venerdì 24 settembre 2010

La congrega


Dice un proverbio che almeno mi hanno gabellato come tirolese: Se vuoi la luna, comincia col chiedere le stelle. Vorrebbe dire che, se si desidera una certa cosa "minima", o "ragionevole", occorrerebbe puntare prima direttamente a quella massima, o irragionevole. Credo che il proverbio tirolese non sarebbe dispiaciuto a un certo medico argentino, quello che considerava realista esigere l'impossibile.

Ecco, in questo paese le stelle, ovvero la cosa da esigere sarebbe stata l'eliminazione totale di ogni tipo di destra. La destra è la peste bubbonica, il cancro di questo paese; e per "destra" la intendo in ogni sua sfumatura. Dal liberalismo borghese che ha fatto da locomotiva al regime fascista fino al fascismo stesso, che del liberalismo è l'ovvia derivazione (e non mi si rompano troppo i coglioni con Gobetti). Dal democristianismo ai golpisti repubblichini e ai loro offsprings. Fino a arrivare al berlusconismo. Ogni tanto bisognerebbe, da queste parti, fare un bel bagno nel massimalismo e non aver paura se l'acqua è bella calda; poi è inutile, specialmente per certa sinistrina sempre a caccia del moderato e del cattolico, preoccuparsi per il revisionismo e assistere alle performances di Giampaolo Pansa, al pompaggio delle "foibe" e a tutto il resto. Il bagno massimalista farebbe (forse) capire una volta per tutte che i mali di questo paese sono stati provocati tutti quanti da un cocktail di destre, capitalismi, vaticani e confindustrie. Semplicista? Certo, volutamente. Anche perché un'altra specialità italiana è l'arte di incartarsi eternamente nelle sottili analisi e nelle acute intelligenze di ogni presupposta "parte".

Ci avevano provato, nel primo dopoguerra, a fare un po' di pulito. Naturalmente bloccato, anche col beneplacito del Migliore (accettazione integrale del Concordato mussoliniano nella Costituzione, amnistia ai fascisti). Il risultato è stato che l'apparato dello Stato è rimasto, nei suoi gangli vitali, in mano ai fascisti (si pensi ai famosi questori). La Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista, e già nel 1946 si forma il MSI. La macchina repressiva, la censura, il perbenismo, la finta democrazia nella quale sguazza anche il PCI. Un paese bloccato, una palude dove la risposta data ad una generazione che aveva provato a cambiare davvero qualcosa è stata il suo annientamento sistematico. Tutto questo, tra l'altro, ha impedito che si formasse una vera coscienza democratica estesa alla totalità dei cittadini. Per impedire gli effetti bisognava eliminare le cause. Andavano sradicate ricorrendo anche alla necessaria dose di brutalità. Tutto si può dire della DDR, fuorché non abbia eliminato ogni molecola di nazismo dal suo territorio (mentre all'ovest il nazista Hanns Martin Schleyer poteva diventare l'uomo più potente di Germania, prima di essere opportunamente eliminato dalla Rote Armee Fraktion). Poi si sarebbe formato, autenticamente, qualcosa di nuovo. Il male di questo paese si chiama fascismo, e il fascismo non solo non è stato eliminato, ma è stato prima protetto e poi fatto rifiorire. Non è il sangue dei vinti, ma due o tre goccioline di quello che poi si è rivelato il sangue dei vincitori. Perché hanno vinto sempre loro. La Congrega.

La luna, cioè la questione "minima e ragionevole"? Li vedete quei due signori nella foto sotto il titolo? Assai massimalisticamente, bisognerebbe reimparare a non fare distinzioni di sorta invece di blandirne uno in contrapposizione all'altro. Oramai siamo davvero alle comiche della democrazia rappresentativa che non rappresenta più niente e nessuno. Berlusconi non viene dal nulla, è la versione più aggiornata di germi che nella storia italiana esistono da secoli e secoli. La furbizia, il successo ottenuto coi soldi e con le protezioni, il proporsi come uomo della provvidenza e tutto il resto. Lo stesso vale per Gianfranco Fini, anche se in versione più "politica": l'ex pupillo di Almirante (e come Almirante ammirato dalle famose casalinghe: "ma come parla bene....!"), complice di Berlusconi in tutto e per tutto fino a pochi mesi fa. Due personaggi il cui squallore è pari soltanto all'immaturità politica e civile di un popolo crasso e addormentato. In Argentina, alcuni anni fa, di fronte a una classe politica che aveva portato il paese alla rovina, risuonò il grido: Se ne vadano tutti! Qui, non solo non siamo capaci di mettere tutto a ferro e fuoco per scacciarli, ma addirittura ci si aggrappa a Fini come a una specie di salvatore per far mancare la maggioranza al puttaniere di Arcore.

E sarebbe questa, allora, la democrazia? Vi lamentate perché la gente ha smesso di andare a votare? Ma che poi, anche se ha smesso di andare a votare, comunque con la Congrega ha sempre e comunque a che fare nella propria vita quotidiana, perché anche il più anarco degli anarchici deve guadagnarsi da vivere in un dato sistema e in una data realtà, e confrontarsi con legislazioni, leggi, tasse e provvedimenti che influenzano la vita di tutti? Allora, chiedendo le stelle, si cominci col cacciare fuori a pedate questi due pezzi di merda, che sono uguali e sodali. Si cominci con lo smantellare le loro organizzazioni di servi. E visto che, tra le loro armi principali, c'è sempre stata la paura inculcata coi loro potenti mezzi (la paura dell'altro, del diverso e di ogni cosa, perché la paura è un mezzo di controllo formidabile), si cominci a far prendere paura a loro, e sul serio. Via dai coglioni tutti e due, invece di considerare un fascista di merda come Fini come nuovo apostolo della democrazia. Da qualcosa si deve cominciare, e alla svelta. Per cacciarli tutti si cominci a cacciarne un paio, gli altri verranno da soli.

Intanto si dividono, ed è una barzelletta. A Firenze si leticano persino le stanze in consiglio comunale; pensate un po' come sarebbe se in Palazzo Vecchio entrasse un po' di gente incazzata nera e li spedisse a calci in piazza Signoria, facendo magari fare sia al palloniere Galli sia alla "finiana" Giocoli (autrice di indimenticabili interrogazioni intrise costantemente di quel razzismino spicciolo che attualmente va per la maggiore) via Calzaioli a pedate nel culo. Via la merda da Firenze e via la destra dall'Italia, che è la stessa cosa.