Ora, se mi leggono, i pippolini in questione magari penserebbero che io stia per tirar fuori le palle e che intenda difendermi dalla serie di intelligentissime considerazioni, di malauguri e di insulti che mi hanno rivolto. Niente di tutto questo. Sono in una dimensione totalmente estranea a questi signori, e alla mia età ho anche assunto la capacità di vantarmene sì, ma con estrema moderazione e realismo. Quindi nessuna confutazione troppo articolata e impegnativa può essere da me riservata personaggi del genere, che lascio volentieri ai loro forum e al loro buffo odiolino da Bar Sport. In fondo, le loro "logiche" riproducono costantemente il tifo calcistico (Milan contro Inter, Albinoleffe contro Grosseto, uomini contro donne), una dimensione da cui l'ometto italiano più o meno standard si stacca difficilmente.
Però mi corre anche l'obbligo di fare qualche pacata considerazione sulle affermazioni dei partecipanti al forum "Metromaschile", con la massima nonchalance che mi è possibile. Scommette ad esempio l'utente Jason che "non sono nemmeno sposato". In effetti non lo sono e me ne guardo attualmente bene. Però lo sono stato (per i classici 7 anni), in termini abbastanza folkloristici e con una fine burrascosa che però è addivenuta, dopo un po', a risultati piuttosto singolari. Talmente singolari che qualche mese fa mi sono presentato per fare un salutino alla mia ex moglie a bordo di un potente mezzo per il trasporto di organi (fegati, milze) e sangue, e colei è scesa assieme al suo nuovo compagno. Un simpaticissimo pistoiese tifoso sfegatato della Fiorentina come me, con il quale ci sono stati baci e abbracci, scherzosi consigli reciproci, grida di "forza Viola" in una strada centrale di Livorno e la coscienza precisa di starsene tutti in santa pace a far la propria vita, ché ce n'è una sola. Poi mi hanno anche restituito la visita, pensate un po'; l'ex moglie e il suo compagno a casa mia, e non li ho nemmeno presi a colpi di cerbottana. Nemmeno un temperino piccino picciò; anzi no, un timperino.
L'utente Brutale (brrrrr!!!) scrive invece che io "non so niente dei padri separati" e che "prima o poi incontrerò qualcuna che non si farà scrupoli a umiliarmi come merito". Dovessi fare un esempio di rapporto assolutamente malato non solo con le donne, ma con la realtà intera, non potrei trovarne di più calzante. Effettivamente io non so molto dei padri separati, però da costoro tutto sappiamo fuorché gli effettivi motivi perché ad un certo punto è intervenuta la separazione. Non lo si sa dai personaggi famosi (anche perché i giornalisti che li intervistano si guardano bene dall'approfondire l'argomento) e men che mai da quelli meno famosi, nonostante i loro forum, i siti, le pagine Facebook. E questo è un punto che non mi stancherò mai di sottolineare: alla sincerità si preferisce l'astio, all'effettiva consistenza delle cose il rancore cieco, al confronto la contrapposizione da stadio, ad un percorso che coinvolga davvero la coscienza il rifugio nel piagnisteo sbavante, nella minaccia, nell'insulto e nell'odio.
Ancora l'utente Jason ribatte che "i maschietti come me, se infinocchiati, diventano i peggiori misogini". Mi ricorda un po' certi fascisti che danno di fascisti agli altri, e ce ne sono. Ma figurarsi se ho il tempo e la voglia di diventare miso-qualcosa, nella vita ho da fare a volte cose più serie e utili, e altre volte cose più divertenti e rilassanti. Mi tocca tutti i giorni andare a raccattare feriti per le strade, malati nelle case, mi tocca fare viaggetti a 180 all'ora verso il Cisanello di Pisa con a bordo pezzetti di esseri umani morti che servono a salvare altri esseri umani vivi, e dovrei misare le donne o qualcos'altro? Anche perché, per me, non sono mai esistiti "uomini e donne" e non sono mai esistiti sessismi, paternismi, separatismi. Sono stato infinocchiato? E vabbè, capirai che tragica sventura. Però non mi sono mai presentato a casa di nessuno con un fucile a pallettoni o con un coltello. Non mi sono messo a perseguitare nessuno. Se c'era da soffrire, ho sofferto e mi sono sfogato come potevo, ricorrendo ai mezzi che ho in me e che avrebbero in sé tutti gli esseri umani se solo sapessero minimamente ragionare e non abbandonarsi ad istinti bestiali e a condizionamenti socioculturali che li rendono del tutto schiavi senza che se ne rendano conto. Ecco, se mi chiedessero quale sia una cosa di cui vado davvero fiero, questa sarebbe la principale.
