turca quali "buoni rapporti" intenda coltivare con Israele; e la Turchia non è uno staterello qualsiasi. Non è nemmeno la Palestina da schiacciare, non è Gaza da assediare, bloccare, annientare. Non è il Libano da tenere costantemente sotto tiro. La Turchia è uno stato strategico. Vediamo un po' se minaccerà di uscire dalla NATO, cosa diranno e faranno gli americani del "Premio Nobel per la Pace" Obama. Vediamo un po' se la Turchia l'asse lo farà con qualchedun altro. Vediamo un po' se ora Netanyahu e grancassisti internazionali ci diranno che la Turchia è come l'Iran.
Basta con le menzogne da dare in pasto ai media, come quella delle "armi trovate a bordo" e dei "soldati colpiti". Non vogliono capire che nessuno più crede a queste cose. Che sono buone soltanto per fare cianciare dei governi asserviti, compreso il nostro, peraltro ben coscienti che si tratta di ignobili idiozie.
Basta con gli "antisemitismi" distribuiti a piene mani, e a piene "condanne", nei confronti di chiunque si opponga. Basta con le Nirenstein, con i Pacifici, con i Pannella, con tutta questa merda che non soltanto sostiene uno stato criminale, ma vorrebbe imporre financo per legge che ogni voce di protesta tacesse. I criminali sono loro.
Basta con i "distinguo", con i cosiddetti "pacifisti israeliani", con gli "intellettuali" tipo David Grossman, con le cantantucole tipo Noa tutte "pace e fratellanza" finché non c'è da massacrare bambini e gente inerme. Basta con tutta questa storia, e va detto finalmente in modo chiaro, e senza timore.
Non ci devono essere, in Palestina, "due stati". Ce ne deve essere uno solo che si chiama Palestina, che è il suo vero nome. Solo una Palestina dove vivano tutti quanti in pace, senza prevaricazione, senza razzismo, ha diritto all'esistenza.
La Freedom Flotilla stava portando aiuti ad una popolazione stremata, in via di disfacimento, di annientamento, di eliminazione. Gaza è questo.
Il blocco israeliano non ha niente di diverso da ciò che i nazisti facevano a Varsavia e a Praga. Gaza è un ghetto di milioni di persone, in attesa di liquidazione.
E, allora, l'equazione con i nazisti è del tutto esatta.
Non ci sono più da fare distinzioni.
Non c'è più da avere alcuna remora.
Nella Storia, sono soltanto i fatti e gli eventi che permettono di formulare un giudizio. Attualmente, lo stato Sionista autodenominatosi "Israele" tiene in ostaggio non soltanto la Palestina, ma il mondo intero. Tenendo al contempo in ostaggio anche se stesso. E portandoci tutti quanti all'inevitabile catastrofe.