martedì 1 ottobre 2013

A Mikis Theodorakis (nientepopodimeno).



La seguente è -addirittura- una risposta a Mikis Theodorakis a proposito delle sue affermazioni del 28 settembre scorso, in relazione all'assassinio del rapper antifascista Pavlos Fyssas e del susseguente arresto dei vertici di Alba Dorata. L'immagine sotto il titolo è un disegno originale di Gian Piero Testa, la cui spiegazione si trova qui.

Ma sì che lo sapevano, Mikis. E lo sapevi benissimo anche tu, che in parlamento ci sei stato chissà quanto tempo; potrai essere morto politicamente, ma mi rifiuto di credere che, alla tua veneranda età, tu faccia il finto tonto. Naturalmente non è così; ancor più naturalmente, la tua, è una domanda retorica.

Lo sapevano benissimo con chi stavano nel “parlamento”, anzi, nella βουλή. Quella bellissima parola ellenica, che alla lettera significa “volontà”; imparentata persino etimologicamente, in modo esatto, col nostro verbo volere. E, infatti, si tratta di una volontà ben precisa; e, soprattutto, di un comodo ben preciso.

Ora, tutto può essere al mondo, Mikis, fuorché tu non conosca i fascisti. Non starò a ripercorrere la tua vita, i tuoi campi di concentramento, i tuoi esili. Nella Grecia del 1967 i fascisti facevano un gran comodo, come lo hanno sempre fatto quando ci sono un po' di cose da rimettere a posto alla svelta e senza tanti complimenti. Sono fatti per questo, no? Sono nati per questo, e c'è chi li ha fatti nascere per questo.

Si chiama capitale, si chiama possesso, si chiama industriale o si chiama agrario. Si chiama finanza, si chiama cannoni, si chiama aeroplani, si chiama Krupp o si chiama Fiat. Si chiama “nazionalismo”, si chiama “liberalismo” e, non di rado, si chiama anche “democrazia”.

Il resto, sono i necessari condimenti, quelli che servono per ottenere il consenso. Un tempo possono essere consistiti in colonie, in “imperi”, in “tradizioni”, in “religioni”; adesso consistono prevalentemente, questi condimenti, in “stranieri”, in “sicurezza”, in “valori”, in “famiglia”. Ma ce ne sono infiniti altri, ad libitum.

Come dici giustamente, Mikis, perché la “sfilata si svegliasse” c'è voluto che ammazzassero “un ragazzo” che non resuscita. Dici giustamente che il ragazzo ha avuto bisogno d'essere greco; le decine, le centinaia di immigrati assaltati, massacrati e, in alcuni casi, uccisi dai fascisti di Alba Dorata non avevano fatto svegliare nessuna sfilata. Cerchi, sicuramente, di stare sulla terra anche se ti definisci un “morto” mentre un'organizzazione nazista si prendeva la Grecia aiutata dalla sua filiale, quella cosa che va sotto il nome di “Polizia”.

Cerchi di stare sulla terra, perché sono cose, queste, che hai già viste e pagate carissime. Il “sangue greco”? Eri in quella piazza il 20 luglio 1965, sì un venti di luglio, quando la polizia greca imbottita di fascisti ora come allora ammazzava un altro ragazzo, Sotiris Petroulas. In una piazza che si chiama “dei Giuliani”, pensa un po'. Ci scrivesti sopra anche una famosa canzone. Ma questi ragazzi morti non li hanno fermati. Non li ha fermati Alexis Grigoropoulos. Non li ha fermati nessuno.

Mikis Theodorakis: Canzone per Sotiris Petroulas (Τραγούδι Σωτήρη Πέτρουλα).
Interpretazione di Maria Farandouri.

E non li ha fermati nessuno perché sono gli organizzatori della violenza al servizio del potere. Il suo strumento più utile. Intimidire la gente. Creare un clima di incertezza per prospettare “soluzioni” di forza (la cosiddetta “sicurezza”). Legami precisi non soltanto con la Polizia, ma con le autorità investigative e coi Servizi. E che ti sto a dire, Mikis Theodorakis? Faccio solo il punto, da persona del mio paese, che ha visto tutte queste cose, bagnate dal sangue delle banche agricole, dei treni popolari, delle piazze.

E ti domandi, Mikis, se costoro “non sapevano” con chi sedevano nel parlamento? Sedevano coi loro sodali. Perché Alba Dorata faceva esattamente il suo comodo proprio alla “democrazia”, a quella cosa di cui il parlamento dici essere il Tempio. Ο ναός in greco, altra solenne parola e antichissima.

