giovedì 3 ottobre 2013
Parbuckling
Ho come la vaga impressione che, a Lampedusa, non ci sarà nessuna operazione di parbuckling. E che non se ne continuerà a parlare a distanza di anni. La legge per vietare gli “inchini” l'hanno fatta subito dopo la grande impresa del comandante Schettino, mentre un po' più in giù si continua ad applicare la Bossi-Fini. Si arrestano gli “scafisti”, ma non ci si interroga nemmeno un po' perché gli scafisti esistono. Eppure dovrebbe essere chiaro: esistono perché niente consente alle persone di immigrare legalmente. Esistono perché la clandestinità è un business. Esistono per il profitto. Pare che, negli ultimi anni, nel Mediterraneo siano morti circa 6000 immigrati, seimila; e viene il sospetto che quelli di oggi facciano notizia solo perché la cosa è avvenuta a cinquecento metri dalla riva e non al largo. Perché i cadaveri sono stati allineati coi teli sopra e sono diventati immagini; diverso è quando tutto accade in mezzo al mare e le persone sono inghiottite dagli abissi. Così possono restare cadaveri invisibili, diventano quasi leggendari. Oggi, nessuna leggenda. Si tocca con mano tutto quanto. Si possono mettere finalmente in moto i cordogli, i lutti nazionali, i tweet del papa, i sindaci in lacrime, le guardie costiere, i ministri, i leghisti, i blog.
Restano masse di senzanome. Al Giglio cercano ancora due dispersi con nome e cognome, che per questo restano e resteranno persone; a Lampedusa, e in tutto il Mediterraneo, si ragiona esclusivamente per provenienza: “somali”, “siriani”. E, naturalmente, per “donne incinte” e per “bambini”; le donne incinte e i bambini fra i morti hanno, praticamente, la stessa funzione dei pupazzetti di pelouche fotografati tra le macerie dei terremoti o dopo la disastrosa alluvione. Naturalmente, oggi, ci sentiamo tutti quanti “colpiti”, tutti quanti “commossi” nell'attesa della partita di coppa UEFA. Nel profondo dell'animo di molti, si tirano anche dei gran sospiri di sollievo: due o trecento immigrati in meno. Non importa nemmeno “ributtarli a mare”, il mare ci pensa da solo. Il tizio che, solo ieri, era protagonista della telenovela istituzionale di palazzo, oggi si mette gli abiti di ministro e i lutti colmi di fermezza e vola a Lampedusa; a fare che cosa? Non si capisce. Si capirebbe meglio se, una buona volta, ci decidessimo a prendere uno di quei barconi malandati e a infilarceli sopra loro, tutti quanti, destinazione di sola andata per la Somalia.
I morti, sì. Sembra che ci siano anche centocinquanta superstiti, attesi dai CIE. Attesi da razzismi, da odio, da indifferenza. Anche sull' “emozione” che ci prende non ci giurerei affatto; si vedono dei teli e dei lenzuoli, magari si percepisce che sotto c'è il corpo morto di qualcuno ma, in realtà, non ce ne importa assolutamente nulla. Figuriamoci, poi, se si fanno ragionamenti sul profitto, sul capitale e quant'altro; al massimo si chiedono “aiuti all'Europa”, aiuti per continuare a fare gli sbirri alle frontiere dell'Impero. E quelli che ce la fanno a passare senza finire in mare? Rosarno. Pomodori. Capitanate e Agri Domiziani. Ma, tanto, sono sempre gli stessi discorsi.
Dunque accettiamo di dover constatare la morte di massa che, del resto, è già pronta per una rapidissima rimozione. Mica stiamo a Lampedusa; mica sbarcano a Marina di Pisa o a Lignano Sabbiadoro. In fondo, le “tragedie” come quelle di oggi sono dai più percepite come una sorta di selezione naturale; e chi se ne frega. Fossa comune. Logiche necessarie. Inevitabili. Certi paesi servono solo a tirar su materie prime, a vendere armi e a esercitare strategie; ciò ha peraltro, di fatto, eliminato il pericolo di una “guerra globale”. Non ce n'è nessun bisogno, ci sono le valvole di sfogo di turno, e chi vi abita, beh, sculo loro. C'è sempre un bel barcone che li aspetta. Ci sono le Bossi-Fini italiane come ci sono quelle australiane. Ci sono le Albe Dorate che ti accoltellano, e ci sono le Leghe che proteggono Trecate e Pieve di Cadore dagli sbarchi. E, naturalmente, c'è il mare. Ti avvicini a fare un inchino alla terra promessa, e non importa nemmeno la manovra sbagliata del comandante imbecille: basta il tuo peso a far rovesciare l'imbarcazione. Puoi scegliere tra il lager o il telo, tra il diventare carne da sicurezza o carne da cordogli. Tra Alfano in elicottero o i tweet del papa.