martedì 8 ottobre 2013

Ma vattinn'



Il mondo di Roberto Saviano, come oramai dovrebbe essere noto a tutti, ruota interamente attorno a Roberto Saviano anche se, più esattamente, si dovrebbe parlare di Universo. Roberto Saviano è il perseguitato più presente (e presenzialista) della storia. Uno legge quella parola, "perseguitato", e s'immagina oscuri antri, Pinocchio inseguito dagli assassini, l'attenzione estrema a non lasciare nessuna traccia; Roberto Saviano ha totalmente ribaltato questa immagine. Lui incarna praticamente tutto: il futuro, la speranza, l'impegno civico, la resistenza e l'autentica mozzarella di bufala. Le pagine dei ringraziamenti dei suoi libri sono oramai più vaste di un sacrario militare; ha ringraziato le più sconosciute forze dell'ordine e magistrature della Terra, dai poliziotti campestri kazaki alla procura della Repubblica di Asunción. Altrettanto vaste le sue figure di merda, come quella con la madre di Peppino Impastato; ma non è niente di fronte alla sua Divinità. Roberto Saviano è ovunque; mentre sta a Zuccotti Park è anche al processo dei Casalesi, e mentre sta al processo dei Casalesi è anche da Fabio Fazio, e mentre è da Fabio Fazio sta anche spiegando la Costituzione a' bambini, e mentre spiega la Costituzione a' bambini è pure in copertina di Vanity Fair.

Il prodotto "Roberto Saviano", giusto giusto a un processo di Casalesi in corso questi giorni, ha finalmente espresso la sua volontà di abbandonare definitivamente l'Italia con una "nuova identità", per poter finalmente "vivere la sua vita" (con tutti i soldini che deve aver guadagnato, è senz'altro un'aspirazione legittima). Mi sia permesso, però, dubitare fortemente di tutto questo. Il cambio di identità a fini di protezione è una faccenda parecchio complicata; comporta una reale sparizione, una nuova vita, la cancellazione pressoché totale del proprio passato e dei propri legami. in un altro luogo e, forse, addrittura in un altro tempo. Mi viene a mente il caso del rappresentante di commercio che assistette all'omicidio del giudice Livatino, fornendo la sua testimonianza: di lui non si è saputo assolutamente più niente. Lui soltanto sa, chissà dove, che un tempo si chiamava con un altro nome, che ha avuto una famiglia e un lavoro, e che è come morto. Ce lo vedete, Roberto Saviano? Lui rinunciare alla sua immagine così fotogenica, da copertina? Non potrebbe più presentarsi da Fabio Fazio. Dovrebbe, lontano da tutto, vivere realmente una vita "normale" con una diversa identità; rientrare, e definitivamente, nell'anonimato. Mi viene, praticamente, da ridere. Roberto Saviano ha bisogno dei Casalesi come il pane, si tratta di una simbiosi. In un momento in cui l'attenzione sul suo Prodotto si è allentata, è bastato paventare la sua definitiva dipartita dall'Italia per scatenare il coro di solidarietà e, ovviamente, gli articoli di Repubblica.

Ma come sarebbe un Roberto Saviano anonimo, in un paese lontano? La sua immagine è oramai fissata nell'immaginario collettivo, e non sarebbe quindi un giochetto da ragazzi. Quelle che seguono sono alcune possibilità:


1. Roberto Saviano con una nuova identità nella Repubblica del Nepal
(da dove alcuni intrepidi viaggiatori sono tornati parlando di
uno strano "Abominevole uomo delle nevi" con accento napoletano).

 
2. Roberto Saviano con una nuova identità in Australia durante un 
corso intensivo di lancio del boomerang. Si è lasciato sfuggire,
durante una segretissima intervista a "Ragazza In":
"Erano meglio i Casalesi".


3. Hróðbertur Sávjánsson hinn Sterki, la nuova identità vichinga di
Roberto Saviano nell'estremo nord della Norvegia.
In un'intervista esclusiva a "Miracoli" (in vendita a solo 1 euro!),
ha mostrato la sua perfetta padronanza della lingua norrena
esclamando: "Maronn' ! Teng' nu' fridd'..."


4. Infine, la nuova identità che ha palesemente più soddisfatto le aspirazioni
di Roberto Saviano: Dio.