Come ogni partito nazifascista, Alba Dorata opera a favore del sistema. Nel “parlamento”, o “tempio della democrazia”, vota regolarmente a favore di armatori, banchieri e potentati finanziari; nella società, invece, si presenta come partito “anti-sistema”. E che è, forse, qualcosa di nuovo? Il fascismo è nato così, e così è stato ovunque perché non può essere altro che lo strumento più duro e autoritario del capitale. “Il nazionalsocialismo ha liberato l’operaio tedesco dalla morsa di un dogma, quello comunista, che era fondamentalmente ostile sia al datore di lavoro che al lavoratore. Adolf Hitler ha restituito l’operaio alla sua nazione. Lo ha trasformato in un disciplinato soldato del lavoro e quindi in un nostro compagno”. Lo affermava, nel 1934, l'industriale tedesco Alfred Krupp. 

Alba Dorata è finanziata dall'imprenditoria greca. E c'è un ministro in Grecia, tale Nikos Dendias, che fino a pochi giorni fa si inalberava contro chiunque rivelasse i legami tra Alba Dorata, la Polizia e i corpi di Sicurezza. Escludeva categoricamente, il signor ministro, che la Polizia compisse attacchi a sfondo razziale; minacciava, sempre il signor ministro, il giornale inglese Guardian per un articolo dedicato a tutto ciò. All'improvviso, il signor Dendias fa una conversione a U: si sveglia una mattina e fa mettere in galera mezza Alba Dorata, ivi compreso il Führer, Michaloliakos. 

E si sospetta allora, in modo esageratamente preciso, il gioco di potere. Prima si inventa la favola, e poi la si fa terminare per diventarne gli eroi. Dopo il “sangue greco” versato (quello pakistano o di altri paesi del genere, Mikis, ti sei già accorto da solo che conta poco o nulla) si mettono su gli arresti in pompa magna, con tanto di “Stato che risponde” e di “Democrazia salda”, provocando la reazione dell'Alba Dorata perseguitata. E così ci saranno altri scontri, e scorrerà altro sangue in base sia a decisioni prese a tavolino, sia in base alla realtà contingente. 

Continuerai allora a chiederti, Mikis Theodorakis, come mai “accettavano di sedere nel Tempio della Democrazia assieme a simili rifiuti”? Lo accettavano, semplicemente, perché Alba Dorata è un'utile componente del sistema, del loro stesso sistema. I fascisti sono sempre stati, e sempre saranno, una componente dello Stato, e ne fanno pienamente parte. Di converso, lo Stato considera i fascisti dei suoi rappresentanti assai dinamici, oltre che uno strumento facile da utilizzare. Lo si è visto fin dalla nascita del fascismo. Ovunque si sia manifestato, i suoi modus operandi sono stati pressoché identici, come identici sono stati i suoi finanziatori più o meno occulti. 
La “sfilata” non si è svegliata, probabilmente, neppure per il “sangue greco” del rapper antifascista Pavlos Fyssas. “Killah P” è stato preso al volo, in un momento in cui Alba Dorata veniva accreditata del 12% dei voti nei sondaggi, ed in cui l'erosione dell'elettorato conservatore stava facendosi assai preoccupante per “Nuova Democrazia”; la creazione di nuova paura ha funzionato benissimo, e chi ha votato per i nazisti nell'infinita devastazione greca, tornerà in gran parte all'ovile. Non soltanto: la paura è servita a rendere i cittadini ancor più conservatori.


Lo Stato, con tutte le sue istituzioni, non “accetta” i fascisti. Non c'è nessun bisogno che li “accetti”, e sedersi accanto a loro nel parlamento è del tutto normale. Nel parlamento italiano nessuno ha mai avuto problemi a sedersi accanto a torturatori e assassini fascisti; qualcuno magari si ricorderà, che so io, dell'onorevole Sandro Saccucci. Nell'attuale parlamento italiano siede una Mussolini (mentre in quello tedesco non siede una Hitler, va detto). I fascisti non sono “accettati”: sono parte integrante, e necessaria, del sistema istituzionale statale. Fanno il gioco sporco, e a volte capita che li buttino -per finta- nella spazzatura; ma sono sempre lì, pronti alla bisogna.


Credo, Mikis Theodorakis, che questo andasse, seppur sommariamente, detto prima del tuo ben giustificato e sdegnato ritorno nella tomba. Gradirei però che in una tomba, non soltanto politica, ci finissero quei luridi topi di fogna assieme a tutti coloro che li foraggiano, finanziano, sostengono.

Con deferenza, RV.