martedì 28 settembre 2010

Padri separati e figli sparati



Qualche giorno è toccato sorbirsi le lagne di tale Sereni, di professione portiere del Brescia. Il solito testimonial dei "padri separati", sul quale Repubblica si è tuffata a pesce (cosa assai in tema, visto il mestiere del tizio) in un momento in cui Sakineh languiva. Articoli, articoloni, articolesse e via discorrendo; poi, del tutto casualmente, si è venuto a sapere dalla ex moglie del tipo che lei non impedisce assolutamente al padre di vedere i figli, ma che il lamentoso & accorato paparino semplicemente non va a vederli. Bisogna capirlo: fra i duri allenamenti, le partite e le trasferte, è più comodo rilasciare un'accorata intervista al giornalone infamando l'ex sposa piuttosto che prendere un mezzo qualsiasi e andare dai figli che nessuno gli ha vietato di vedere.

Ieri, invece, il Quotidiano Nazionale (di cui fa parte anche la Nazione di Firenze) si è superato. Addirittura una mega-prima pagina dove campeggia l'immagine di tale Tiberio Timperi, dimenticabilissimo presentatore di telegiornali e altra paccottiglia televisiva, che qualche anno fa furoreggiava per il bell'aspetto e gli occhioni blé. Ora anche lui, va quasi da sé, padre separato già confezionato per fare da testimonial. Non soltanto la prima pagina: anche la seconda e la terza. Il paparino séparé, sui quotidiani del gruppo Riffeser, ha mandato in secondo piano persino Berlusconi e Fini. Vorrei risparmiare a tutti i contenuti degli articoli, dato che sembrano scritti con lo stampino; l'ex moglie messa al rogo, il commosso autoritratto del Timperi (tanto che una persona di normale raziocinio dovrebbe chiedersi come mai simili modelli di virtù a un certo punto siano stati mandati al gas dalle mogli), e tutto il resto. Però il QN ne approfitta anche, e pesantemente, per parlare delle furbette che si servono di una "legge ingiusta e fallimentare", e soprattutto per attaccare direttamente la legge sull'affido condiviso. Eccoci dunque al vero scopo di tutti questi (più o meno) famosi babbini lagrimosi, dai portieri di pallone agli ex presentatori bolliti, fino a arrivare ai tipi qualsiasi sui quali si precipita la Vita in diretta.

Nel frattempo, a cadenza pressoché quotidiana, un bel po' di padri separati fanno notizia in altro modo, e senza bisogno di testimonial. Pigliano i figli, li portano in campagna o in altri posti, e li ammazzano a fucilate. Talora non risparmiando nemmeno il cane. Hanno già preparato la commovente letterina (stile "vi veglieremo da lassù", che un bel riferimento al cielo fa sempre molta presa), si sparano una volta compiuto l'estremo atto d'amore ed eccoli già pronti per diventare santi. Sì, perché servono pure loro alla nobile causa. E tanto. Cosa importa se c'è una famiglia sterminata: hanno agito per amore di fronte alla perfida ex-moglie furbetta. E così i padri separati producono i figli sparati. E le mogli sparate, i cani ammazzati come cani, le figlie violentate, lo stalking e tutto il resto.

Ora, sia chiaro: non voglio dire che il signor Sereni e il signor Timperi siano dei mostri; sono solo dei poveracci che si prestano, colpevolmente, a una campagna tra le più odiose di questi tempi già di per sé odiosi. Anche perché, così facendo, sono utilizzati per coprire dei mostri autentici, degli schifosi esseri ammalati di possesso che non esitano a puntare un'arma addosso a un bambino e a fare fuoco. Il fatto che poi si ammazzino anche loro è irrilevante. Io ho rispetto estremo della disperazione e del suicidio, ma a condizione che non coinvolga altre persone e altri esseri viventi. Ho rispetto, anche per averlo visto coi miei occhi, della persona che decide di interrompersi, ma non di chi, per farlo, apre il gas e fa saltare un condominio intero. Anche perché potrebbe, in questo preciso momento, capitare anche a me. Nessuno mi dice che al terzo piano di via dell'Argingrosso n° 65 non ci sia uno che fra tre minuti mi fa crollare il palazzo addosso perché vuole suicidarsi. Io non voglio suicidarmi affatto. Non lo vogliono i bambini il cui padre intende punire la madre togliendoli dal mondo con un atto esclusivamente di odio. E non lo vuole nemmeno il cane che credeva di andare a correre su un prato.

Le persone che si prestano a questa campagna sono dei complici, e sovente dei complici di omicidi premeditati. Gli scopi della campagna sono chiarissimi. Si vuole togliere alle donne la possibilità di difendere i propri figli da uomini violenti; è chiaro che non tutti i padri separati sono tali, ma una legge e dei provvedimenti legislativi sono fatti, o dovrebbero essere fatti, per salvaguardare una comunità, non per soddisfare il singolo caso. Si dipingono le donne, in questa libera società vittime di ogni tipo di sopruso, di violenza e di prevaricazione, come le vere colpevoli: è un gioco vecchio e che funziona purtroppo sempre. Si crea un movimento di opinione basato sulla consueta commozione, quando però per le quotidiane tonnellate di violenza di morte ai danni delle donne non si commuove proprio nessuno. Anzi. Direi che nella stragrande maggioranza dei casi, il pensiero diffuso sia decisamente andreottiano: se la sono andata a cercare. I figli sparati? Poverini, è stato l'ultimo regalo d'amore del papà, diventeranno angioletti in cielo mentre la mamma marcirà all'inferno. Anche questi sono gli ottimi risultati di 2000 anni di cattolicesimo; del resto, è una religione che si basa su un padre che ha lasciato tranquillamente ammazzare un figlio, e in modo atroce. Sarà stato separato anche lui?

Succedono poi cose curiose, come quella illustrata nella foto sotto il titolo. Forse magari non lo sanno (o forse sì), ma i padri separati sono stati "sposati" anche da Forza Nuova. A Pavia (dove è stata scattata la foto), i forzanovisti si servono di loro perché non siano concessi appartamenti popolari a immigrati e rom: invece di dare le case a questi esseri subumani, diamole ai poveri padri separati! Insomma, si lasciano trasformare in oggetto di propaganda razzista (oltre che maschilista).

A questo punto restano due speranze. La prima è quella di non lasciar passargliene una, con un'opera continua di controinformazione, di confutazione, di esplicazione. La seconda è che i Padri Separati si decidano finalmente a costituirsi in ordine monastico: ci sarebbero così i Padri Scolopi, i Padri Maristi, i Padri Comboniani e i Padri Separati. Chissà che, nella pace claustrale, non trovino persino il tempo di andare a trovare i figli invece di parare rigori, presentare trasmissioni spazzatura, concedere interviste a quotidiani di merda e mettere anche loro un proiettile nella testa di qualche donna o di qualche bambino.