mercoledì 23 ottobre 2013

Rubare l'inglese



Joele Leotta, diciannove anni, non era un “cervello in fuga”; era un ragazzo come tanti che se n'era andato in Inghilterra a fare il cameriere. In Inghilterra c'è una tradizione praticamente secolare di camerieri italiani; tant'è vero che l'espressione “The Waiters” indica spesso, tout court, gli italiani. Specialmente in senso spregiativo; ad esempio, i terrificanti tabloids britannici la usano spesso in occasione delle partite di calcio tra squadre italiane e inglesi, o tra le nazionali. Quando l'Italia vinse la sua prima storica partita a Wembley contro l'Inghilterra, nel novembre del 1973 con un goal di Fabio Capello a tre minuti dalla fine, il giorno dopo il Sun, o qualcosa del genere, titolò con un gigantesco SHAME! Battuti dai camerieri!.

Stando alle prime notizie, il cameriere Joele Leotta veniva da Nibionno, in provincia di Lecco. Ultimamente, le pagine Wikipedia dedicate ai comuni italiani riportano rigorosamente la consistenza della popolazione straniera nel comune preso in esame. Così, dalla pagina Wikipedia, risulta che a Nibionno (Lecco) vivevano, al 1° gennaio 2011, 97 marocchini, 50 albanesi, 31 rumeni, 22 senegalesi, 13 algerini, 10 turchi, 9 polacchi, 9 indiani, 7 moldavi (si dice “moldavi”, non “moldovani”) e 7 tunisini. Un totale di 324 stranieri su una popolazione residente di 3681 persone (al 1° novembre 2011). Nella medesima pagina Wikipedia si mette particolarmente l'accento sull'invecchiamento della popolazione di Nibionno; l'aumento di 50 unità registrato a quella data è dovuto principalmente all'apporto degli stranieri. I diciannovenni del posto, invece, se ne vanno a fare i camerieri in Inghilterra, dove vengono ammazzati.

Joele Leotta, diciannovenne proveniente da un paese di vecchi, è stato ammazzato come un cane a Maidstone, capoluogo del Kent, città di circa 75.000 abitanti famosa per il “Castello di Leeds”. Wikipedia inglese dice soltanto che, a Maidstone, il 5,9% della popolazione è straniera; preferisce, poi, effettuare suddivisioni per colore della pelle e per religione. Si scopre così che, a Maidstone, il 97% degli abitanti ha la pelle bianca, lo 0.4% la ha nera e l'1,5% la ha “asiatica” (“white” e “black” vanno bene, “yellow” no). Poi c'è un 74% di cristiani, uno 0,8% di musulmani e uno 0,7% di induisti; il restante 24% circa non si sa, che siano atei e quindi arrabbiati col buon Dio, come dice un famoso twittatore nelle sue perle di saggezza e di umorismo? Chi lo sa. A buon conto, Joele Leotta, da Nibionno (Lecco) doveva avere tutti i requisiti per rientrare sia nel 97% dei bianchi di Maidstone, sia nel 74% dei cristiani (o nel 24% dei nonsisà, magari era seguace del neopaganesimo o magari credeva nel potere soprannaturale di Elvis Presley o di Kurt Cobain).

Ciò non gli ha impedito di essere ammazzato da alcuni coetanei (“dai 21 ai 25 anni”, come recita l'articolo) perché rubava il lavoro agli inglesi. In realtà, pare che Joele Leotta fosse andato in Inghilterra per imparare l'inglese, e che si mantenesse servendo in tavola in un ristorante della zona. Bisognerebbe una buona volta smetterla di voler imparare l'inglese; ci sono ancora migliaia di altre lingue, pare che ora ci sia il “boom” del cinese e del russo ma apprezzo incondizionatamente i diciannovenni che vogliono imparare il finlandese, puhutteko suomea? Si faranno magari ammazzare lo stesso a Jyväskylä o a Tampere da una banda di ragazzotti che li accusano di rubare il lavoro ai finlandesi, ma almeno avranno la consolazione di non morire per il solito inglese del cavolo. Lo avrebbero comunque imparato assai peggio, l'inglese, di quei somali dei barconi che sbarcano a Lampedusa, o ci affondano in prossimità. Pochi giorni fa, sulla tramvia di Firenze, ho chiesto gentilmente a un ragazzino cinese con lo zainetto di scuola di spostarsi perché dovevo scendere; mi ha guardato dicendomi Do you speak English?, e mi è toccato dirglielo in inglese. Al che si è sposato, e mi ha salutato con squisita cortesia e in un ottimo inglese, devo dire. Dopo essere sceso, però, ho rimpianto di non aver mai studiato il cinese.

Naturalmente, ignoro quanti a Nibionno (Lecco) abbiano, almeno una volta, pensato o detto che quei trecentoventiquattro stranieri che abitano nel comune siano venuti a rubare il lavoro ai nibionnesi. E' possibile, e per questo non importa neppure ricorrere alla “Lega” perché il “lavoro rubato” dagli stranieri è una delle cose che unisce l'Italia da Aosta a Capo Passero. Per non parlare di Firenze, naturalmente. Così è andata a finire che un nibionnese di 19 anni, oggi, è stato ammazzato di botte da otto ragazzotti che “volevano impartire una lezione a lui e a un suo amico”. Scopriamo così che, nell'anno 2013 e con la Bossi-Fini ancora in vigore (e lo resterà, non abbiate alcun timore), coi CIE tutti belli in funzione e con Alba Pentastellata che imperversa assieme al suo guru, ancora ce ne andiamo in giro per il mondo a rubare il lavoro, ad esempio in un ristorante di Maidstone nel Kent. E che, per questo, altro non siamo rimasti che degli italiani, degli emigranti, dei sottosviluppati degni di essere massacrati di botte in quanto tali.

Sicuramente chi scende da un barcone non viene qui per “imparare l'italiano”. Si spargerà per qualche paese di quest' “Europa” sempre più di merda e in preda all'idiocrazia. Ciò non toglie che il ragazzo italiano che va in Inghilterra a “imparare l'inglese” faccia la stessa fine del pakistano massacrato in Grecia da Alba Dorata, e in Pakistan l'inglese lo sanno generalmente molto bene, anche se lo pronunciano con un accento un po' strano. Forse Joele Leotta era andato a rubare l'inglese facendo il cameriere; non si era iscritto a una di quelle costosissime “scuole” dove l'inglese lo si vende a carissimo prezzo. E vorrei poter andarlo a riprendere all'ultimo momento, prima che entrino quegli otto o nove mentecatti, con un corso di Esperanto in mano. Venu amiko, mi iras en sennacieca mondo.