L'utente Jorek afferma categorico che "dal divorzio io non sarei mai passato". Errore. Ci sono passato eccome, il giorno 28 ottobre 2006 (preceduto dalla separazione il 24 ottobre 2003). Fu una scena simpaticamente surreale. Io e la mia ex moglie ci vedemmo un'ora prima per prenderci un caffeino, poi si andò tranquillamente insieme al Tribunale e là ci accolse la guerra. Ex coppie che si presentavano con gli avvocati, sguardi incazzati, tensioni, qualche urlo, accuse reciproche. Ci mettemmo in una saletta d'aspetto a ricordare alcuni momenti passati, ci fu anche qualche lacrimina d'ordinanza, e quando fummo chiamati, prima di entrare ci siamo dati un abbraccetto con una pacca. Effettivamente non s'era bene assortiti, e per di più il matrimonio non finì per niente bene; ma l'udienza durò due tranquillissimi minuti, la giudice si meravigliò che fossimo soli, si lasciò andare a un "finalmente due civili!", e alla classica domanda sul ripensamento rispondemmo entrambi con un "no" che si sentì fino da Calignaia (lo dico per chi conosce Livorno). Una stretta di mano e festa finita, ma che ci vorrebbe tanto, per diaccio cane? Anche se ci sono di mezzo dei figli? E a cosa servono, allora, 'sti figli della famiglia benedetta, a farne dei Kalashnikov per combattersi? Ma avete un minimo di maturità, oppure i figli sono esclusivamente dei giocattolini che possono essere anche rotti e buttati via? E se vi impongono di non vederli, perché non vi fate un esame di coscienza sul vostro comportamento e sulle vostre smanie di possesso, invece di rompere i coglioni a tutto il mondo con le vostre storie e le vostre lobbies? Magari, se lo fate e se cambiate sul serio, poi il giudice i figli ve li fa rivedere senza problemi. Visto che ci tenete talmente tanto da mettere in mezzo persino i portieri del Brescia e Forza Nuova.
L'utente Pupistar Bianco (ma dove li vanno a scovare, 'sti nicknames?...) si augura di "leggere qualcosa di me una volta che l'avrò preso in quel posto". Se proprio ci tiene, può chiedere in qualsiasi momento notizie sull'alesaggio del mio orifizio rettale direttamente al numero telefonico 339.4723095 (cellulare) o allo 055.9060723 (fisso); oppure venirmi a trovare per una chiacchierata a Firenze, in via dell'Argingrosso 65/C (bus 9 dalla fermata Batoni della Tranvia). Non faccio nulla di nuovo, i miei numeri e l'indirizzo sono addirittura nell'intestazione del blog; c'è chi desidera (legittimamente) anonimizzarsi e c'è chi, come me, desidera invece essere sempre disponibile e visibile. Anzi, una bella comitiva di padri separati a casa mia farebbe anche piacere, portassero pure le loro ex mogli e dopo un po' garantisco che sarebbero meno disperati. Io sono un ragazzo molto bizzarro, e spesso mi riescono cose altrettanto bizzarre. Posso anche vedere di organizzare un servizio di babysitteraggio per i figli contesi, ci ho un gattone simpaticissimo e il mio cortile è pieno di cani (Salsiccia, la Diana eccetera).
L'utente Cassiodoro (al quale auguro di scrivere, a 92 anni, un trattato De Ortographia) invece si lancia in considerazioni su "fichesecche" e "asociali" che introducono nel coltissimo scambio sul forum (può non essere colto un dibattito dove si presenta Cassiodoro in persona...?) una nota goliardica che somiglia da vicino alle barzellette della Settimana Enigmistica: Per rinfrancar lo spirito fra un padre separato e l'altro. Attendo nel prosieguo dello scambio anche Gianni Telodice, l'Ispettore Varga, G. Dubol e il Corvo Parlante. La Susi no, la avessero a prendere a coltellate; e poi chi ce lo fa il Quesito?
Infine (almeno per ora, ore 0,36 del 29 settembre 2010, 74° genetliaco del papi separato Silvio Berlusconi), l'utente Mik si augura che "venga presto quel giorno", così potrò alfin "rileggermi l'articolo e darmi da solo gli appellativi che merito". Per quanto mi riguarda, mi do e continuerò a darmi un solo appellativo, consistente nel mio nome e cognome. Riccardo Venturi, curiosamente omonimo di un noto personaggio televisivo, nato a Firenze il 25 settembre 1963, essere umano non assimilabile, prenditore di strade pochissimo battute. Sulle quali sto benissimo.